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Come far appestare un’Isola e mezza Italia: la situazione è grave, ma non è seria.

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Il servizio giornalistico di Report dello scorso lunedi 9 novembre 2020 su come e perché la ripresa dei contagi in Sardegna – e conseguentemente nel resto d’Italia – è stata facilitata da come è stato gestito l’intrattenimento notturno nei luoghi del turismo ha scatenato, come prevedibile, una marèa di polemiche e ha destato l’attenzione della magistrature inquirente.

La trasmissione diretta da Sigfrido Ranucci, è una delle migliori nel campo dell’approfondimento giornalistico nel panorama nazionale.

Nella Sardegna covid free – così come veniva definita nell’estate scorsa – il mantenimento dell’apertura di discoteche e locali notturni con tanto di affollamenti di vacanzieri provenienti da ogni parte garantito dall’ordinanza presidenziale n. 38 dell’11 agosto 2020 è stata una delle attività che hanno drammaticamente favorito la ripresa della diffusione della pandemia nell’Isola.

Tutti ricordiamo l’entusiasmo del commissario regionale leghista on. Eugenio Zoffili, prima distintosi nel chiedere e sostenere il provvedimento, poi nell’impegno strenuo contro invasori e untori rappresentati da qualche decina di bambini e adulti di colore scuro non per l’abbronzatura estiva.

Olbia, l’on. Eugenio Zoffili davanti alla nave Alan Kurdi (dal profilo Facebook dell’on. Eugenio Zoffili)

Tutti possiamo anche leggere l’ordine del giorno consiliare n. 39 dell’11 agosto 2020 proposto dagli on.li Francesco Paolo Mula (P.S.d’Az.),Angelo Cocciu (F.I.), Michele Cossa (Rif. Sardi), Francesco Mura (F.d’I.), Dario Giagoni (Lega per Salvini premier), Roberto Caredda (Gruppo Misto), Gian Filippo Sechi (U.D.C- – Cambiamo!), Giuseppe Meloni (P.D.), Valter Piscedda (P.D.), Gianfranco Ganau (P.D.), Roberto Deriu (Liberi e Uguali), Daniele Secondo Cocco (Liberi e Uguali)e approvato dall’aula consiliare con cui è stata impegnata la Giunta regionale “sentito il comitato tecnico scientifico, a valutare l’opportunità di adottare atti idonei a rendere possibile l’apertura di tali esercizi, nel rispetto, qualora fosse possibile, di norme che garantiscano la sicurezza e il distanziamento”. 

Tutti ora conosciamo quanto hanno dichiarato l’on. Angelo Cocciu (F.I.) e l’on. Giovanni Satta (P.S.d’Az.), parole che disegnano una pavida decisione del Presidente della Regione autonoma della Sardegna on. Christian Solinas, i suggerimenti da parte di numerosi esponenti della maggioranza di governo regionale e le pressioni da parte di imprenditori della notte.

L’attenzione di tanti si è – ovviamente – concentrata sull’esistenza o meno di un adeguato parere scientifico formulato da chi ne abbia titolo.

E qui siamo alla commedia dell’arte.

Con deliberazione Giunta regionale R.A.S. n. 17/4 dell’1 aprile 2020 (ma non è un pesce d’aprile…) è stato costituito “un Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza Covid-2019 nella Regione Sardegna, con funzioni consultive, senza oneri per la finanza pubblica”. E’ qualificato “organismo di consulenza e supporto tecnico-scientifico” del Presidente e dell’intera struttura tecnico-amministrativa regionale, può “acquisire documenti, atti ed elementi conoscitivi dal sistema sanitario regionale, nel rispetto dei principi di riservatezza e di trattamento dei dati personali e sensibili” e “si riunisce per iniziativa dei suoi componenti o del Presidente della Regione in via ordinaria mediante gli strumenti informatici della videoconferenza o della chiamata multipla. I suoi lavori, considerata l’urgenza e lo stato di emergenza, sono improntati alla massima semplificazione delle procedure ed alla maggiore speditezza possibile”.

Insomma, un autorevolissimo organo fondamentale per il contrasto a ‘sta maledetta pandemia.

Inizialmente è composto dal prof. Pietro Cappuccinelli microbiologo e virologo), dal prof. Stefano Vella (infettivologo), dal prof. Francesco Cucca (genetista) e dal prof. Luca Pani (psichiatra e farmacologo), tutti con un curriculum chilometrico.

