
Buone notizie sul fronte del contrasto all’abusivismo edilizio.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e il Comune di Quartu S. Elena hanno stipulato un protocollo d’intesa per dar corpo alle demolizioni degli abusi edilizi.
Procedure, anticipazioni delle spese, esecuzione.
Importante passo sul piano della legalità e della tutela ambientale oltre che per la difesa delle casse pubbliche, troppo spesso costrette a intervenire per fornire le minime condizioni igienico-sanitarie a insediamenti abusivi.
La Sardegna non è un’isola felice.
Il quadro dell’abusivismo edilizio in Sardegna rivela, infatti, un numero consistente di casi nelle aree di maggiore interesse ambientale.
Secondo i dati non aggiornati dell’Agenzia del Territorio (2012), al 31 dicembre 2011 le unità immobiliari abusive in Sardegna erano 46.877, sesta regione in Italia per numero di casi (2.799) su 100.000 residenti (prima la Calabria con 4.587).
Solo in queste settimane sta nascendo, finalmente, la Banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio (istituita con decreto Ministero Infrastrutture n. 30 del 9 febbraio 2022), fondamentale strumento conoscitivo per razionalizzare gli interventi di contrasto, demolizione e ripristino ambientale.
Fra gli anni ’80 e gli anni ’90 del secolo scorso sono state eseguite in sede sostitutiva (su richiesta dei Comuni ai sensi della legge regionale Sardegna n. 23/1985) oltre 1.100 ordinanze di demolizione relative ad abusi edilizi non condonabili secondo quanto previsto dalle leggi nn. 47/1985, 724/1994 modificata con 662/1996, 326/2003 e successive modifiche ed integrazioni (cioè realizzati in aree tutelate con vincolo di inedificabilità assoluto) da parte del Servizio vigilanza in materia edilizia dell’Assessorato EE.LL., finanze, urbanistica della Regione autonoma della Sardegna.
Sono stati, quindi, demoliti circa mc. 300.000 di volumetrie abusive (in gran parte fra il 1986 ed il 1987, con una breve ripresa fra il dicembre 1994 ed il gennaio 1995). Ogni anno vengono emesse dai Comuni sardi almeno un migliaio di ordinanze di demolizione di abusi edilizi: quasi nessuna viene eseguita dal trasgressore.
Ma Comuni e, in via sostitutiva, Regione non demoliscono in via amministrativa nemmeno un mattone abusivo da quasi trent’anni. Senza vergogna.
E l’ultima campagna di demolizione di abusi edilizi avvenne proprio sul litorale di Quartu S. Elena, grazie all’Amministrazione comunale guidata da Graziano Milia, allora come oggi.
In questi anni è stata solo la Magistratura a provvedere alla repressione dell’abusivismo edilizio in Sardegna. La competente Procura della Repubblica, per legge, è infatti destinataria degli obblighi di esecuzione degli ordini di demolizione e di ripristino ambientale contenuti nelle sentenze penali passate in giudicato per reati ambientali e urbanistici.
Le Procure della Repubblica di Cagliari, di Lanusei, di Oristano e di Tempio Pausania, nel corso degli ultimi 15 anni, hanno portato a compimento interventi di demolizione e ripristino ambientale in esecuzione di più di 250 sentenze penali passate in giudicato.
Ancora non si vuol capire che non si fa turismo con la speculazione edilizia, soprattutto se abusiva. L’ambiente e i beni culturali sono la nostra prima ricchezza, sarebbe ora di riconoscerlo con fatti concreti.
Gruppo d’Intervento Giuridico odv

(foto S.D., archivio GrIG)