Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus si sta occupando concretamente del progetto di nuova strada a esclusivo beneficio delle attività estrattive del marmo nelle delicatissime aree del Sagro e del Borla, sulle Alpi Apuane.
Ecco una lettera aperta inviata al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
Ma al Presidente Rossi interessa davvero difendere le Alpi Apuane?
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
Lettera aperta al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
<<Quando la politica prevarica, ovvero quando l’interesse privato prevale sul bene comune>>.
Alcuni siti estrattivi del Sagro sono saliti agli onori della cronaca locale: si tratta di cave che operano nel comune di Fivizzano, in area contigua del Parco Regionale delle Alpi Apuane. Queste attività sono state sospese dal parco per inadempienze relative all’accantonamento di scarti di lavorazione in loco, prassi non consentita dalle norme regionali. Abbiamo consegnato agli enti interessati le prove che l’attività procede incurante della sospensiva e con scarico di terre e scaglie, anche di grande dimensione, in un ravaneto e in un canale, quindi in totale abuso e con recidivo illegale comportamento.
È quanto meno sospetto che il Parco non intervenga per imporre il fermo di queste cave che lavorano nonostante la sospensione impartita e, soprattutto, con l’abusivo scarico dei detriti, motivo per il quale è scattata la sospensiva. Il sospetto permane anche qualora il Comune di Fivizzano non si adeguasse alla decisione del Parco, dato che la violazione di legge per lo scarico degli scarti è evidente e provata.
La questione centrale, signor Presidente, è tuttavia un’altra e impone una riflessione sull’effettivo perseguimento delle funzioni statutarie del Parco che pare più attento a rappresentare le 70 attività estrattive, presenti in area contigua (quasi al pari del distretto minerario di Carrara) anziché il mandato di conservazione e valorizzazione delle aree in tutela. In modo più preciso rileviamo le dichiarazioni del presidente del Parco Putamorsi (vedi Il Tirreno del 16/7/2016) in relazione ad un accordo con altri enti per la costruzione di una strada di arroccamento all’interno dell’area protetta per favorire le cave, un modo francamente sconcertante, e neanche una novità, di interpretare il ruolo di massima autorità del Parco.
Di questo disegno di costruzione di una strada di arroccamento in area parco abbiamo saputo per notizia di stampa data dal Sindaco di Carrara. Leggiamo, poi, che il tracciato sarà progettato dai Comuni di Carrara e Fivizzano, mentre la realizzazione dell’opera sarà effettuata dagli industriali delle cave del Sagro che ne diventeranno i proprietari. Ci rassicuri Lei, signor Presidente, che stanno scherzando. La costruzione di una via di arroccamento in area parco già è concettualmente incredibile, intaccare, poi, un’area vergine per favorire la devastazione del Sagro è paranoico. Se può apparire ridicolo che difendiamo un piccolo fiore come la centaurea del Borla, un endemismo unico al mondo, cioè un patrimonio solo nostro che rischia l’estinzione, si abbia almeno contezza di ciò che comporta la costruzione di una nuova strada. Le vie di arroccamento non deturpano solo il paesaggio ma, soprattutto, producono una devastazione morfologica cioè la distruzione del reticolo idrografico, dei crinali, l’instabilità dei versanti. Ci siamo forse già scordati che questi fattori di rischio accentuerebbero quelli molto gravi che già incombono su Carrara? E tutto ciò avverrebbe per opera di privati, per il loro interesse particolare, con il contributo ossequiente degli enti. Quale vantaggio ricaverebbe la comunità al punto da accettare un simile scempio eterno? I quaranta posti di lavoro sbandierati dai sindacati? Le nostre ricerche ci hanno portato a scoprire che gli addetti sono 13, almeno quelli dichiarati dagli stessi industriali alla Regione. Non chiediamo onestà a chi è abituato ad agire contra legem, ma che almeno siano coerenti con i dati che essi stessi hanno fornito. E comunque, per capire che il lupo è travestito da agnello, basta leggere le autorizzazioni rilasciate dal Parco dove sono indicati continui e numerosi illeciti, o ripescare il ricorso al TAR contro il divieto di transito a Fosdinovo per i camion, che vide l’opposizione della provincia di Massa Carrara e di Autotrasporti Inerti Nord srl (autotrasportatori di cui si sospettano legami con la ‘ndrangheta) con l’intervento ad adiuvandum di Inerti Muto srl, Marmi Walton Carrara srl e Walton Carrara Successori srl.
Come avrà capito, caro Presidente, la questione è finemente etica e non solo ambientale, è una questione di regole di convivenza civile che vengono ancora una volta calpestate abbassando la politica a zerbino degli interessi particolari. Per questo ci rivolgiamo a Lei, perché nel rispetto della legge pensi al futuro di questo territorio e difenda l’interesse generale.
Franca Leverotti, Alberto Grossi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – Presidio Apuane
(foto A.G., archivio GrIG)
