L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha presentato (3 marzo 2022) alla Direzione Compartimentale Marittima di Cagliari uno specifico atto di opposizione al rilascio di ben tre concessioni demaniali marittime per la realizzazione di altrettante centrali eoliche offshore flottanti nel Golfo di Cagliari.
Coinvolti anche il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna, i Comuni rivieraschi (Cagliari, Quartu S. Elena, Maracalagonis, Sinnai, Villasimius, Capoterra, Sarroch, Pula, Domus de Maria, Teulada).
Complessivamente sono state richieste concessioni demaniali marittime per circa 108 m² di area demaniale per cavidotti interrati + circa 1.135.000 m² di specchio acqueo nel mare territoriale per cavidotti sottomarini e aerogeneratori con fondazione floating + circa 1.888.264.000 m² di specchio acqueo oltre il confine del mare territoriale per aerogeneratori con fondazione floating (qui l’avviso relativo all’istanza Repower Renewable s.p.a.; qui l’avviso relativo all’istanza Nora Ventu s.r.l. per la centrale Nora 1; qui l’avviso relativo all’istanza Nora Ventu s.r.l. per la centrale Nora 2).
Gli aerogeneratori in progetto sono 126.
Sono, quindi, stati predisposti e depositati presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Cagliari ben quattro progetti di centrali eoliche offshore nei mari della Sardegna meridionale:
* Repower Renewable s.p.a., dell’elvetico Gruppo Repower, un progetto di centrale eolica offshore al largo di Capo Teulada, con 33 aerogeneratori;
* Nora Ventu s.r.l., società milanese frutto dell’accordo tra Falck Renewables s.p.a. e BlueFloat Energy, due progetti di centrali eoliche galleggianti offshore con 93 aerogeneratori per una capacità complessiva di 1,4 GW a 18 miglia marine a sud est di Cagliari (Nora 2, 40 aerogeneratori) e a 6 miglia marine a sud di Capo Teulada (Nora 1, 53 aerogeneratori). Fan balenare ben 4 mila posti di lavoro in fase di realizzazione e 300 in fase di gestione;
* Ichnusa Wind Power s.r.l., con sede a Milano, 42 aerogeneratori galleggianti alti 265 metri a circa 35 chilometri dalla costa sulcitana, per una potenza complessiva di 504 MW. L’istanza di concessione demaniale marittima è stata sospesa (aprile 2021) dopo un atto di opposizione presentato dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) e da alcuni Comuni rivieraschi (Carloforte, Portoscuso, Buggerru), mentre è stata svolta la fase di definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale (scoping) finalizzata alla successiva procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).

Si afferma il deposito anche di due progetti predisposti dalla Seawind Italia s.r.l., con sede a Portoscuso, di istanze di concessioni demaniali marittime per due centrali eoliche offshore, la Del Toro 2 a 21 miglia marine a sud ovest dell’Isola di S. Pietro e la Del Toro 1 a 6 miglia marine al largo dell’Isola di S. Antioco, tuttavia non risulta pubblicato il relativo avviso.
Si tratta di una delle più rilevanti conseguenze della volontà ormai di fatto conclamata di voler destinare la Sardegna e i mari sardi al ruolo di piattaforma di produzione energetica.
In ogni caso, per legge, i progetti di centrali eoliche off shore in argomento dovranno essere assoggettati ai rispettivi e vincolanti procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con considerazione degli impatti cumulativi (artt. 21 e ss. del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).
Tuttora nessun procedimento di V.I.A. è stato neppure avviato.
Oltre il sensibile impatto ambientale e agli impatti sulle attività turistiche e sulla navigazione commerciale, assolutamente tuttora non valutati, sarebbe oltremodo assurdo vincolare una così ampia estensione di aree demaniali, di mare territoriale e d’interesse nazionale per così lunghi termini temporali (30 e 40 anni) in assenza di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione e la gestione della progettata centrale eolica off shore, in violazione dell’obbligo di congrua motivazione vigente per qualsiasi atto amministrativo (art. 3 della legge n. 241/1990 e s.m.i.).
Questo assalto al mare sotto il profilo energetico è, purtroppo, conseguenza della scarsa e ben poco adeguata pianificazione delle reali esigenze energetiche, della deficitaria promozione del risparmio di energia, della inadeguata diversificazioni delle fonti di produzione, della mancanza di sistemi di accumulo energetico e, soprattutto, di una efficace individuazione delle aree di rilievo naturalistico, ambientale, paesaggistico sottratte a qualsiasi tipologia di produzione di energia.
C’è ancora parecchia strada da fare…
Gruppo d’Intervento Giuridico odv
(foto da mailing list ambientalista, La Nuova Sardegna)