A distanza di 23 anni dalla legge nazionale sulla caccia (art. 10 della legge n. 157/1992 e s.m.i.) e a 17 anni dalla legge regionale sarda sulla caccia (artt. 19 e ss. della legge regionale n. 23/1998 e s.m.i.), finalmente, la Giunta regionale ha avviato la procedura di approvazione del piano faunistico-venatorio regionale.
Con la deliberazione Giunta regionale n. 66/28 del 23 dicembre 2015 si è avuta, infatti, l’adozione del piano.
Eccolo:
Delibera del 23 dicembre 2015, n. 66/28 [file .pdf]
Adozione del Piano Faunistico Venatorio Regionale e degli elaborati connessi alla Valutazione Ambientale Strategica ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. L.R. n. 23/1998.
Il piano faunistico-venatorio regionale ha quale obiettivo la conservazione delle specie faunistiche e la regolamentazione del prelievo venatorio in base alle effettive consistenze faunistiche. Individua areali, stato faunistico, vegetazione degli habitat, dinamica delle popolazioni faunistiche, indicando gli interventi volti al miglioramento della fauna e degli ambienti.
Sono così state avviate le necessarie procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.): l’assenza di quest’ultima quantomeno sul calendario venatorio annuale regionale ha portato le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Lega per l’Abolizione della Caccia e Amici della Terra a ricorrere in sede comunitaria contribuendo – insieme a vari altri casi – all’apertura della procedura di indagine EU Pilot 6730/14/ENVI da parte della Commissione europea “diretta ad accertare se esista in Italia una prassi di sistematica violazione dell’articolo 6 della direttiva Habitat” a causa di svariate attività e progetti realizzati in assenza di adeguata procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.INC.A.) in aree rientranti in siti di importanza comunitaria (S.I.C.) e zone di protezione speciale (Z.P.S.) componenti la Rete Natura 2000, individuati rispettivamente in base alla direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli Habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora e la direttiva n. 09/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica.
Soltanto in pieno periodo estivo, tanto per cambiare, è stata avviata la fase di consultazione pubblica prevista nell’ambito della procedura di V.A.S.: la notizia di avvenuto deposito è stata pubblicata sul B.U.R.A.S. digitale n. 37 del 11 agosto 2016 (Parte I e II). I 60 giorni per l’inoltro di atti di “osservazione” scadono, quindi, l’11 ottobre 2016.
Naturalmente interverremo nel procedimento con uno specifico atto di “osservazioni”, chiedendo la conferma del legame cacciatore – territorio, necessario per legge e giurisprudenza costituzionale in quanto facente parte del “nucleo minimo di tutela della fauna selvatica vincolante per le Regioni” e le Province autonome” (Corte cost. n. 142/2013; Corte cost. n. 4/2000), nonché chiedendo l’esclusione dall’ammissione al regime di “caccia controllata” dei cacciatori non residenti in Sardegna.
Rarefazione di alcune specie appartenenti alla c.d. fauna nobile stanziale, innanzitutto Lepre e Pernice sarda, sistematico imperversare di devastanti incendi nel periodo estivo, progressiva antropizzazione del territorio fan sì che la pressione venatoria debba esser quanto più contenuta.
Il calendario venatorio regionale 2016-2017 sarà l’ultimo in assenza di pianificazione faunistico-venatoria.
Era ora.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Lega per l’Abolizione della Caccia e Amici della Terra
(foto Raniero Massoli Novelli, S.D., archivio GrIG)
