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Perché questo lassismo nella gestione di beni ambientali così importanti?

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mare

La Valle della Luna, sulla costa di S. Teresa di Gallura (SS), è una piccola valle ricca di macchia mediterranea e graniti nel promontorio di Capo Testa.

Sito di importanza comunitaria/zona speciale di conservazione (codice ITB010007) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora, tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), è un ambiente delicatissimo, che da troppi anni viene trasformata durante la stagione estiva in una tendopoli (ovviamente non autorizzata), con il consueto contorno di rifiuti, scarichi, degrado.

Al di là delle migliori intenzioni e della filosofia di vita di tanti, l’assenza di servizi igienici e delle elementari cautele ambientali e sanitarie non rende possibile il campeggio libero di centinaia di persone.

Comune e Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale dovrebbero intervenire, non è così che si gestisce un gioiello ambientale.

A Caprera, in questi giorni, i Carabinieri Forestale hanno proceduto a sanzionare e allo sgombero di numerosi campeggiatori abusivi.

E a Capo Testa?

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

La Nuova Sardegna, 12 agosto 2020

da La Nuova Sardegna, 11 agosto 2020

Santa Teresa, tendopoli selvaggia nella Valle della Luna.

Centinaia di persone accampate a Capo Testa. L’allarme di un ex consigliere comunale e dei residenti. (Walkiria Bandinelli)

SANTA TERESA. Centinaia di campeggiatori abusivi hanno preso d’assalto Cala Grande (Valle della luna), a Capo Testa. In barba alle prescrizioni anticontagio da Covid19 e ai divieti mirati per salvaguardare questa zona supertutelata. Non solo è un’area Sic, cioè un sito di interesse comunitario, è anche inserita nell’Amp (Area marina protetta) Capo Testa-Punta Falcone.

Svoltato il sentiero che si affaccia sulla cala, una sorta di paradiso lunare, i piccoli agglomerati di tende arancioni, azzurre, a spicchi rosa, bianchi e rossi risaltano in mezzo alla distesa di granito e di macchia mediterranea. Non sono solo ricoveri piazzati per ripararsi nelle ore più calde, tra un tuffo e l’altro nelle acque cristalline che lambiscono la punta estrema del paese gallurese e si affacciano sulle Bocche di Bonifacio. «I bagnanti – dice Angelo Murineddu, residente a Capo Testa ed ex consigliere comunale – trascorrono qui anche la notte. Con alcuni abitanti della località turistica solo ieri ne abbiamo contato 200. Siamo preoccupati per questa situazione di degrado, soprattutto perché stiamo vivendo un’emergenza sanitaria. Campeggiare in questo posto, unico al mondo per le sue bellezze naturali, favorisce senza dubbio danni ambientali, ma anche un pericolo per visitatori e residenti. Questi vacanzieri trascorrono le ferie qui senza alcun controllo, né rispettando le regole più elementari del vivere in sicurezza».

Esasperati e preoccupati diversi abitanti di Capo Testa hanno segnalato la situazione agli enti preposti, compreso il prefetto. «Oltre ai campeggiatori abusivi – afferma Murineddu –, c’è anche l’annoso problema delle strade che conducono al promontorio: sono occupate da settimane, con le auto in divieto di sosta su entrambe le carreggiate. Per non parlare dei rifiuti di tutti i tipi, disseminati ovunque. I camper sono lasciati liberi di stazionare a piacimento, alberi e arbusti vengono tagliati indiscriminatamente per alimentare barbecue improvvisati sul terreno. Ci sono anche chioschi improvvisati, senza le necessarie autorizzazioni, per la distribuzione di bevande e cibi. Insomma, ci troviamo di fronte a una tendopoli indegna e inaccettabile per un comune turistico, come quello di Santa Teresa».

I residenti a Capo Testa oltre al mancato distanziamento sociale evidenziano problemi sanitari. «In quest’area super tutelata – dice Murineddu –, è consentito soltanto l’accesso a piedi o via mare. È uno dei luoghi più suggestivi del territorio e merita di essere visitato. È possibile prendere la tintarella e tuffarsi, ma va rispettato, non è un campeggio. Siamo preoccupati anche per questioni igienico-sanitarie, perché ovviamente non ci sono servizi. I barbecue, inoltre, rappresentano un grande pericolo sul fronte degli incendi. Per tutti questi motivi abbiamo chiesto alle autorità e alle istituzioni competenti di riportare la situazione alla normalità e di poter vigilare nella stagione estiva su questo territorio. È un patrimonio naturale inestimabile, fruibile secondo le regole».

macchia meditarranea (ginestre, olivastri, cisto)

(foto M.F., S.D., archivio GrIG)


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