Cagliari, Viale Trento, scritta murale sotto il palazzo sede della Regione autonoma della Sardegna

In meno di un mese il prof. Luca Pani se ne va, parlando esplicitamente di deliri da incompetenza (e nemmeno questo è un pesce d’aprile, sebbene in ritardo…): “ci troviamo in una situazione di una complessità impressionante, governati da incompetenti assoluti, che pensano solo al loro presenzialismo narcisista e non hanno nessuna idea di quello che dicono o fanno. Ma restano al loro posto. Per reggere l’immensa contraddizione quotidiana tra quello che annunciano e quello che realmente succede non possono far altro che delirare”. In conclusione, “il delirio finale è quello secondo cui gli incompetenti che ci governano sono convinti di essere capaci di combattere contro un’armata invisibile che in 4 mesi ha messo in ginocchio il mondo. Il vero delirio è la convinzione, che resiste a ogni critica, giudizio o fatto inequivocabile, che questi signori sappiano quello che fanno. Non lo sanno. La prossima volta selezionate una classe dirigente responsabile che almeno di fronte all’incompetenza si faccia da parte invece che delirare. Ricordatevene quando andrete a votare, è una scelta di vita o di morte. Letteralmente”.

Disinvoltamente, in sostituzione viene nominato il prof. Giovanni Sotgiu (epidemiologo) e si continua come se nulla fosse (deliberazione Giunta regionale n. 24/9 dell’8 maggio 2020).

Arriva l’estate e si cerca di far partire, in qualche modo, la stagione turistica.

Il D.P.C.M. 11 giugno 2020 (art. 1, lettera m) dispone esplicitamente: “restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso”, lasciando a Regioni e Province autonome la possibilità di aprire discoteche e locali notturni “in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori”.   Con il D.P.C.M. 14 luglio 2020 le misure di contrasto alla pandemia vengono prorogate al 31 luglio 2020.  Con il successivo decreto-legge n. 83 del 30 luglio 2020 tali misure vengono prorogate per ulteriori 10 giorni (art. 1, comma 5°).

Nel mentre, il Presidente della Regione autonoma della Sardegna Christian Solinas riapre discoteche e locali notturni con l’ordinanza n. 34 del 15 luglio 2020 (art. 3): “a decorrere dal 15 luglio 2020, sono consentite le attività che abbiano luogo in discoteche o altri locali assimilabili all’intrattenimento (in particolare serale e notturno), esclusivamente all’aperto, purché sia assicurato, con ogni idoneo mezzo, compreso quello dell’informazione e vigilanza, il divieto di assembramento e dell’obbligo di distanziamento interpersonale, rispettando, a seconda della capienza massima del locale, il limite di almeno un metro tra gli utenti e due metri tra utenti che accedono alla pista da ballo”.

La disposizione regionale ha efficacia “fino al 31 luglio 2020”.

Arriva il 31 luglio e l’ordinanza regionale n. 34/2020 perde efficacia, mentre ha piena efficacia il decreto-legge n. 83/2020: in parole povere, discoteche e locali notturni dovrebbero chiudere.

Invece, non risulta che tutti abbiano chiuso e non risulta nessuna iniziativa perché chiudessero.

Pochi giorni prima di Ferragosto, arrivano l’ordine del giorno consiliare e, soprattutto, l’ordinanza presidenziale n. 38 dell’11 agosto 2020, ma nessuna pubblicità sul parere del Comitato tecnico scientifico che avrebbe sostenuto la scelta di tenere aperte discoteche e locali notturni…che avrebbero dovuto essere già chiusi.

Ora – a distanza di mesi, fra mille polemiche e solo dopo il servizio giornalistico di Report – ecco saltar fuori tre-righe-tre scritte da uno dei componenti il Comitato tecnico-scientifico la stessa sera dell’emanazione dell’atto: “Caro Marcello, Ho sentito per il momento solo giovanni sotgiu, ma lui e me va bene. Perché son solo all’aperto, ed è inevitabile e necessario che riaprano. Oltre ai controlli delle forze dell’ordine, che andranno rinforzati. Un caro saluto. Stefano”.

e-mail di un componente del Comitato scientifico su mantenimento apertura discoteche (da Cagliaripad, agosto 2020)

Lo stesso autore, il prof. Vella, afferma che non si tratta minimamente di un “parere”, ma di un tentativo di “limitare i danni” rispetto a “decisioni politiche già prese”.  E vi sarebberouna decina di mail del Cts sardo, acquisite dalla Squadra Mobile di Cagliari, nelle quali l’orientamento negativo dei quattro professori verso la riapertura delle discoteche è chiaro ed inequivocabile”.  Saranno gli accertamenti di magistratura e polizia giudiziaria ad appurarne il reale significato.

