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Il Garante del Verde potrebbe aiutare trasparenza e tutela ambientale.

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Castelbrando, prima e dopo il taglio boschivo (2021)

Il Comune di Milano, con deliberazione consiliare del febbraio 2021, ha approvato l’istituzione del Garante del Verde, del Suolo e degli Alberi con il compito di “vigilare sulla corretta applicazione delle normative in materia di consumo del suolo e di tutela del verde, oltre a quello di attuare le procedure per l’ampliamento del parco Agricolo Sud per una superficie di oltre 1,5 milioni di mq, così come stabilito nel Piano di Governo del Territorio”.

Per raggiungere gli obiettivi, dovrà coinvolgere e promuovere sinergie fra i cittadini, gli organi di indirizzo politico-amministrativo e le strutture tecnico-amministrative del Comune.

Recentemente (aprile 2021) è stato aperto il bando per l’acquisizione delle candidature.

Visto quanto sta accadendo in tutto il territorio nazionale al nostro patrimonio arboreo, non sarebbe una cattiva idea replicare l’iniziativa in ogni Comune, come propone il nostro Socio veneto Dante Schiavon.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

NON C’È RESILIENZA SENZA GLI ALBERI.

La porzione di bosco ai piedi di Castelbrando è stata rasa al suolo.

Come cittadino ho chiesto al personale  impegnato nelle operazioni forestali le ragioni del taglio a raso di quella porzione di bosco.

Ho avuto delle risposte di cui mi sarebbe piaciuto verificarne il senso, se non la veridicità.

Il tecnico interpellato ha parlato di un bosco vecchio che aveva i suoi anni e della presenza della “processionaria”.

Il semplice cittadino davanti a queste risposte non ha modo di verificarne la veridicità e la fondatezza. Pur nella mia ignoranza so, ad esempio, che  la “processionaria” attacca preferibilmente il pino nero e il pino silvestre, mentre quel bosco era un bosco misto (pini, carpini, castagni, ornielli, ecc.) e che in quasi tutto il bosco della vasta area circostante c’è la presenza del pino silvestre, ma non per questo si radono al suolo i boschi.

Ma poi mi chiedo: la  “processionaria” si arresta ai confini del bosco di cui è proprietario l’appaltatore dei lavori? E quando si definisce vecchio un bosco?

Appennino Umbro-Marchigiano, Rio Vitoschio, taglio impattante su bosco invecchiato (oltre 30 anni) in area di grande pregio naturalistico

Come non potessero esistere boschi evoluti che vadano oltre ai “turni” brevi del ceduo.

A questa e ad altre domande il semplice  cittadino, nell’emergenza climatica e sanitaria che stiamo vivendo, avrebbe diritto  a delle risposte nel momento in cui scorge un qualsiasi cantiere  di taglio di alberi.

Ho anche ipotizzato che dietro le motivazioni ufficiali prima elencate si nascondesse il semplice desiderio del proprietario di rendere visibili e più attrattive le mura medievali del castello.

Ipotesi, sospetti e congetture che crescono per la mancanza di trasparenza.

 Ecco  perché bisogna seguire l’esempio del Comune di Milano  che ha istituito la figura del Garante del Verde.

A livello nazionale va istituzionalizzata nei territori la figura del “Garante del Verde”,  una figura “indipendente” che possa sanare  il gap di “democrazia”  ed “ecologico” tra l’impotenza del cittadino inerme dinanzi alla presenza diffusa di piccoli e grandi  cantieri di taglio alberi e le amministrazioni pubbliche.

Una figura imparziale, competente e indipendente che possa ricevere segnalazioni, reclami dai cittadini, dare risposte ai cittadini in termini di trasparenza delle decisioni e garantire la corretta applicazione delle normative di riferimento in materia di consumo del suolo e di tutela del verde.

Dante Schiavon, socio GrIG Veneto

Fiume Elsa, Pian della Bufalaia, lavori taglio vegetazione (18 marzo 2019)

(foto per conto GrIG, D.S., archivio GrIG)


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