Padova, 26 luglio 2015
Gentili Presidenti, Assessori, Consiglieri della Regione Veneto e della Provincia di Padova,
gli Anfibi del Parco Regionale dei Colli Euganei sono in drastica riduzione numerica.
Durante l’ultimo periodo riproduttivo, iniziato circa a metà febbraio 2015 sui Colli Euganei, i volontari impegnati nei salvataggi lungo le strade hanno potuto osservare Rospi comuni, Rospi smeraldini, qualche Rana dalmatina e Rana verde minore, episodiche Salamandre pezzate. Segnalate, ma non ancora osservate dai volontari lungo le strade o nelle immediate vicinanze degli stagni non lontani dalla sede stradale, sono invece la minacciata Rana di Lataste e la Raganella italiana. Tritone alpestre, Tritone crestato italiano, Tritone punteggiato e l’Ululone dal ventre giallo risultano, ormai, introvabili.
A tutt’oggi mancano studi specifici. Pare che le uniche pubblicazioni esistenti a cui si può fare riferimento per i Colli Euganei e le aree limitrofe siano quelle di Arrigoni degli Oddi (1894) e di Richard et al. (1996) e forse c’è stata, negli anni, qualche rara indagine erpetologica di cui non si ha notizia.
Perfino del rospo comune si dice che sia in via di rarefazione da almeno un paio di decenni, soprattutto negli ambienti di pianura, ove se ne osserva anche la locale estinzione (Semenzato, 1994).
E’ molto inquietante leggere dell’andamento del Tritone crestato italiano negli anni: «Scarpa, 1874: “è il più comune dei nostri Tritoni, trovasi ovunque” → Pomini, 1936: “è la più diffusa delle salamandre acquaiole e non v’ha zona del Veneto in cui detta specie non si rinvenga” → Bonato et al., 2007: “in pericolo sui rilievi”» o dell’Ululone dal ventre giallo «Scarpa, 1874: “è comunissimo per ogni luogo” → Pomini, 1936: “si può rinvenire qua e là in pianura” → Bonato et al., 2007: “vulnerabile sui rilievi”».
La causa di tutte queste scomparse e gravi diminuzioni di densità è l’uomo che, attraverso costruzioni e strade, traffico veicolare, agricoltura intensiva, inquinamento agricolo e industriale, taglio degli alberi dei boschi, sfalci, diserbi e arature, utilizzo di biocidi, interramento di fossati, prosciugamento di terreni paludosi per renderli idonei agli insediamenti umani e all’agricoltura, sottrazione di specie rare e introduzione di fauna estranea (il classico “pesce rosso” da boccia, ad esempio), modifica l’ambiente con gravissime e spesso irreparabili conseguenze.
Nonostante l’adattamento all’ambiente terrestre, la riproduzione di questi animali rimane legata ad ambienti acquatici (o ad elevata umidità), motivo per cui di anno in anno si osserva la migrazione riproduttiva di massa (adulti in andata e in ritorno, e poi toccherà ai piccoli neometamorfosati riattraversare la strada) dal sottobosco in collina agli stagni e corsi d’acqua a basso scorrimento in pianura.
La condizione degli Anfibi dei Colli Euganei è umiliante: il grande sforzo dei volontari impegnati da anni per sottrarre rospi e rane dal pavimento stradale durante la migrazione è definitivamente insufficiente.
Il numero dei volontari è minimo rispetto alle necessità, le attività di un gruppo di volontari sono spesso scollegate da quelle di un altro gruppo, molti giorni rimangono scoperti e privi di assistenza per gli animali, i turni sono molto lunghi e si protraggono per diversi mesi, divenendo impossibili da sostenere come tempo e come costi e, fatto ancora più grave, l’Ente Parco Colli Euganei, nonostante le sollecitazioni, non ha ancora provveduto a riconoscere, neppure simbolicamente, il lavoro non retribuito di queste persone, né ha mai pensato di convocare i volontari per coordinare, razionalizzare e ottimizzare le operazioni di salvataggio e mettere in campo le strategie migliori per la conservazione degli Anfibi, grazie all’esperienza e ai suggerimenti dei volontari che meglio di tutti conoscono la situazione e le criticità.
E così, ogni anno si assiste all’eccidio di migliaia di animali in migrazione, spappolati dalle automobili o rimasti intrappolati in fossati o canali di scolo artificiali troppo ripidi, e molte popolazioni hanno già subito un collasso, al punto che molte note località di attraversamento e migrazione Anfibi risultano ad oggi desolate.
