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Un buon esempio di intervento per i demani civici, gli orti sociali.

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bosco e girasoli

bosco e girasoli

Ecco un’ottima iniziativa, che, con una spesa irrisoria, può dare un riscontro positivo nell’ambito della corretta gestione dei demani civici, gli orti sociali.

Nel caso specifico è stata inserita dal Comune di Macomer nel piano di valorizzazione e recupero delle terre civiche ed è stata realizzata a partire dal 2015 su un’area di circa 3 ettari al Monte S. Antonio

Bravo il Comune di Macomer, bravi gli amministratori comunali e i tecnici che hanno posto in essere uno dei modi in cui si possono gestire bene i terreni a uso civico, nella legalità, nel rispetto del territorio e per il benessere dei titolari dei diritti di uso civico.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

Tortore dal collare (Streptopelia decaocto) fra i Girasoli

Tortore dal collare (Streptopelia decaocto) fra i Girasoli

 

ORTI SOCIALI SU TERRE CIVICHE

La sfida nel rappresentare un progetto di orti sociali, è legata al fatto che nello stesso tempo si tratta di una superficie per la coltura di ortaggi (orti) e di un più intricato processo (sociale) che prende forma attraverso le dinamiche delle persone che vi prendono parte e il contesto sociale di una specifica collettività.

Gli orti sociali, infatti, non rappresentano solo una risorsa concreta per le singole persone e famiglie, ma anche un concetto organizzatore per nuove idee e pratiche sulla qualità della vita, il rapporto uomo, ambiente e natura. Un intreccio di elementi concreti, tangibili, sostanzialmente prevedibili e di elementi immateriali, dinamici.

L’esperienza ci indica che gli orti sociali possono generare un’ampia gamma di benefici dentro la “Comunità”, e rappresentano un modo per costruire risultati multipli e integrati di tipo individuale, sociale, ambientale ed economico che hanno a che fare con il rapporto con la natura, l’esercizio fisico, la salute e la nutrizione, l’autostima, l’educazione ambientale, la crescita personale, l’amicizia, lo sviluppo di capacità, l’espressione della propria cultura, l’inclusione e la coesione sociale, l’economia locale e molto altro.

Alcuni di questi benefici sono tangibili come il far crescere ortaggi e frutti per il consumo famigliare o dare forma allo spazio all’aperto per questa pratica, altri benefici sono invece intangibili come il benessere delle persone e i benefici psicologici.

Macomer, Monte S. Antonio, orti sociali (da Il Marghine.net)

Macomer, Monte S. Antonio, orti sociali (da Il Marghine.net)

L’esperienza realizzata in questi anni dal Comune di Macomer, attraverso il progetto “Orti sociali” ha permesso di recuperare e diffondere la “cultura del fare”, le conoscenze e le tecniche di coltivazione naturale, offrire alle persone in condizioni di povertà mezzi per l’autosostentamento, è un esempio di questa importante evoluzione che può compiersi in tema di orti e orticoltura.

Con il presente piano di valorizzazione e recupero l’Amministrazione intende, in primis, conformizzare (ossia rendere, consona l’iniziativa, in essere, alle norme in materia di Usi Civici e ampliare le tematiche relative ai benefici futuri.

In maniera sintetica gli obiettivi del progetto  sono i seguenti:

– Promuovere pratiche di orticoltura responsabile verso l’ambiente e la Comunità locale nella gestione degli orti sociali, promuovendo metodi di produzione eco-compatibili e contribuendo alla regia pubblica da parte dell’Amministrazione comunale

– Favorire una nuova visione che integri il governo del territorio, consumi e stili di vita delle famiglie, nuova agricoltura eco-compatibile.

– Valorizzare il ruolo degli ortisti nella Comunità di Macomer, progettare con loro un prototipo di orto e realizzarlo in maniera collaborativa nei diversi insediamenti, come palestra di orticoltura. In quest’ambito la sfida è di arricchire i saperi e le azioni in atto, con conoscenze, sperimentazioni e linee guida dell’orticoltura attraverso l’attività di progettazione di orto e la sua realizzazione nei diversi lotti di orti come palestra partecipata di esperienza.

Questo insieme d’iniziative da realizzarsi per e con gli ortisti con l’aiuto di un agronomo (figura presente nell’Ufficio tecnico comunale) e del competente assessorato comunale , potrà (in futuro) rendere possibile la collaborazione di alcuni ortisti per la realizzazione di orti didattici (per le scuole) innescando un rapporto molto felice di collaborazione, d’incontri e di scambi tra generazioni diverse, tra nonni e nipoti ortisti nell’ambito di un percorso didattico costruito con gli insegnanti e la Direzione delle Scuole.

quattro spighe nel campo di grano

quattro spighe nel campo di grano

  1. Coltivare un orto

E’ la dimensione più soggettiva, fisica e psicologica, individuale e condivisa, legata all’esperienza delle persone che coltivano un orto o imparano a farlo. Un orticoltore racconta non solo dello sforzo e dell’impegno che il suo orto richiede, ma soprattutto del piacere della sua esperienza e dell’orgoglio per i frutti del proprio lavoro.

