«TI STANNO RUBANDO IL FUTURO E IO NON SO DIFENDERTI»
Caro Tito,
l’altra sera ho visto Jumbo Wild, un documentario sulle Montagne di Purcell della Columbia Britannica, la provincia canadese più ad ovest.
Da oltre 24 anni, residenti locali, cittadini interessati e i discendenti dei Nativi americani della Ktunaxa Nation si stanno opponendo, per ragioni ambientali, economiche e spirituali, al “Jumbo Glacier Resort”, una stazione sciistica che occuperebbe 6.000 ettari e intaccherebbe quattro ghiacciai, nel territorio tradizionale del Popolo di Ktunaxa, nella Valle del Jumbo, nel cuore delle Purcell Mountains della British Columbia.
Nonostante l’opposizione il progetto continua ad andare avanti.
Il progettista di questo mega resort ha un terribile accento italiano e in effetti lo è: Oberto Oberti, architetto di origine milanese.
Per il Popolo Ktunaxa la Jumbo Valley è la dimora dello Spirito dell’Orso Grizzly. Per i biologi l’area è un nucleo fondamentale dell’habitat del Grizzly Bear. Per Oberti, per i suoi partners commerciali e per i membri del governo che sostengono il progetto, sono solo un sacco di soldi.
C’è un passaggio del film in cui viene intervistato Nolan Rad, cacciatore e trappolatore, uno che la Natura la intende a modo suo, tra trofei di caccia appesi al muro e animali impagliati in salotto.
Ma Nolan Rad, a proposito della Jumbo Valley e del mega complesso turistico, dice: « Lì vedo orsi tutto il tempo, ci sono un sacco di orsi. Cosa accadrà a questi orsi? In questa valle abbiamo ricevuto colline da sci, abbiamo ottenuto corsi di golf, al punto che ci escono dalle orecchie. Di quanti ne abbiamo bisogno? Di quanti? Abbiamo bisogno di Europa ancora una volta? Gli europei vengono qui per vedere le valli incontaminate, le montagne e cose come queste. Noi abbiamo tutto. Loro non hanno più niente. Le loro sono andate. »
Non hai ancora un anno Tito, ma già preferisci i fiori delle ortensie in giardino ai giochi in plastica.
Sei nato il 19 marzo, quando la migrazione degli Anfibi sui Colli Euganei è quasi del tutto compiuta.
La migrazione si ripete ogni anno, eppure tu rischi di non avere abbastanza tempo per poterla ammirare e per potertene ricordare. E così per tanti altri spettacoli della Natura.
Nel libro Giardini d’Italia di Georgina Masson, del 1961, si legge la storia del Giardino di Villa Barbarigo nella frazione di Valsanzibio a Galzignano Terme. Lì intorno vive una delle restanti popolazioni di rane e rospi dei Colli Euganei.
« Al tempo della costruzione della villa il mezzo di trasporto più in uso nella zona ero lo stesso di cui ci si serviva all’epoca del Petrarca, e cioè la barca, sfruttando i numerosi corsi d’acqua che portavano attraverso la pianura a Battaglia e a Padova… effettivamente i Barbarighi arrivavano fino al bagno di Diana con la barca… La valle era occupata da estesa palude. »
Oggi al posto di quella palude c’è un golf club, come nel racconto del cacciatore Nolan Rad.
Ma i cacciatori veneti non sono come Nolan Rad, sono ingordi e pietosi e sostengono l’eliminazione del Parco Colli con tutte le conseguenti speculazioni immobiliari che non tarderanno ad arrivare.
Un’altra popolazione di rospi e rane che è sopravvissuta sui Colli Euganei si trova a Torreglia, tra Via Volti e Via Regazzoni Alta. Nella Relazione del Piano di Gestione (mai approvato dalla Regione Veneto) della Zona di Protezione Speciale (ZPS) IT3260017 Colli Euganei – Monte Lozzo – Monte Ricco si legge:
« Volti Casteletto (Area umida di Torreglia). Ubicazione. L’area, compresa nei Comuni di Torreglia e Galzignano, si estende dalle pendici orientali del Monte Rua fino ai Monti Zogo, delle Valli e Alto. A Nord è chiusa dal Rio Spinoso, che fa da collettore di numerosi rivoli e canali di sgrondo. Il Rio Spinoso, uno dei pochi perenni dei Colli, nasce dal M. Rua con il nome di Calto Malo. A differenza di quelle a Sud del complesso collinare, che sono formate quasi tutte di accumuli torbosi, questa zona umida è composta da alluvioni argillose, che hanno dato origine negli anni Cinquanta ad una intensa attività estrattiva finalizzata alla produzione di laterizi nella “storica”fornace di Montegrotto. Gli escavi, protratti per decenni, hanno prodotto un sistema di bacini a basso fondale, habitat ideale per le specie igrofile e per le idrofite dell’agro pedemontano. Col passare degli anni un gran numero di quei bacini sono stati riempiti con materiale da riporto e trasformati in campi di mais. Tre grandi bacini però sono rimasti integri fino ad ora e sono, insieme alla vasta rete di collettori di scolo delle acque, una delle poche oasi di rifugio per numerose specie animali e vegetali in sofferenza nella pianura padovana.