Le drammatiche conseguenze di questi disinvolti e forse non disinteressati comportamenti e atti sono sotto gli occhi di tutti. E non se ne vede la fine.

Sul piano delle eventuali responsabilità di ordine penale faranno luce (speriamo!) i procedimenti aperti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e tutti ne attendiamo le conclusioni.

Nel mentre, il panorama sanitario si aggrava progressivamente e la situazione economico-sociale è sempre più devastante, disegnando un’Isola amministrata da incapaci (per non dire altro) e alla deriva: un minimo sussulto di decenza porterebbe alle dimissioni immediate di chi ha messo gli interessi economici (ed elettoralistici) ben davanti all’interesse pubblico della tutela della salute dei cittadini. 

Dimissioni, ora e subito.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

da La Repubblica, 13 novembre 2020

Discoteche in Sardegna, la versione di Vella: “Il Cts sempre contrario all’apertura. La mia mail? Riduzione del danno di una scelta politica già presa”.

Parla per la prima volta l’infettivologo che compone il comitato scientifico sulla decisione del governatore Solinas di riaprire i locali nell’isola. (Fabio Tonacci)

ROMA – Nel tentativo di allontanare da sé la responsabilità politica di un atto che porta la sua firma – l’ordinanza numero 38 che ha permesso alle discoteche della Sardegna di rimanere aperte fino a diventare focolai di contagio – il governatore Christian Solinas e i suoi sostenitori si aggrappano a una mail, spacciata come “parere del Comitato tecnico scientifico sardo”, per costruire una narrazione che, vedremo, non regge neanche un giorno alla prova dei fatti.

La mail del professor Vella

La mail, fatta circolare ieri sera con tanto di timbro dell’Ufficio di Gabinetto della presidenza regionale, casualmente proprio alla vigilia della conferenza stampa di Solinas fissata per stamani, è quella inviata dall’infettivologo Stefano Vella, uno dei quattro componenti del Cts sardo, al direttore generale della Sanità regionale Marcello Tidore alle 20.28 dell’11 agosto. Ovvero, un’ora prima che Solinas firmasse l’ordinanza 38, finita al centro di un’indagine per epidemia colposa aperta dalla procura di Cagliari. Sono quattro righe di testo. Queste: “Caro Marcello, ho sentito per il momento solo Giovanni Sotgiu (professore dell’Università di Sassari e componente del Cts, ndr), ma lui e me va bene. Perché son solo all’aperto, ed è inevitabile e necessario che riaprano. Oltre ai controlli delle forze dell’ordine, che andranno rinforzati. Un caro saluto”. Vella aveva ricevuto intorno alle 19 la bozza dell’ordinanza, un’ora e mezzo prima di scrivere la mail. Repubblica lo ha appena raggiunto al telefono per chiedergli spiegazioni.

“Non era il parere del Cts, era riduzione del danno”

“Guardi, non posso parlare molto perché c’è un’indagine in corso“, esordisce il famoso infettivologo romano (è stato anche presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco). “Però una cosa la voglio dire: quella mail non è, né può essere considerata, un parere del Cts. Nè tantomeno un parere positivo all’idea di tenere aperte le discoteche in estate, verso cui, come Comitato, ci siamo sempre ufficialmente opposti, ritenendola pericolosa e sbagliata, visto il grande afflusso di turisti sull’isola. Io parlavo solo a titolo personale”. E però nella mail c’è una sorta di approvazione, seppur a titolo personale. “Ho dato l’ok solo al testo dell’ordinanza che mi è stata mandata in extremis, senza che fosse stato mai convocato il Cts. In Regione avevano una gran fretta di farla uscire. L’ho fatto perché, fermo restando la nostra opposizione alla riapertura, la bozza recepiva delle nostre indicazioni, come il divieto di ballo nei locali al chiuso. Ho provato a ridurre il danno di una scelta politica che era già stata presa”. C’è però quel passaggio controverso, che recita: “è inevitabile e necessario che riaprano”. Ribatte Vella: “Intendevo dire che per loro, come mi avevano fatto capire esplicitamente, era inevitabile e necessario riaprirle. Per loro, non certo per noi”.

Le 10 mail con i pareri negativi

L’infettivologo, prima di chiudere la conversazione, aggiunge un altro particolare. “Nella mail scrivo che avevo parlato col professor Sotgiu, ma in realtà lui non era riuscito neanche a leggere la bozza dell’ordinanza. Però alcune delle indicazioni inserite per ridurre il danno erano tratte da sue precedenti osservazioni”.

