Siamo alla follìa.
Il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare sta portando avanti un’assurda ipotesi di possibile riapertura di caccia controllata al Lupo (Canis lupus) nell’ambito del Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia in esame dal 16 febbraio 2016 presso il relativo Comitato paritetico Stato – Regioni e in adozione entro il prossimo mese di marzo 2016 da parte della Conferenza Stato – Regioni e Province autonome.
La precedente edizione del Piano (2002) prevedeva esclusivamente misure di salvaguardia del Lupo, quella attualmente in discussione prevede la possibilità di abbattere il 5% della popolazione stimata di Lupo in Italia (circa 1.500 esemplari dalla Sila alle Alpi) per risolvere con il piombo eventuali situazioni di conflitto locali con gli allevatori.
La situazione del Lupo in Italia è certamente migliorata nel corso degli ultimi anni[1] proprio grazie alle normative di tutela e alle varie iniziative di contrasto della predazione del bestiame domestico finanziate con fondi comunitari e nazionali. Tuttavia nel solo periodo 2013-2015 sono stati uccisi da bracconaggio (40,8%) e incidenti vari (45,6%) almeno 115 esemplari. E un altro grave rischio è rappresentato dall’inquinamento genetico.
Una seria politica di gestione ambientale dovrebbe:
- inasprire la lotta al bracconaggio, elevando pene e sanzioni e potenziando la vigilanza con l’attivazione di squadre specializzate nella prevenzione e nelle indagini antibracconaggio;
- intensificare il contrasto al randagismo, per prevenire danni al bestiame domestico e il fenomeno dell’ibridazione con il Lupo;
- diffondere capillarmente gli strumenti di contrasto della predazione del bestiame domestico fra gli allevatori;
- garantire tempestivi e completi risarcimenti dei danni subiti dagli allevatori, in misura analoga su tutto il territorio nazionale;
- predisporre e attuare una campagna informativa su “chi è” veramente il Lupo, per confinare nel mondo delle favole quelle che favole sono (es. i rapimenti di persone…);
- realizzazione di un monitoraggio della specie a livello nazionale e trans-frontaliero (per le Alpi).
Purtroppo, invece, si sta regredendo pericolosamente.
Invitiamo tutti a sottoscrivere la petizione promossa dal WWF al Ministro dell’ambiente Gianluca Galletti e al Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini perché non sia permessa la caccia al Lupo: http://www.wwf.it/lupo/soslupo/.
Invitiamo tutti anche a un ulteriore piccolo impegno: manifestiamo direttamente al Ministro Galletti (segreteria.ministro@minambiente.it) e al Presidente Bonaccini (sbonaccini@regione.emilia-romagna.it) la nostra contrarietà alla caccia al Lupo con un breve messaggio dal seguente tenore:
Al Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare,
al Presidente della Conferenza delle Regioni,
Gent.mo Sig. Ministro, gent.mo Presidente,
Vi chiedo di non concedere alcuna deroga che consenta l’abbattimento di Lupi nell’ambito del Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia e in qualsiasi altra forma.
Sono dalla parte del Lupo, così come ritengo che gli allevatori debbano esser sostenuti con politiche di diffusione dei sistemi di contrasto alla predazione del bestiame domestico e indennizzi.
Seguirò con attenzione gli sviluppi della vicenda.
Grazie per il Vostro interessamento, cordiali saluti.
firma
Il Lupo ha bisogno anche di te, ora.
Gruppo d’Intervento Giuridico
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[1] In questi ultimi anni il Lupo è ritornato sulle Alpi e nel parco nazionale dell’Alta Murgia, in Puglia.
(foto A.L.C., S.D., archivio GrIG)
