
Il Lago di Porta, in Versilia, è una delle residue zone umide della costa toscana a nord della foce dell’Arno, scampate alle bonifiche del ‘900.
Zona umida di sensibile valore naturalistico e ambientale, diviso fra Montignoso (MS) e Pietrasanta (LU) e tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), vi vennero individuate le due aree naturali protette d’interesse locale (A.N.P.I.L.) “Lago di Porta” e “Lago e Rupi di Porta” (1998), assegnate in gestione ai due Comuni.
In seguito, venne tutelato anche con l’individuazione del sito di importanza comunitaria-zona speciale di conservazione (S.I.C.- Z.S.C.) “Lago di Porta” (codice IT51260101), proprio per le rilevanti caratteristiche naturalistiche e ambientali.
Nei mesi scorsi, a partire dal periodo febbraio-marzo 2020, il livello del Lago era progressivamente sceso in modo drammatico: secondo quanto riportato sul sito web istituzionale (29 maggio 2020) del Comune di Montignoso, la diminuzione del livello idrico sarebbe dovuta a “un cedimento all’interno di un canale emissario che ha causato un’alterazione dell’equilibrio delle acque che defluiscono fino al Lago”, tuttavia non si era a conoscenza delle cause del cedimento, del periodo, dei danni ambientali verificatisi e, soprattutto, dei rimedi adottati per la risoluzione definitiva delle problematiche ambientali.

Dietro preoccupatissime segnalazioni di residenti, l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus aveva quindi rivolto (11 giugno 2020) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti ai Ministeri dell’Ambiente e dei beni e Attività Culturali, alla Regione Toscana, all’A.R.P.A.T., ai Comuni di Montignoso e Pietrasanta, ai Carabinieri Forestale, alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Lucca, informando, per opportuna conoscenza, le Procure della Repubblica presso i Tribunali di Massa e di Lucca.
In seguito sono giunte le risposte da parte delle Amministrazioni pubbliche richieste, che si prestano a una riflessione piuttosto fondata.
Il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione generale per il Patrimonio naturalistico ha chiesto (nota prot. n. 46679 del 19 giugno 2020) alla Regione Toscana e ai Comuni di Montignoso e di Pietrasanta informazioni sulla vicenda e l’adozione delle “misure che si intenderanno adottare per contrastare il fenomeno di impoverimento idrico del sistema lacuale e per garantire quindi il rispetto di quanto previsto dall’art. 6, paragrafo 2, della Direttiva 92/43/CEE ‘Habitat’ e dalla Direttiva 2009/147/CE ‘Uccelli’”.
Il Comune di Pietrasanta (nota prot. n. 21209 del 23 giugno 2020) ha ricordato “che dalla fine degli anni 90 fino al 2015 l’area palustre denominata Lago di Porta è stata individuata come Area Naturale Protetta di Interesse Locale (A.N.P.I.L.) e gestita da un comitato formato da … Comune, dal Comune di Montignoso e da diverse associazioni ambientaliste. Nel 2015 con la LR n. 30 le A.N.P.I.L. sono state abolite e l’area, di proprietà privata, non è più soggetta ad una qualche autorità dei Comuni. Essendo contemporaneamente utilizzata come vasca di esondazione del limitrofo Fiume Versilia rimane la tutela della Regione Toscana”.
Pertanto – chiede il Comune di Pietrasanta al Ministero dell’Ambiente – “quale competenza oggi avrebbe … in merito alla gestione del Lago di Porta e quindi come poter essere utile per la soluzione delle problematiche evidenziate”.
Domanda singolare alla quale si può offrire un suggerimento sempre valido: basterebbe iniziare a svolgere i necessari sopralluoghi al Lago per verificare se vi siano state opere abusive o meno che abbiano modificato il regime idrico (art. 27 L del D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.).

Importante la risposta del Comune di Montignoso (nota prot. n. 12346 del 16 luglio 2020):
“- in data 28/05/2020 sono giunte a questo ente segnalazioni circa un abbassamento progressivo del livello delle acque all’interno della ZPS Lago di Porta; – verificato dagli uffici e dalla Polizia Municipale che l’abbassamento idrico era causato da un cedimento in uno dei canali emissari del Lago, onde scongiurare gravi danni ambientali, il Comune su indicazione della Regione Carabinieri Forestale ‘Toscana’ Stazione di Massa e in collaborazione con le associazioni ambientaliste locali (WWF, Legambiente), in data 31/05/2020 ha effettuato un primo intervento volto a tamponare la falla; a seguito di questo primo intervento, il livello delle acque è tornato al preesistente nel giro di un paio di giorni;
– il Comune è intervenuto nonostante l’incertezza normativa derivante dalla L.R. 30/2015 che sottopone a verifica le ANPIL (Aree Naturali Protette di Interesse Locale) e di fatto le abroga come istituto; verifica che i Comuni di Montignoso e Pietrasanta hanno richiesto ma di cui non ne risultano pervenuti gli esiti; altresì, ai sensi dell’art. 12 della L.R. 30/2015, la gestione della ZPS risulta essere in capo alla Regione Toscana;
– alla luce di quanto sopra esposto, il Sindaco ha inviato una nota prot. n. 9026 del 01/06/2020 alla Regione Toscana, Direzione Ambiente ed Energia e Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile, chiedendo quale ente e con quali modalità debba intervenire per la problematica in oggetto;
– con nota acquisita in atti al prot.n. 10661 del 24/06/2020 la Regione Toscana Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile, Settore Genio Civile Toscana nord sede di Massa, ha comunicato di non ravvisare elementi ostativi dal punto di vista idraulico al ripristino degli sbarramenti realizzati dall’ANPIL e funzionali al mantenimento dell’area umida;
– preso atto di tale nota, il Comune di Montignoso ha contattato una ditta che in data 29/06/2020 ha provveduto a sistemare il cedimento e a riparare la paratia esistente.
Il livello idrico nella ZPS è nella norma e preme precisare che il monitoraggio della situazione è stato costante nel mese di giugno, anche grazie alla collaborazione delle associazioni e dei cittadini.”.
In parole povere, la Regione Toscana, titolare della gestione della Z.P.S., non ha adottato alcun provvedimento, mentre il Comune di Montignoso, pur nelle incertezze procedurali e gestionali, ha provveduto in proprio a effettuare quelle riparazioni dei cedimenti avvenuti e delle paratie mal funzionanti che hanno causato il progressivo disseccamento della zona umida e ne hanno posto in pericolo i delicati equilibri ecologici.
Non sarebbe il caso di rivedere, chiarire e ben definire procedure e ambiti di gestione di aree naturalisticamente così importanti?
Gruppo d’intervento Giuridico onlus

(foto per conto GrIG, M.F., archivio GrIG)