L’esperienza di coltivare un orto ha quindi a che fare con:

– Esercizio fisico e vita attiva

– Salute e benessere fisico e psicologico

– Un habitat per coltivare amicizie e socialità attraverso la condivisione di pratiche, saperi e valori

– Il racconto di chi siamo e da dove veniamo, radici, saperi e tradizioni

campo di mais

campo di mais

  1. conoscenze e sistemi per coltivare gli orti

Ci riferiamo ovviamente alla promozione e adozione di metodi di orticoltura responsabili verso la salute delle persone e verso l’ambiente.

– Il lavoro nell’orto per la produzione di ortaggi e frutti per il consumo famigliare

– I vecchi e i nuovi saperi per un’orticoltura di qualità

– Metodi e strategie per un’orticoltura eco-compatibile

– Imparare e insegnare a coltivare un orto

– Scambio di conoscenze e di capacità

– Risorse condivise per gli orti e iniziative comuni tra gli ortisti (es. banca dei semi, vivaio,  uso del surplus produttivo, collaborazione con le scuole per orti didattici,  iniziative culturali, di socialità, di solidarietà, …)

foglie nel bosco

foglie nel bosco

  1. Orticoltura e sostentamento

E’ la funzione principale di un orto che le persone acquisiscono, trasmettono e possono accrescere attraverso la loro esperienza diretta e la consapevolezza sulla loro alimentazione e i loro consumi. I contenuti che entrano in gioco sono:

– Orto e alimentazione di qualità a km0

– Sicurezza e indipendenza alimentare

– Orto e autoproduzione: farsi da mangiare salvaguardando la propria salute e limitando il cibo di produzione industriale.

– Stagionalità dei frutti dell’orto.

Oliveto

Oliveto

  1. Gli orti sociali della Comunità

Gli orti sociali rappresentano una grande risorsa soprattutto per persone e famiglie che vivono nei centri cittadini a rischio di solitudine ed esclusione sociale (in particolare per le persone anziane).

Consentono l’avvio di un processo di trasformazione e di rivitalizzazione della comunità, di pratiche dalla valorizzazione e condivisione di un bene comune.

Questo è anche l’ambito in cui gli orti sociali possono essere concepiti e valorizzati come risorsa per lo sviluppo di forme di economia locale e solidale, basata su una rete di relazioni e sulla condivisione di valori e obiettivi dentro la Comunità locale.

In particolare, come bene “comune” dei naturali, nei rapporti tra differenti generazioni e come studio di convivenza sociale e ambientale.

macchia meditarranea (ginestre, olivastri, cisto)

macchia mediterranea (ginestre, olivastri, cisto)

  1. Considerazioni finali

Il ruolo, la volontà e le risorse dell’Amministrazione sono condizione indispensabile per la continuità di un’esperienza di orti sociali in assenza dei quali possiamo avere solo sporadiche esperienze che nel migliore dei casi hanno un impatto positivo solo su singole famiglie. Questa dimensione, consente sia di valutare sia di progettare l’importanza e l’ampiezza di significato che gli orti sociali possono avere all’interno della Comunità.

Consentomo di far crescere in maniera incrementale e integrata la funzione dell’Amministrazione e delle sue politiche da un lato e dall’altro la concreta possibilità, per i cittadini, di partecipare alla creazione di valore ambientale, sociale ed economico.

La riflessione sulle diverse valenze della proposta progetuale e dall’esperienza maturata dall’Amministrazione comunale, ci restituisce un quadro che ci consente di percepire il valore e il potenziale di questo tipo di conoscenze in rapporto alla vita nella Comunità e a un diverso rapporto con l’alimentazione e la salute, con la natura e l’ambiente che ci circonda che contribuiamo a costruire con il nostro modo di vivere e di gestire il patrimonio civico.

Un nuovo percorso di valorizzazione destinato a svilupparsi e di cui le Comunità possono essere co-protagoniste.

Infatti, queste esperienze possono essere attuate per occupare il tempo degli anziani per creare valore sociale, ambientale ed economico e per costruire comunità sempre più sostenibili attraverso lo stile di vita e le pratiche della comunità.

Nel nostro caso specifico si ha una superficie totale di ettari 3.00.00 (30.000 mq) messi a disposizione dall’Ammnistrazione per gli aventi diritto, l’ubicazione è ottimale in quanto vi è la presenza di un punto di approvvigionamento idirico indispensabile per l’irrigazione, la qualità del suolo la  giacitura e l’esposizione risultano ideali per lo scopo prefisso dall’Amministrazione, i lotti di forma rettangolare con una superficie coltivabile di mq. 400 (circa) scaturiscono dalla divisione in n.60 lotti dell’intero comparto (n. 60 lotti X 400 mq= 24.000 mq) ai quali vanno sommati mq. 6.000 (tare) destinati a viabilità, sterrata, e aree comuni.

I singoli lotti sono delimitati da paletti di ferro o legno e nastro segnaletico, l’accesso al comparto avviene dalla strada provinciale n. 43, l’area è adiacente alla zona fieristica del Comune di Macomer e al vivaio produttivo gestito dall’Ente Foreste.

geom. Giovanni Battista Piras, tecnico usi civici

acqua e gemme

acqua e gemme

(foto da Il Marghine.net, Cristiana Verazza, E.R., S.D., archivio GrIG)

 



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