Già così, la narrazione di un Solinas pienamente rispettoso dei pareri del Cts sardo e mero esecutore della volontà unanime del Consiglio Regionale (nell’intervista al nostro giornale di due giorni fa dichiara di essere stato convinto a tenere accesa la movida della Costa Smeralda da un accalorato discorso di Massimo Zedda del partito di opposizione dei Progressisti) vacilla. Crolla del tutto di fronte a una decina di mail del Cts sardo, acquisite dalla Squadra Mobile di Cagliari, nelle quali l’orientamento negativo dei quattro professori verso la riapertura delle discoteche è chiaro ed inequivocabile. Di quel carteggio, come dimostra il parere del 6 agosto svelato da Repubblica, erano stati messi a conoscenza i vertici della Sanità regionale. Tutti ne erano consapevoli. Tranne, evidentemente, il governatore Christian Solinas. Che, nell’intervista di due giorni fa, spiega di averne appreso il contenuto dal sito di Repubblica.

A.N.S.A., 13 novembre 2020

Covid: Cts Sardegna, disco sono all’aperto possono riaprire.
Mail inviata a Solinas poco prima ordinanza 11 agosto.

È stato sentito ieri sera per un’ora dagli investigatori della Polizia, Stefano Vella, uno dei componenti del Comitato tecnico scientifico della Regione Sardegna che oggi, in una intervista a Repubblica, ha chiarito che la sua mail inviata l’11 agosto non è da intendersi come un parere positivo del Cts all’apertura delle discoteche ma, parlando “solo a titolo personale”, si trattava di indicazioni per “ridurre il danno di una scelta politica che era già stata presa”. L’esperto lo avrebbe ribadito anche agli investigatori della Procura di Cagliari, che indagano contro ignoti per epidemia colposa dopo il servizio trasmesso da Report.

Da ambienti giudiziari cagliaritani, si apprende che l’email di Vella viene comunque ritenuta un parere favorevole del Cts, visto che gli era stata sottoposta la bozza dell’ordinanza sulle sale da ballo, poi firmata dal governatore Solinas.

Oggi sarà sentito anche il collega di Vella, Giovanni Sotgiu, che a detta dello stesso Vella, “non era riuscito neanche a leggere la bozza dell’ordinanza. Però alcune delle indicazioni inserite per ridurre il danno erano tratte da sue precedenti osservazioni”. Alcuni componenti del Cts saranno ascoltati anche dai pm di Tempio che stanno verificando se realmente l’apertura delle discoteche in Costa smeralda abbia inciso nell’impennata di contagi da Covid.

Cagliari, Ospedale SS. Trinità, il dott. A. Rotigni riceve la donazione GrIG (4 giugno 2020)

L’EMAIL INVIATA L’11 AGOSTO – Tre righe per il via libera all’ordinanza dell’11 agosto sull’apertura delle discoteche in Sardegna. E’ la mail inviata alle 21.28 da uno dei membri del Comitato tecnico scientifico, Stefano Vella, poco prima che il presidente della Regione Christian Solinas adottasse il provvedimento, finito poi al centro di un’inchiesta della Procura di Cagliari per epidemia colposa e che ora, con l’acquisizione di questo parere, vi avvia verso l’archiviazione.

Il messaggio è indirizzato al direttore generale dell’assessorato alla Sanità, Marcello Tidore, che alle 19.53 aveva trasmesso a Vella il testo dell’ordinanza per avere le opportune valutazioni. “Ho sentito per il momento solo Giovanni Sotgiu (l’altro membro del Cts, allora ne facevano parte anche Pietro Cappuccinelli e Francesco Cucca, ndr), ma a lui e a me va bene – si legge nel testo – Perché sono solo all’aperto ed è inevitabile e necessario che riaprano, oltre ai controlli delle forze dell’ordine, che andranno rinforzati”.

VELLA, CTS SCIENTIFICAMENTE CONTRARIO AD APERTURA – “Non posso parlare molto perché c’è un’indagine in corso, però una cosa la voglio dire: quella mail non è, né può essere considerata, un parere del Cts. Né tantomeno un parere positivo all’idea di tenere aperte le discoteche in estate, verso cui come Comitato ci siamo sempre ufficialmente opposti, ritenendola pericolosa e sbagliata, visto il grande afflusso di turisti sull’isola. Io parlavo solo a titolo personale”. Lo dice a Repubblica online l’infettivologo Stefano Vella, uno dei componenti del Comitato tecnico scientifico della Regione Sardegna, in merito alla mail, da lui firmata, sul parere che ha preceduto l’ordinanza del governatore Christian Solinas dell’11 agosto che diede il via libera alla riapertura delle discoteche nell’Isola.

