L’operazione di narcotizzazione dell’Agenzia della Conservatoria delle coste della Sardegna operata dalla Giunta Pigliaru nell’estate 2014 emerge sempre più come una delle attività più ottuse e controproducenti degli ultimi anni.
Agenzia dai bassi costi e alta reddittività per la Regione autonoma della Sardegna, è nata per acquisire e gestire i gioielli naturalistici costieri, ma non è mai stata messa in condizioni di poterlo fare se non in minima parte per carenza di indirizzi e di provvista finanziaria.
Un vero successo, poi, l’operazione di razionalizzazione e risparmio nella gestione del patrimonio costiero e delle risorse finanziarie pubbliche.
Complimenti…
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da Sardinia Post, 26 gennaio 2016
Conservatoria commissariata e dimenticata. Amnesia da 500mila euro. (Pablo Sole)
Quando un anno e mezzo fa la giunta regionale decise di commissariare la Conservatoria delle coste, l’assessore all’Ambiente Donatella Spano dichiarò alla stampa che solo così si potevano “tagliare davvero i costi della macchina regionale”. È accaduto esattamente il contrario. Presentata come una doverosa sforbiciata, ad oggi l’operazione ha fatto paradossalmente raddoppiare le spese, col risultato di alleggerire le casse pubbliche di centinaia di migliaia di euro per avere, in cambio, un’agenzia imbalsamata che ha bloccato tutti i bandi – milionari – attivati tra il 2013 e il 2014. Questo perché l’esecutivo, quando ha silurato l’ex direttore Alessio Satta, non si è probabilmente accorto che il contratto sarebbe scaduto nel 2018. Risultato: la Regione ha dovuto onorare gli impegni e versare al professionista la bellezza di 280mila euro. In parallelo, ha dovuto pagato pure il commissario: per due anni, circa 240mila euro lordi.
Un commissariamento di lusso che finora è costato più di mezzo milione di euro. In stipendi.
L’episodio che dà il via al pasticciaccio brutto della Conservatoria delle coste risale al 12 giugno 2014: l’esecutivo sposa in pieno la proposta dell’assessore Spano, dà il benservito all’allora direttore dell’agenzia Alessio Satta e, contestualmente, indica il nome del commissario. La scelta del presidente Pigliaru cade su Giorgio Onorato Cicalò, già capo della Protezione civile regionale e dirigente del Corpo forestale, al quale pochi giorni fa è stato prorogato l’incarico per la quarta volta: resterà in sella almeno fino al 10 giugno 2016. Gratis? Certo che no: a Cicalò spetta la retribuzione da direttore generale. Ovvero, a spanne, circa 120mila euro lordi annui. C’è però un problema. Quando l’esecutivo fa fuori Satta, un anno e mezzo fa, spunta il contratto con scadenza al 2018. Si decide di non pagare e si finisce così davanti al giudice del lavoro. Morale della favola: a luglio in viale Trento è arrivato un decreto ingiuntivo di 280mila euro in favore dell’ex direttore. Il debito viene onorato fino all’ultimo centesimo.
Un’agenzia imbalsamata: creava ricchezza, ora è immobile.
I benefici del commissariamento, ad oggi, non pare si siano ancora manifestati. Al contrario, molti progetti sono al palo, dalla gestione dei fari alle torri costiere fino alla realizzazione di un centro velico all’Asinara. D’altronde, un commissario straordinario non si occupa prettamente di gestione. Eppure sulla carta tutto avrebbe dovuto risolversi in pochi mesi. “Il commissario – dichiarò l’assessore Spano pochi giorni dopo la nomina di Cicalò – è stato nominato per il tempo strettamente necessario alla riorganizzazione della struttura amministrativa. Il rischio era quello di tenere bloccata l’agenzia fino al 2018”. A che punto sia la ‘pratica’, non si sa. Si sa invece che l’agenzia è una delle poche che, all’interno del comparto regionale, nel bilancio ha sempre riportato il segno più e secondo gli indicatori della performance, fino al commissariamento sine die è riuscita perfino a creare ricchezza, come ha dimostrato analiticamente il Gruppo di intervento giuridico.
Eppure, secondo l’assessore Spano, l’agenzia voluta e varata dall’allora governatore Renato Soru nel 2007 “non si è dimostrata adeguata al raggiungimento degli obiettivi statutari”, come si legge nella delibera di commissariamento. In realtà, un’approfondita analisi pubblicata dal magazine specializzato Sard Arch ha evidenziato come alcuni obiettivi non siano stati centrati per due motivi principali: l’assenza di indirizzi politici e di denari, in particolare per quanto riguarda l’esercizio del diritto di prelazione sui terreni costieri. “In ogni caso – dichiarò sempre l’assessore Spano – la tutela ambientale non è assolutamente in pericolo”. Poche settimane dopo il commissariamento, l’agenzia regionale Laore mise all’asta 5 ettari di terreno costiero a Cala Sinzias senza nemmeno interpellare, come prescrivono le norme, la Conservatoria. L’affare alla fine sfumò grazie alle denunce del Grig e alla decisione assunta dall’assessore all’Agricoltura Elisabetta Falchi, che fece revocare il bando.
No future?