segnaletica stradale per i Rospi (da http://www.laprovinciadilecco.it)
Emergenze faunistiche. Erpetofauna. Assai vistoso, forse come in nessun altro luogo nei Colli, si presenta in primavera il fenomeno della migrazione, dalle alture verso le zone umide, di consistenti popolazioni di Bufo bufo, fenomeno che si protrae per intere settimane. Attestate sono inoltre le presenze di Salamandra salamandra, di Emys orbicularis e di Natrix natrix. Nella parte alta del Calto Malo si segnala la presenza di Triturus vulgaris, e con esso Rana dalmatina.»
Sembra esistere un carattere comune alle popolazioni di rospi dei Colli Euganei: le zone in cui questi Anfibi ancora oggi persistono in passato erano paludi.
Questi animali continuano a compiere le loro migrazioni riproduttive da tempi lontanissimi.
Gli Anfibi dei Colli Euganei rappresentano la vera identità di questi luoghi. Non è stupendo?
Dovremmo conservare gli Anfibi dei Colli Euganei come una reliquia e invece ogni anno, proprio tra gennaio, febbraio e marzo, sono migliaia gli animali che muoiono per schiacciamento sulle nostre strade.
Le popolazioni sono sempre più rarefatte e in alcuni siti dei Colli Euganei il flusso migratorio si è indebolito fino a scomparire. Pochi si rendono conto di quanto sia drammatica questa situazione.
Caro Tito, abbiamo bonificato le paludi dei rospi e ne abbiamo schiacciati a milioni sotto le ruote delle nostre automobili fino a farli scomparire. E sai di chi è la colpa?
“Progetto tutela e controllo di fauna selvatica negli habitat di Rete Natura 2000 presenti nella ZPS/SIC IT 3260017 “Colli Euganei, Monte Lozzo – Monte Ricco” allegato al DCS n. 22/2016.
Dalla relazione tecnica dell’Ente Parco: «[…] La presenza dei cinghiali, infatti, crea enormi danni alla rinnovazione di querceti e castagneti (a tal proposito, l’Ente Parco ha collaborato con l’Università di Padova per la realizzazione di un metodo di quantificazione di tale danno), al cotico erboso dei vegri, con la loro attività di scavo per reperire bulbi e radici.
Importanti e gravi sono anche i danni causati alla fauna (distruzione di covate, eliminazione fisica di esemplari giovani, distruzione di siti riproduttivi di anfibi, ecc.)…
Qualcuno diceva… «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Ora che il Parco dei Colli Euganei verrà eliminato, perché di questo si tratta, non verranno nemmeno più posizionate le poche reti anti-attraversamento Anfibi. Agli investimenti stradali si sommeranno a nuove speculazioni immobiliari, disboscamenti, agricoltura industriale e quindi inquinamento e avvelenamento, interramento di fossati, stagni e pozze.
Per rane, rospi, salamandre e tritoni dei Colli Euganei sarà l’epilogo, dopo tanta agonia.
Infatti la nuova planimetria del Parco Regionale dei Colli Euganei, prevista dal PDL N. 187 di Berlato e riproposta nel primo emendamento (n.11) al Progetto di Legge n. 194 Collegato alla legge di stabilità regionale 2017, dimentica e taglia fuori tutte le popolazioni di Anfibi dei Colli Euganei.
Ho visto tanti volontari delle associazioni protezioniste attivarsi in questi anni per cercare di porre rimedio provvisoriamente al massacro degli Anfibi sui Colli Euganei. Tanti, avviliti, delusi dal comportamento dei cittadini e delle Istituzioni o sfiniti dal lavoro settimanale, hanno infine rinunciato.
Non ho invece mai visto un solo cacciatore venire a dare una mano per salvare i rospi dei Colli Euganei. Anzi posso testimoniare in prima persona che nemmeno il sindaco di Galzignano Terme e Vicepresidente di Federcaccia, Riccardo Masin, ha mai risposto alle richieste, alle lettere e agli appelli delle associazioni di protezione ambientale per salvare gli Anfibi. Questo nonostante Galzignano ospiti una delle più grandi popolazioni di rospi dei Colli Euganei.
