Il Fiume Sesia e la sua valle costituiscono tuttora un esempio di grande valore naturalistico, ampiamente riconosciuto.
Il piccolo corso d’acqua è reso vivo dalla fauna ittica, le sponde sono ricche di vegetazione riparia, alberi, fauna selvatica.
Il 29 e il 30 giugno 2024 si sono verificati eventi meteoclimatici che hano portato a danni nel territorio della Valsesia (VC), tanto da far dichiarare dichiarare lo stato di emergenza e a far stanziare cospicui fondi pubblici con l’ordinanza Dipartimento Protezione Civile n. 1096 del 21 agosto 2024 (+ Allegato), concernente “Primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei giorni 29 e 30 giugno 2024”.
Con l’alibi dell’emergenza, però, possono esser combinati piccoli e grandi scempi ambientali e la preoccupazione si è diffusa fra i residenti al momento in cui lungo il corso e le sponde del Sesia sono stati avviati vari interventi di movimentazione e utilizzazione materiali lapidei dell’alveo, ripristini e risistemazione delle sponde da parte di vari Comuni titolari.
Ma sono state adottate adeguate cautele per la fauna ittica?
E’ previsto il completo ripristino ambientale, come indicato dalla Disciplina delle modalità e procedure per la realizzazione di lavori in alveo, programmi, opere e interventi sugli ambienti acquatici ai sensi dell’art. 12 della legge regionale n. 37/2006?
E’ salvaguardato il tratto “Alto Sesia”, dichiarate “area ad elevata protezione” dal Piano di Tutela delle Acque (PTA) della Regione Piemonte (aggiornamento 2021), approvato con deliberazione Consiglio regionale n. 179 – 18293 del 2 novembre 2021 (vds. Relazione generale, pagg. 160-161)?
Oppure i lavori in corso sono fin troppo radicali?
In ogni caso, i vari interventi devono essere considerati nella loro unitarietà (con eventuali opere connesse) e cumulativamente, comprendendo le opere già esistenti ovvero in progetto, al fine di valutare l’impatto complessivo sull’ambiente e sulle relative componenti, come da giurisprudenza costante.
L’area è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e tali opere di regolazione dei corsi d’acqua che incidono sul regime delle acque devono esser assoggettati a procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.; legge regionale Piemonte n. 13/2023).
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha, quindi, inviato (17 marzo 2025) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, richiedendo atti e informazioni sul progetto, nonché lo svolgimento della procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A., che non pare effettuata.
Sono stati coinvolti i Ministeri della Cultura e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la Regione Piemonte, i Comuni di Mollia, Campertogno, Scopa, Scopello, Balmuccia, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Novara, i Carabinieri Forestale, informata per opportuna conoscenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Novara.
Allo stato risulta davvero ben poco comprensibile la distruzione di un ambiente fluviale che meriterebbe attenzione e salvaguardia.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)