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Channel: Gruppo d'Intervento Giuridico (GrIG)
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Ma che senso ha quel nuovo terminal gasiero?

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Portoscuso, porto e zona industriale di Portovesme

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato (11 marzo 2022) un atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto “Terminale di Portovesme ed opere connesse” da parte della Snam Rete Gas s.p.a. a Portovesme e aree contigue, nei Comuni di Portoscuso e Carbonia (SU).

Il Progetto Terminale di Portovesme ed opere connesse prevede la realizzazione di un terminale di ricezione, stoccaggio e rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL) all’interno del porto di Portovesme.

Al terminale sarà collegata la Rete Energetica di Portovesme che costituisce le opere connesse e che prevede due metanodotti, rispettivamente lunghi circa 6,638 km e circa 5,619 km, verso l’area industriale e gli impianti Eurallumina.

Portoscuso, centrale eolica

Secondo quanto enunciato, il progetto di nuovo terminal gasiero rientra nel piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC).

Il progetto è soggetto a procedura di sicurezza per il controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (decreto legislativo n. 105/2015 e s.m.i., c.d. direttiva Seveso II).

Sempre secondo quanto dichiarato, non interessa aree naturali protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.) e aree rientranti nella Rete Natura 2000 (S.I.C., Z.P.S., Z.S.C.) individuate ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE e 09/147/CE, sebbene si ritenga che “gli impatti derivanti dalla sua attuazione potrebbero interferire con le seguenti aree: ZPS ITB040027 ‘Isola di San Pietro’, ITB040028 ‘Punta S’Aliga’, ITB040029 ‘Costa di Nebida’ e ITB042250 ‘da Is Arenas a Tonnara’.”

Portoscuso, bacino c.d. fanghi rossi (foto Sardinia Post)

A parte il fatto che i nuovi impianti andrebbero a insistere in un’area già ampiamente inquinata e ambientalmente e sanitariamente compromessa (Portoscuso), tanto da rientrare in un sito di interesse nazionale (S.I.N.) per le bonifiche ambientali,  nel 2024 dovrebbero esser attivi un polo delle energie rinnovabili nel Nord Sardegna con batterie di accumulo per 247 MW e un analogo polo con batterie di accumulo per 253 MW nel Sud Sardegna. Si ipotizza, così, la contemporanea chiusura delle centrali a carbone di Fiume Santo (Porto Torres) e di Portoscuso, dove sarebbe il Gruppo ENEL s.p.a., titolare della centrale termoelettrica in via di dismissione, a gestire il nuovo impianto di accumulo energetico.

Va bene voler fare della Sardegna una piattaforma di produzione energetica senza minimamente coinvolgere le popolazioni interessate, ma a questo punto, non si comprende quale senso avrebbe un terminal per stoccaggio e rigassificazione a Portovesme, a meno che non si ammetta che le scelte di politica energetica vengano prese e disattese a seconda di come tira il vento.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

Portoscuso, zona industriale di Portovesme, centrale termoelettrica Enel

(foto da Sardinia Post, S.D., archivio GrIG)


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