Le associazioni ambientaliste: la misura è colma.
La Riserva naturale delle Torbiere del Sebino si sta rapidamente degradando per effetto di una fruizione paragonabile a quella di un parco dei divertimenti, un assalto che la riempie di folla e rumori anche negli angoli che dovrebbero essere maggiormente tutelati.
L’area nominalmente protetta si sta riempiendo di spazzatura, viene sottoposta a piani di contenimento ascientifici e qualcuno la utilizza anche come se fosse il giardino di casa.
Ci troviamo di fronte a una situazione intollerabile rispetto alla quale le associazioni ambientaliste Amici della Riserva, Oipa, Lega per l’abolizione della caccia, Lega antivivisezione, Legambiente Franciacorta, Gruppo Intervento Giuridico, GGAP, SVA e Lipu Brescia sollevano critiche e perplessità da tempo, ottenendo come risposta solo il «silenzio assordante» dell’ente gestore di questo importante Sito di interesse comunitario.
Un’assenza di risposte che riguarda in primo luogo il presidente. Non abbiamo ricevuto nessuna risposta in merito alla richiesta formale di dimissioni del presidente, presentata lo scorso gennaio alla luce della evidente incompatibilità del suo incarico pubblico remunerato in quanto fruitore di prestazioni pensionistiche. Non c’è stato alcun riscontro rispetto alla richiesta di Valutazione di incidenza del piano di contenimento del siluro, fatto proprio dall’ente senza coinvolgere il Comitato tecnico scientifico con la previsione di collocare nell’area protetta centinaia di metri di reti: un metodo di cattura intrinsecamente non selettivo.

Problemi pregressi, questi, che nelle ultime settimane sono stati aggravati dal moltiplicarsi fino a livelli insopportabili della già citata pressione antropica.
Nei fine settimana la Riserva naturale viene presa d’assalto da folle di persone totalmente irrispettose delle esigenze della natura e altrettanto disinteressate agli scopi conservazionistici di una Riserva. Non trovano quasi alcuna barriera, perché è caduta nel vuoto anche la nostra richiesta di limitare gli accessi al percorso centrale, che non è in alcun modo schermato, soprattutto durante il periodo di nidificazione (da metà marzo a fine maggio), riducendo il fortissimo disturbo all’avifauna che viene sottolineato da decenni anche dalle prescrizioni di mitigazione presentate dagli ornitologi.
Le poche guardie convenzionate con la Riserva in servizio ecologico volontario delle associazioni Lac, Legambiente e Oipa sono state testimoni poco più che impotenti, soprattutto negli ultimi weekend, di un vero assalto alle Torbiere: assembramenti di famiglie, escursionisti e podisti proprio sulla passerella centrale, nella zona A di maggiore tutela.
Un disturbo enorme e continuato che ha ormai causato una desertificazione faunistica nel cuore dell’area protetta.
Bisogna cambiare strada, subito. Le Torbiere non sono Gardaland, e per questo chiediamo la chiusura del percorso centrale nel periodo della nidificazione, con la possibilità di accessi limitati e rigorosamente con l’accompagnamento di una guida ufficiale.

Contemporaneamente serve un’azione di sensibilizzazione del pubblico sul significato di una Riserva naturale, superando la gestione da giardino pubblico alla quale stiamo assistendo.
Tra le funzioni della Riserva c’è anche quella educativa, eppure la cartellonistica è carente e la manutenzione scarsissima; senza dimenticare il quasi nulla di fatto sul piano della vigilanza nonostante i continui solleciti indirizzati in questo senso al presidente.
A oggi il servizio di sorveglianza può contare solo su un piccolo organico di guardie volontarie delle associazioni ambientaliste che fanno quello che possono per cercare di fermare pic nic, l’accesso di cani e biciclette, la folla e addirittura i bagni di qualcuno e i pescatori abusivi.

Nella giornata di lunedì 10 maggio 2021, l’ennesima devastazione è stata messa in atto in un area di 2000 mq interna ai confini di riserva che costituiva una preziosa schermatura naturale verso l’esterno è stata completamente triturata ed eradicata per futili motivi: agevolare le riprese della troupe di un notissimo format televisivo, la cantina prospicente ha fatto letteralmente spianare un ampio tratto di vegetazione naturale (abbattendo anche un cartello di delimitazione della Riserva) costituita da canne e arbusti che nel mese di Maggio contenevano sicuramente nidificazioni di specie selvatiche preziose.
Sempre naturalmente all’interno del perimetro di un’area protetta che evidentemente il privato confinante considera come il proprio metaforico balcone (sfiorito) di casa.
In proposito le associazioni Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno inoltrato (13 maggio 2021) specifico esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia.
Amici della Riserva, GGAP, Gruppo d’Intervento Giuridico, Lega per l’Abolizione della Caccia, Lega Antivivisezione, Legambiente Franciacorta, SVA, Lipu Brescia, Oipa.
A questo link https://we.tl/t-IfkbUC8NcW sono scaricabili le immagini inerenti il comunicato e le copie delle planimetrie del piano di gestione che certificano la sensibilità della zona malamente eradicata.

(foto L.A.C., S.D., archivio GrIG)