L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (10 agosto 2016) una specifica richiesta di adozione degli opportuni provvedimenti, fra cui il sequestro preventivo, riguardo la viabilità costiera sul cordone dunale che separa la spiaggia di Putzu Idu da Sa Salina Manna, zona umida retrostante sul litorale di San Vero Milis (OR), riaperta al traffico veicolare lo scorso luglio 2016.
L’area appartiene al demanio civico (legge n. 1766/1923 e s.m.i., regio decreto n. 332/1928 e s.m.i., legge regionale n. 12/1994, dichiarazione con determinazione dirigenziale n. 275/2005 del 24 febbraio 2005), del centro del Sinis, è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 ei s.m.i.), nonché con vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), e rientra nel sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Stagno di Putzu Idu (Salina Manna e Pauli Marigosa)” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.).
Lo stesso piano di gestione del sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Stagno di Putzu Idu (Salina Manna e Pauli Marigosa)”, approvato con decreto assessoriale n. 26 del 28 febbraio 2008, prevede (scheda VEF5) la realizzazione di “un collegamento Putzu Idu – Mandriola alternativo alla strada attualmente esistente al fine di porre le basi per la futura eliminazione della stessa” per ovviare allo specifico fattore di degrado ambientale rappresentato dall’“eccessivo traffico stradale lungo il sistema dunale che separa il mare dallo stagno di Sa Salina Manna”.
Eppure la strada – che di fatto continuava a esser percorsa dagli autoveicoli – è stata riaperta formalmente al traffico veicolare dal Comune di San Vero Milis (deliberazione Consiglio comunale n. 20 del 21 giugno 2016, ordinanza Comune S. Vero Milis – Area vigilanza n. 20 del 13 luglio 2016), in palese violazione della sentenza del Commissario per gli Usi Civici per la Sardegna n. 16 del 4 novembre 2015 con cui è stata riaffermata la natura demaniale civica delle aree. Inoltre, la Regione autonoma della Sardegna – Servizio Tutela del Paesaggio di Oristano (note prot. n. 20539 del 24 maggio 2016 e prot. n. 28384 del 19 luglio 2016) ha definito chiaramente come solo parzialmente veritiero il contenuto della deliberazione Consiglio comunale n. 20 del 21 giugno 2016 per quanto concernente il proprio parere reso in sede di conferenza di servizi del 30 maggio 2016 che, secondo il Comune di S. Vero Milis, avrebbe dato luogo alla riapertura al traffico veicolare della strada in argomento. Non risultano poi rispettati i contenuti del vincolante parere paesaggistico (richiesta di relazioni scientifiche che possano superare i pareri in sede di P.U.C., P.U.L., V.A.S. che indicano nella presenza della strada l’aumento dell’erosione dell’arenile). Analoga posizione è stata espressa dalla Regione autonoma della Sardegna – Servizio Demanio e Patrimonio di Oristano (nota prot. n. 31689 del 2 agosto 2016).
Già una precedente azione legale ecologista (9 giugno 2016) aveva coinvolto le competenti strutture del Ministero dell’ambiente (Direzioni generali per le Valutazioni ambientali e per la Tutela della natura), del Ministero per i beni e attività culturali (Ministero e Soprintendenza cagliaritana), della Regione autonoma della Sardegna (Direzione generale della pianificazione, Servizio tutela della natura, Servizio valutazioni ambientali, Servizio tutela del paesaggio oristanese), il Comune di San Vero Milis. Ora sono stati informati la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano e il Commissariato per gli Usi Civici per la Sardegna, ai quali è stato chiesto di valutare l’opportunità di adottare provvedimenti di sequestro preventivo con l’indicazione di modalità d’uso della viabilità che non incrementino il fenomeno dell’erosione costiera.
L’obiettivo è quello del ripristino ambientale del cordone dunale, una scelta di civiltà e buon senso.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)