E oggi? Per la Regione il caso Conservatoria non sembra essere una priorità. “Ad oggi non siamo a conoscenza di progetti o interventi che riguardano l’agenzia”, dicono sottovoce ai piani alti dell’assessorato all’Ambiente, che pareva dovesse inglobare nel giro di pochissimo tempo la Conservatoria. Abbiamo chiesto conferma all’entourage di Donatella Spano, siamo in attesa di una risposta.
“Rilanceremo la Conservatoria, Anzi no”. I sette giorni che cambiarono le sorti dell’agenzia.
Tra i vari passaggi che portano al commissariamento della Conservatoria delle coste, ce n’è uno particolarmente curioso. In principio la giunta Pigliaru non ha alcuna intenzione di affossare l’agenzia o affidarla ad un plenipotenziario indicato dall’esecutivo, tutt’altro. Lo dichiara lo stesso presidente il 2 aprile 2014, quando durante la seduta di insediamento illustra al consiglio regionale le linee programmatiche: “Rilanceremo il ruolo istituzionale della Conservatoria, così come prevede dalla legge che l’ha istituita”. Due mesi dopo c’è la conferma: il 5 giugno l’assessore all’Ambiente Donatella Spano firma un avviso per l’individuazione di un professionista da catapultare al vertice dell’agenzia. Nessuno parla di commissariamento. Si parla, piuttosto, di un avvicendamento: via Alessio Satta, arriva un nuovo direttore.
Le candidature vanno presentate, come specifica, l’avviso, entro le ore 13 del 12 giugno. È una data fatidica. Quel giorno, mentre gli aspiranti direttori facevano protocollare il curriculum in assessorato, la titolare dell’Ambiente proponeva alla giunta di commissariare la Conservatoria e, di conseguenza, cancellare la corsa alle candidature. In tasca aveva già il nome di Giorgio Onorato Cicalò. Resta da capire cosa è accaduto in quei sette giorni, quale episodio tale da giustificare un’inversione a U terminata con il commissariamento dell’agenzia.
27 gennaio 2016
“Conservatoria degli sprechi”, interrogazione a Pigliaru e Spano.
I 280mila euro liquidati dalla Regione ad Alessio Satta, direttore silurato della Conservatoria delle coste, e i 240mila appannaggio dell’attuale commissario Giorgio Onorato Cicalò (leggi), non sono passati inosservati in consiglio regionale. Questa mattina è stata depositata una interrogazione – primo firmatario Francesco Agus (Sel) – con cui si chiede al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore all’Ambiente Donatella Spano quali siano stati “i vantaggi legati al commissariamento” e a che punto sono “i progetti già avviati”. Oltre ad Agus, il documento (leggi) è stato sottoscritto da Eugenio Lai, Paolo Zedda e Emilio Usula (Soberania e indipendentzia) e Raimondo Perra, Antonio Gaia e Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti).
“Al contrario di quanto enunciato dall’assessore Spano, che riconduceva il commissariamento a una logica di revisione della spesa – si legge nell’interrogazione – l’operazione ha fatto paradossalmente raddoppiare i costi e, contemporaneamente imbalsamato un’agenzia che produceva ricchezza”. Il riferimento è al bonifico che la Regione ha dovuto effettuare nei confronti dell’ex direttore esecutivo dell’agenzia, Alessio Satta. Silurato nel giugno del 2014, l’amministrazione regionale ha dovuto onorare il contratto firmato a suo tempo dal professionista, con scadenza al 2018. Ma l’ha fatto solo dopo l’arrivo, negli uffici della Conservatoria, di un’ingiunzione di pagamento partita dalla sezione lavoro del Tribunale di Cagliari. In totale, si parla di circa 280mila euro tra emolumenti, oneri riflessi, spese accessorie e interessi. Nel frattempo, il commissario Giorgio Onorato Cicalò è stato riconfermato alla guida dell’agenzia fino a giugno 2016, con un compenso lordo annuo che si aggira sui 120mila euro.
Eppure, come ricordato anche nell’interrogazione, un anno fa la giunta, su proposta dell’assessore Spano, aveva licenziato un disegno di legge che trasferiva all’assessorato all’Ambiente il personale e le competenze della Conservatoria. Il testo era stato approvato ma è rimasto lettera morta, fino alla riconferma di Cicalò (la quarta nel giro di un anno e mezzo) fino alla prossima estate.
“Ciò che più ci preme sapere – ha dichiarato Francesco Agus – è quali siano stati i vantaggi del commissariamento di uno dei rarissimi enti che produceva ricchezza per la nostra Regione, quantificabile in 2,7 euro per ogni euro investito. Riteniamo che la Conservatoria delle coste sia strategica per la salvaguardia e la tutela del nostro patrimonio ambientale. Se è vero che le stesse funzioni possono essere svolte dall’assessorato con un risparmio per le casse regionali, ci devono spiegare perché un commissariamento che doveva durare 6 mesi è stato prorogato per due anni, quando al momento pare sia servito solo a spendere il doppio del denaro previsto per pagare gli stipendi dovuti all’ex direttore liquidato e al nuovo commissario e a bloccare i progetti in corso, per i quali sono stati investiti svariati milioni di euro”.
(foto Fiorella Sanna, Benthos, S.D., archivio GrIG)
