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Sherwood vien definita la rivista tecnico-scientifica del settore forestale italiano e riporta il comune sentire degli operatori economici e tecnici che lavorano con boschi e foreste in Italia.
Non stupisce, quindi, che il Rapporto GrIG sugli illeciti forestali (marzo 2025) abbia provocato più d’un moto di fastidio.
La rubrica Pillole forestali dall’Italia “è sponsorizzata da PEFC Italia e FSC®Italia”, cioè rispettivamente “un’organizzazione” che promuove “un sistema di certificazione forestale nazionale” e “il sistema di certificazione forestale più accreditato al mondo”.
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Generalmente non si fanno affermazioni in contrasto con i desiderata degli sponsor.
Se ne desume che a Sherwood e agli sponsor della rubrica piaccia dare una visione tendenzialmente positiva, magari idilliaca, della gestione di boschi e foreste in Italia.
Perciò contestano la presunta mancanza di trasparenza del Rapporto GrIG sugli illeciti forestali, in quanto non viene enunciata “di che tipologia di illeciti” si tratti e “la scala del problema, anche a livello geografico”.
Forse pretendevano una statistica a livello provinciale o, magari, comunale. Chissà.
Poi, con palese contraddittorietà, vien lamentata la mancanza di “una reportistica particolareggiata” prodotta da autorità pubbliche preposte.
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Quel che proprio non riescono a riconoscere costoro è che il Rapporto GrIG sugli illeciti forestali, pur con tutti i limiti dati dalla difficoltà di reperire dati ufficiali, è la prima fotografia in materia, in assenza di una statistica ufficiale pubblica e fornisce un’idea abbastanza precisa sull’entità di reati, illeciti amministrativi, trasgressori nel campo della gestione di boschi e foreste del Bel Paese.
Tutti i dati riportati, in piena trasparenza, sono stati formalmente acquisiti dal Comando generale dell’Arma dei Carabinieri e dai Corpi e Strutture forestali delle Regioni e delle Province autonome, fonti ufficiali e autorevoli.
2.094 notizie di reato, 26.667 illeciti amministrativi, 1.263 persone denunciate, 21 arresti, 302 sequestri preventivi, sanzioni amministrative per complessivi euro 20.625.567,05 nei confronti di 24.751 trasgressori (2020-2024) fan capire che il livello di legalità in materia è deficitario e chi afferma di praticare la buona gestione del bosco dovrebbe esser il primo a preoccuparsi e a non limitarsi a dichiarazioni di facciata, ma a impegnarsi concretamente contro illeciti e trasgressori.
Sì, “l’attuale situazione di illegalità diffusa può render felici solo imprenditori senza scrupoli del settore del legno e nel campo della produzione di energia da biomasse legnose” ed è ora che chi non se ne rende conto apra bene gli occhi.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
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dalla rivista Sherwood, 7 aprile 2025
Pillole forestali dall’Italia #55 – Indagini, inchieste, narrazioni (e altre notizie di aprile). (Luigi Torreggiani)
C’È ILLEGALITÀ DIFFUSA NELLA GESTIONE FORESTALE?
2.094 notizie di reato, 26.667 illeciti amministrativi, 1.263 persone denunciate, 21 arresti, 302 sequestri preventivi. Sanzioni amministrative per più di 20,6 milioni di euro nei confronti di 24.751 trasgressori. Tutto questo nel periodo che va dal 2020 al 2024.
Questi sono i dati pubblicati nel “Rapporto sugli illeciti forestali”, recentemente presentato dall’associazione ecologista GrIG – Gruppo di Intervento Giuridico, con l’evidente intento di mostrare come la gestione forestale applicata in Italia sia in molti casi irrispettosa delle norme.
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“L’attuale situazione di illegalità diffusa può render felici solo imprenditori senza scrupoli del settore del legno e nel campo della produzione di energia da biomasse legnose”, spiega l’associazione nelle conclusioni del proprio rapporto, realizzato (così si evince da quanto dichiarato), grazie a dati forniti dai Carabinieri Forestali per le Regioni ordinarie e dai Corpi forestali e di vigilanza ambientale per le Regioni e le Province autonome.
Ma torniamo ai numeri: sono tanti, sono pochi? Sono in aumento o in diminuzione? Cosa rappresentano? Mostrano davvero una preoccupante situazione di “illegalità diffusa”?
Indubbiamente l’illegalità nella gestione forestale, così come in tutti gli altri settori produttivi, esiste eccome e va conosciuta, monitorata e contrastata con forza. L’azione di denuncia di un’associazione ambientalista è importante in un sistema democratico, proprio per sollevare problemi di questo tipo e porre riflessioni: ben vengano quindi iniziative come quelle del GrIG. Ma per porre solide basi di discussione capaci di portare ad un reale cambiamento occorrerebbe un elemento fondamentale che nel rapporto sugli illeciti forestali dell’associazione ecologista sembra proprio mancare: la trasparenza.
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Il GrIG, infatti, spiega molto genericamente di aver condotto una: “Ricerca in relazione all’irrogazione di sanzioni amministrative ed emissione di comunicazioni di notizie di reato in materia di tagli boschivi non autorizzati”. Non dettaglia però di che tipologia di illeciti si parla. Come sappiamo bene, un conto è realizzare un taglio abusivo, senza alcuna autorizzazione né comunicazione, oppure distruggere un habitat protetto; un altro conto è lasciare, ad esempio, 3 matricine in meno in un ettaro di bosco gestito a ceduo o realizzare la curva di una strada forestale di 20 cm più larga rispetto al progetto. Dal rapporto GrIG risulta davvero difficile comprendere la scala del problema, anche a livello geografico, dato che tranne il caso di Regioni e Province autonome si può leggere solo una somma complessiva.
Ma se il ruolo di un’associazione ambientalista è quello di denunciare un problema (in modo più o meno trasparente e più o meno enfatico), starebbe alle istituzioni produrre una reportistica particolareggiata, in grado di fotografare una situazione critica per poi analizzarla nel merito e, se il caso, cercare di risolverla.
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Nel SINFor c’è in effetti un indicatore, il “C.10”, che è dedicato proprio a “Illeciti, controlli e sanzioni in ambito forestale”; ma i dati, di fonte CUFA-Carabinieri Forestali, sono ad oggi fermi al 2017. Dato che al GrIG sono stati forniti dati aggiornati al 2024 proprio dal CUFA, è davvero curioso come nella reportistica ufficiale gli stessi numeri risultino così obsoleti.
Nessuno vuole difendere chi commette illeciti forestali, ci mancherebbe altro. Ma per contrastare l’illegalità non basta usare toni forti e proporre somme per mostrare numeri alti e preoccupanti (perché, ad esempio, mostrare i dati 2020-2024 e non l’andamento annuo del problema?). Occorrerebbe porre le basi per una discussione seria e approfondita, in grado di comprendere la natura, la distribuzione e la gravità degli illeciti. Su questo tema, chi svolge l’attività di controllo dovrebbe essere in prima linea, collaborando certo con le associazioni ambientaliste ma anche, forse soprattutto, realizzando una reportistica dettagliata e aggiornata laddove si raccolgono i dati ufficiali.
Ne avremmo davvero un grande bisogno: ci auguriamo perciò che i dati del SINFor vengano presto aggiornati.
Per approfondire:
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(foto da mailing list ambientalista, A.L.C., S.D., archivio GrIG)