Palermo, 23 maggio 1992.
l giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, insieme a tre agenti della scorta vengono uccisi nella strage di Capaci dalla mafia. Decine i feriti.
Palermo, 19 luglio 1992.
Il magistrato Paolo Borsellino, insieme a cinque agenti di Polizia della scorta, vengono fatti saltare in aria nella Strage di via D’Amelio.
Anni di stragi, che hanno insanguinato l’Italia, organizzazioni criminali mafiose che hanno appestato e appestano l’Italia (e non solo).
Numerosi processi hanno permesso di individuare gli autori delle stragi, tuttora non sono individuati tutti i mandanti.
Ma una cosa è ben chiara, a trent’anni di distanza dai fatti. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, così come altri colleghi che realmente arrivavano a dar fastidio alle organizzazioni criminali mafiose sono stati lasciati soli.
L’isolamento era anche nello stesso ambito della magistratura.
“Che senso ha essere accompagnato con la scorta la mattina per poi essere libero di essere ucciso la sera?”.
Così parlava il magistrato Paolo Borsellino nel 1984 davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, che, bontà sua, nel 2019, ha deciso di desecretare gli atti dei propri lavori fino al 2001.
Penuria di personale, scarsità di mezzi, per giunta antiquati, isolamento, per combattere la mafia.
“ …il pomeriggio c’è una sola macchina blindata e io sistematicamente vado in ufficio con la mia auto per poi tornare a casa verso le 21-22 …la libertà la riacquisto, ma non vedo che senso ha perdere la libertà la mattina per essere libero di essere ucciso la sera“.
Qui le audizioni inedite di Paolo Borsellino.
E’ che si è detto di un altro Italiano che dava fastidio?
“Non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici. Certo è una persona che in termini romaneschi se l’andava cercando”, così commentava il senatore a vita, pluri-Presidente del Consiglio e pluri-ministro Giulio Andreotti sull’assassinio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana del banchiere siciliano Michele Sindona.
Giorgio Ambrosoli, con competenza e onestà, nonostante pesanti intimidazioni, portò a compimento la procedura di liquidazione dell’istituto bancario, ormai in drammatico dissesto finanziario.
Tutto questo dava fastidio a politici, mafiosi, massoni, banchieri in una felice comunione d’intenti affaristica.
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giorgio Ambrosoli sono fra i tanti, troppi, uomini lasciati soli nella difesa della nostra Repubblica.
Non dimentichiamolo mai e agiamo di conseguenza, in quello che siamo in grado di fare.
Solo così hanno un senso gli anniversari
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto Wikipedia)