Ormai Roma sembra percorsa da un’inquietante cavalcata delle motoseghe, soprattutto in periodo di riproduzione dell’avifauna selvatica (marzo – luglio).
Fra i tanti – troppi – casi, dopo i tagli di alberi in assenza di autorizzazioni paesaggistiche e culturali di Via San Gregorio e di Viale Trastevere, dopo la devastazione ambientale nell’area degli stabilimenti industriali dismessi della SNIA – Viscosa, lungo la Via Prenestina, ora è il turno di Villa Glori, polmone verde di 25 ettari, lo storico Parco della Rimembranza, dove decine di Pini vengono tagliati in questi giorni senza uno straccio di spiegazione.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico odv, raccogliendo preoccupatissime segnalazioni di cittadini, ha inoltrato (6 maggio 2021) in proposito un’urgente istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche, alla polizia giudiziaria e alla magistratura competenti.
Coinvolti dall’azione ecologista il Ministero per la cultura e il Ministero della transizione ecologica, la Regione Lazio, la Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, i Carabinieri Forestale, il Comune di Roma Capitale, informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
L’area è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), mentre nel periodo primaverile ed estivo sono vietati tutti gli interventi che possano disturbare la riproduzione dell’avifauna selvatica (art. 5 della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, esecutiva in Italia con la legge n. 157/1992 e s.m.i.,).
Il disturbo/danneggiamento/uccisione delle specie avifaunistiche in periodo della nidificazione può integrare eventuali estremi di reato, in particolare ai sensi dell’art. 544 ter cod. pen.
La Villa Glori, poi, è qualificabile “bene culturale” (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Piaccia o no, quello che emerge è l’assenza di una vera e propria politica del verde pubblico.
Per esempio, dal 2016 al 2018, in soli due anni, l’Amministrazione comunale di Roma Capitale guidata da Virginia Raggi ha fatto fuori 9.111 alberi (153 nel 2016).
Più di mille nel centro storico.
Tante belle parole, tante belle intenzioni, ma la realtà parla di alberi tagliati – spesso senza motivo reso pubblico – e mai sostituiti.
Oggi gli alberi fatti fuori non si contano più. Spesso senza alcuna autorizzazione paesaggistica o culturale, pur in area vincolata.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico odv chiede con forza l’intervento delle amministrazioni pubbliche competenti, nonché di polizia giudiziaria e magistratura, perché venga ripristinato il rispetto della legalità ambientale.
Gruppo d’Intervento Giuridico odv

(foto per conto GrIG, archivio GrIG)