Questa gente non ama la Natura. Arriva solo quando c’è da premere il grilletto.
Come vedi caro Tito, le stesse persone a cui non frega niente degli animali e degli ecosistemi poi fanno i paladini dell’ambiente sui giornali. Sui Colli Euganei il castagneto da frutto è stato distrutto in favore del ceduo castanile (che non arriva a fruttificare!) nel quale le piante vengono tagliate periodicamente per produrre biomassa legnosa combustibile. Anche le querce, come vedi dalle foto, vengono continuamente razziate e così non possono riprodursi.
Eppure danno la colpa ai cinghiali della mancata rinnovazione di querceti e castagneti sui Colli Euganei…
Sempre nella Relazione tecnica dell’Ente Parco, tratta dal “Progetto tutela e controllo di fauna selvatica negli habitat di Rete Natura 2000 presenti nella ZPS/SIC IT 3260017 “Colli Euganei, Monte Lozzo – Monte Ricco” allegato al DCS n. 22/2016, si legge: «I cinghiali hanno una ripercussione molto negativa nei confronti dei fruitori… Il Parco è inoltre facilmente raggiungibile essendo posto in una posizione strategica a breve distanza dalla grandi città Venete e, comprendendo il principale polo termale europeo, attira ogni anno diverse centinaia di migliaia di fruitori, soprattutto stranieri, che spesso alternano i periodi di terapia a escursioni sui sentieri presenti nel territorio Euganeo.
È evidente che percorsi resi a volte impraticabili, minacce di incontri “indesiderati”, valenze naturalistiche e storiche danneggiate, allontanano il flusso turistico verso altre località, con ripercussioni negative sull’economia del territorio.»
Ecco la ciliegina sulla torta.
I sindaci del “principale polo termale europeo” sono finiti in galera dopo aver fatto per decenni i loro sporchi affari e dopo aver messo in ginocchio un intero territorio. Non so quanti, tra assessori e consiglieri comunali, sono indagati. E il problema del turismo e dell’economia che non va sono i… cinghiali…
Tutto questo è schifosamente meschino e demenziale.
Non hai nemmeno un anno Tito, ma crescendo non ci metterai tanto ad accorgerti che in Veneto ed in tutta Italia non sono solo i politici ad essere corrotti, ma anche la stampa è completamente venduta e asservita ai potenti, anche se spergiurano il contrario.
Sui quotidiani, specialmente quelli locali, leggerai quasi sempre articoli banali e compiacenti di cronisti da quattro soldi che pendono dalle labbra del potente di turno, sia questo un sindaco, un consigliere, un assessore, un presidente, un imprenditore o qualche esponente delle associazioni di categoria.
E altro che Par condicio…
La giornalista statunitense Margaret Sullivan, a proposito della professione del giornalista, ha scritto sul The Washington Post:
«I giornalisti devono sempre ricordare che la propria missione è quella di dire la verità e di ritenere i funzionari pubblici responsabili delle loro azioni, dovrebbero andare a fondo alle questioni, prestando molta più attenzione alle azioni invece che alle parole sensazionali o alle bugie dei convegni – restando pronti a chiamare ad alta voce le falsità quando vengono dette. Essi dovrebbero anche riconoscere rapidamente e correggere i propri inevitabili errori… »
Tutto questo a Padova e in Veneto non accade e le maggiori testate non sono altro che un prolungamento di questo schifoso Establishment. Tale è il loro disonore.
Non ci potrà essere nessun cambiamento fino a quando non esisterà una vera iniziativa informativa.
E il cambiamento non avverrà nemmeno implorando gli attuali governanti di mutare la loro linea di condotta politica, perché non lo faranno. Pregare serve solo ad umiliarsi e non cambia niente.

Colli Euganei, Tra Arquà Petrarca e Baone, avanzata di robinia e ailanto sul vegro del Monte Cecilia
Chiamiamo gli attuali politici veneti per quello che sono: ladri di futuro.
E licenziamoli tutti.
Se ti dicono d’alzarti tu siedi
E quando siedono tu alzati in piedi
Non aver fede solo in quello che vedi
Insegui i sogni fino a quando ci credi
T’insulteranno a gran voce e tu ridi
Ti chiuderanno la bocca e tu scrivi
Se ti picchieranno e t’imporranno divieti
Tu fatti beffa dei tuoi padroni
E canta i loro segreti
Articolo 31
Tuo zio, Michele Favaron
(foto Provincia di Lecco, M.F., archivio GrIG)
