L’acqua, l’oro blu, viene malgestita e spesso destinata a usi tutt’altro che indispensabili.
Uno di questi e la realizzazione di neve artificiale.
Spreco di acqua e di energia.
Ha fatto quattro conti sul tema il prestigioso Istituto Svizzero per lo Studio della Neve e delle Valanghe di Davos con una uno specifico progetto di ricerca su acqua e innevamento artificiale recentemente concluso: “dai primi risultati è emerso che durante l’innevamento artificiale la perdita di acqua oscilla tra il 15 e il 40%”.
Sprechi su sprechi.
I costi dell’innevamento artificiale di un solo chilometro di pista da sci sono stimati in 30-40 mila euro all’anno e l’innevamento artificiale è ormai prassi per le migliaia di chilometri di piste da sci del povero Bel Paese.
Basti pensare che nel solo Alto Adige/Sud Tirol il 90% delle piste da sci è innevato artificialmente: milioni di metri cubi d’acqua sprecati, milioni di euro sprecati.
Sulle Alpi Friulane il 100% delle piste da sci è innevato artificialmente.
Ormai è crisi perdurante per i comprensori sciistici alpini e appenninici, dovuta anche al massiccio e costoso ricorso alla neve artificiale, perché nevica sempre meno in questo periodo di cambiamenti climatici.
Folli i progetti di nuovi comprensori sciistici sull’Appennino, farneticanti in Sardegna.
Sprechi di acqua, scempi ambientali, sprechi di soldi pubblici.
Ma non sarebbe ora di cambiare registro, una buona volta?
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto da 3nter.com, S.L., S.D., archivio GrIG)