“Ho dato l’ok solo al testo dell’ordinanza che mi è stata mandata in extremis – spiega Vella a Repubblica – senza che fosse stato mai convocato il Cts. In Regione avevano una gran fretta di farla uscire. L’ho fatto perché, fermo restando la nostra opposizione alla riapertura, la bozza recepiva delle nostre indicazioni, come il divieto di ballo nei locali al chiuso. Ho provato a ridurre il danno di una scelta politica che era già stata presa”. Sul passaggio controverso della mai – “è inevitabile e necessario che riaprano” – Vella precisa: “intendevo dire che per loro, come mi avevano fatto capire esplicitamente, era inevitabile e necessario riaprirle. Per loro, non certo per noi”.

“Tutto sotto controllo” (La Nuova Sardegna, Homepage sito web, 13 novembre 2020)

A.N.S.A., 13 novembre 2020

Covid: Solinas, Sardegna regge ora piano prossimi 40 giorni.

Governatore, “situazione pienamente sotto controllo”.

“La situazione è pienamente sotto controllo, a dispetto delle rappresentazioni che qualcuno tende a fare procurando allarme, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno”. Così Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna, in videoconferenza con i giornalisti per illustrare un piano di intervento organico per l’emergenza Covid che si dispiegherà nei prossimi 40 giorni.

“Gli indicatori parlano di una Sardegna in fascia di criticità moderata, a dimostrazione – chiarisce – che la gestione della fase epidemiologica fino a questo momento ha contemperato al meglio le ragioni della tutela sanitaria con le esigenze complessive del popolo sardo”.

Il piano, spiega, “rappresenta un atto di programmazione per i prossimi quaranta giorni sull’incremento dei posti letto, su dove saranno attivati quelli di degenza ordinaria, di terapia intensiva e sub intensiva, su cosa succederà dal punto di vista dei percorsi di tracciamento e sulla necessità di attivare le reti territoriali”. Dopo il suo intervento, durato dieci minuti, Solinas ha lasciato la  parola all’assessore della Sanità Mario Nieddu e al commissario straordinario di Ares Massimo Temussi.

IL PIANO IN SETTE PUNTI – Sette azioni principali per intervenire su altrettanti livelli di criticità: è quanto previsto dal piano di intervento per l’emergenza Covid nei prossimi 40 giorni in Sardegna, illustrato oggi dal presidente della Regione Christian Solinas, dall’assessore della Sanità Mario Nieddu e dal commissario straordinario dell’Ats Massimo Temussi. La prima fase è rappresentata dall’iperflusso e dalla congestione nei Pronto soccorso. Durante la presentazione del piano Temussi ha spiegato che una possibile soluzione è la divisione dei Pronto soccorso in Covid e non Covid.

La seconda criticità riguarda i ritardi di intervento con depotenziamento delle azioni di tracciamento e isolamento. In questo caso l’azione corrispondente è il potenziamento del personale medico con l’attivazione di un’unità per l’esecuzione dei tamponi. Pesa, poi, il ritardo nella processività dei tamponi, la terza criticità. Su questo fronte si prevede l’acquisto di 9 apparecchiature per test molecolari rapidi e l’assunzione di tecnici di laboratorio. Quarta criticità: i ritardi nella comunicazione dei referti. Anche in questo caso la strada da percorrere prevede l’assunzione di personale ma anche la sensibilizzazione all’attivazione del fascicolo sanitario elettronico.

Quinta criticità, il monitoraggio domiciliare e le terapie farmacologiche: la diffusione capillare delle Usca e l’utilizzo di strumenti di telemedicina è la soluzione prospettata. Ai ritardi nell’intervento e nell’attivazione del 118, con rischio di eccessiva escalation dei sintomi, il rimedio individuato dalla Regione consiste nella stesura di un documento tecnico sugli stadi di gravità dei pazienti e la fasi di attivazione 118. Infine la pressione sugli ospedali, già analizzata nella delibera di Giunta con l’attivazione fino a 1006 nuovi posti letto.

chiusura negozio per contrastare la diffusione del coronavirus COVID 19 (marzo 2020)

(foto Homepage La Nuova Sardegna, da Cagliaripad, per conto GrIG, S,.D., archivio GrIG)


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