I punti di attraversamento stradale Anfibi ad oggi noti sono:
- Via Costa direzione Arquà Petrarca, SP16, Arquà Petrarca;
- Via Costa direzione Monselice, SP73, Solana di Arquà Petrarca;
- Via Cà Orologio direzione Baone, SP21, Baone;
- Via Prossima direzione Valle San Giorgio, SP 21, Cinto Euganeo;
- Via Cavalcaressa, SP89, Cinto Euganeo;
- Via del Castelletto direzione Galzignano Terme, SP25, Valsanzibio di Galzignano Terme;
- via Barbarigo, via Diana ed SP25d, Valsanzibio di Galzignano Terme;
- Via Costigliola Monticello, SP77, Rovolon;
- Via Liviana e incrocio via Cà Boldù direz. Luvigliano, SP89, Bresseo di Teolo;
- Vallarega direzione Luvigliano, Via Bresseo Euganeo, Via Pastorie e Via Valli, SP98, SP77, SP89, Treponti di Teolo
- Via Castelnuovo, SP43, Castelnuovo di Teolo
- Via Volti e Via Regazzoni Alta, strada secondaria, Torreglia
- Via Anconetta e via Pergolette, Lozzo Atestino
- Via Gloria e Via Circuito Monterosso, Teolo
Alla luce di quanto sopra si rende necessaria una rapidissima e avveduta pianificazione di interventi, programmazione di attività, gestione e manutenzione per far fronte alla situazione critica, pena l’estinzione locale di questi animali; i provvedimenti necessari sono sia di tipo organizzativo (coordinamento dei salvataggi e dei volontari) sia di tipo strutturale (costruzione di sottopassaggi stradali adeguati, posa di reti e barriere anti-attraversamento per animali, cartellonistica stradale e segnali luminosi, ripristino di stagni e fossati o addirittura creazione di invasi ex novo, gestione boschiva corretta, lotta all’inquinamento agricolo e industriale, regolamentazione degli sfalci e delle arature, esclusione di tombamenti e tombinamenti di corsi d’acqua, preservazione dell’habitat, etc.).
In data 20 novembre 2014 il Gruppo di Intervento Giuridico onlus – Veneto aveva spedito, con posta certificata e avvenuta ricezione, una lettera per ciascuno degli otto comuni dei Colli Euganei interessati dalla migrazione riproduttiva dei rospi. Eccoli: Arquà Petrarca, Baone, Cinto Euganeo, Galzignano Terme, Lozzo Atestino, Rovolon, Teolo, Torreglia.
La lettera, sottoscritta da ben sette associazioni euganee, andava ad aggiungersi alle lettere già inviate, sempre con PEC, da altre due associazioni padovane nel febbraio 2014.
Ad oggi non un solo amministratore dei 22 interpellati ha risposto alla lettera o semplicemente manifestato interesse. http://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2015/01/20/i-rospi-chiamano-e-le-amministrazioni-rispondono/
L’Ente Parco Colli Euganei, a parte fornire la documentazione richiesta con accesso agli atti e provvedere alla posa – peraltro parziale e talvolta tardiva – delle reti anti-attraversamento stradale, risulta silente, continua ad ignorare l’indispensabilità dei volontari e a non prevedere il loro “ingaggio” per far oltrepassare le reti agli animali (diversamente gli animali resterebbero bloccati interrompendo la riproduzione con effetti altrettanto nefasti) e inoltre, come lo stesso Ente Parco riconosce, in un documento pubblicato sul sito internet del Parco http://www.parcocollieuganei.com/doc/forestale/anfibi.pdf, la segnaletica stradale apposta, il limite di velocità di 30km/h e i tunnel sottostradali realizzati anni or sono con la Provincia di Padova “non hanno soddisfatto le aspettative e ogni primavera lungo le strade dei colli si ripete l’eccidio di centinaia di rane e rospi.”
Per il sistema di gallerie per Anfibi l’Ente Parco il 28 febbraio 2006 spese 30.000 €, senza alcuna utilità, in quanto ci sono evidenti errori di progettazione e collocazione, e i sottopassaggi appaiono sottodimensionati e inutilizzabili dagli animali.
O la politica deciderà di occuparsi di questo grave problema in tempo utile[1] per impedire che il peggio accada, o dovremo salutare per sempre gli Anfibi dei Colli Euganei, morti in un Parco naturale protetto.
Sarà sufficiente un mancato ricambio dei volontari per i salvataggi Anfibi per decretarne la scomparsa.
Potete contattare i volontari scrivendo agli indirizzi grigsardegna5@gmail.com, grigveneto@libero.it, protezionismo.padova@gmail.com .
Attendiamo vostre risposte e provvedimenti.
Michele Favaron – volontario per il salvataggio Anfibi dei Colli Euganei, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus-Veneto
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[1] l’emergenza migratoria si protrae temporalmente, dal mese di gennaio fino a maggio, per quanto riguarda gli adulti, e prosegue nei mesi autunnali per i piccoli neometamorfosati che, a partire dagli stagni, cercano di raggiungere il sottobosco in collina per rifugiarsi e trascorrere l’inverno (letargo).
(foto M.F., archivio GrIG)
