Il Lupo (Canis lupus) sta ritornando sui sette colli di Roma.
Dopo più di un secolo di assenza, nel 2012 un esemplare di Lupo era ricomparso coraggiosamente, nel 2014 e nel 2016 altri due Lupi avevano fatto la loro comparsa.
Si pensava a delle esplorazioni da parte di esemplari giovani. Ora, invece, sono stati ripresi due cuccioli a Castel di Guido, presso un’oasi naturalistica, segno tangibile di un’avvenuta riproduzione.
Nel luglio 2017 una femmina di Lupo era stata avvistata nel parco naturale regionale della Valle del Ticino, fra Boffalora e Magenta.
Era dal medioevo che un Lupo non percorreva libero la campagna lombarda.
E ora ritorna nella campagna romana.
Lupi e Uomini possono convivere sulla stessa Terra.
Senza fucili e piombo, non ce n’è bisogno.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da La Stampa, 28 settembre 2017
Dopo più di un secolo tornano i lupi a Roma.
Due cuccioli sono stati fotografati a Castel di Guido. L’esperta: «È una scoperta straordinaria, ma ora le istituzioni ci aiutino a salvaguardarli».
«Vedere quella foto per noi è stata un’emozione incredibile», spiega a la Zampa Alessia De Lorenzis, responsabile per la Lipu dell’Oasi di Castel di Guido. Qui i lupi sono arrivati da soli, percorrendo nel tempo i corridoi naturali, le zone boschive che fiancheggiano i filari. «Per primi sono arrivati i cinghiali portati dai cacciatori – spiega De Lorenzis –. La loro diffusione incontrollata causa molti danni e si riequilibra proprio con la presenza dei lupi, i loro predatori. Per questo la scoperta ha un valore ecologico straordinario».
Negli anni i lupi sono stati perseguitati dall’uomo: negli anni Settanta la loro presenza era ormai limitata a pochi esemplari, in poche zone d’Italia. Nel Lazio il lupo è sopravvissuto a nord nella zona dei monti della Tolfa e di Bracciano e a sud sui monti Simbruini. Essendo il Tevere una barriera difficile da superare, è probabile che a Castel di Guido i lupi siano arrivati da nord, seguendo la diffusione dei cinghiali.
Un primo lupo, in avanscoperta già nel 2013, è stato chiamato Romolo. «Era un individuo solitario, forse voleva solo conoscere il posto: si è trovato bene e si è nutrito di cinghiali, come abbiamo capito dalle feci. Ma mancava una femmina e per questo se ne è andato». Il secondo lupo, Numa, è arrivato nel febbraio 2014. E poi nel 2016 è finalmente comparsa anche una femmina: Aurelia.
L’obiettivo è riuscire a proteggere gli allevatori. «Si possono promuovere rifugi notturni per gli animali, le recinzioni elettrificate o sistemi più innovativi: come sensori che si attivano con luci e suoni per spaventare gli animali. Anche perché i lupi sono animali di grande lucidità: vivono nascondendosi dai pericoli, se sono spaventati è difficile che poi tornino nella stessa zona».
«Ma per salvaguardare il lupo bisogna innanzitutto proteggere gli allevatori – conclude De Lorenzis –. Solo se eviteremo i loro danni potremo avere una comunità pronta ad accettarli».
(foto S.D., archivio GrIG)
