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Cagliari: alta la tariffa per la gestione dei rifiuti, scarsa la qualità del servizio.

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Cagliari, cestino sfondato dai rifiuti (maggio 2019)

Importante lavoro di ricerca effettuato da Cittadinanzattiva con il suo Osservatorio prezzi e tariffe: è uscito recentemente il Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani (costi, qualità e tutele).

L’analisi dei dati è particolarmente interessante, perché consente di poter valutare il rapporto qualità – prezzo della gestione dei rifiuti da parte dei Comuni.

La raccolta differenziata funziona nel vostro Comune?

Ha prodotto qualche risparmio per i cittadini?

L’importo della tassa sui rifiuti (TARI) è adeguato alla qualità del servizio?

A Cagliari, per esempio, l’importo medio è stimato in 490 euro all’anno, si tratta del secondo importo più elevato fra i capoluoghi di provincia in Italia (al primo posto Catania con 504 euro annui). A questo importo spesso vanno aggiunte le somme necessarie per la rimozione, il lavaggio e la custodia dei grandi mastelli condominiali.

E’ pur vero che si registra un calo dell’importo del 4,7% rispetto all’anno precedente, ma è vero soprattutto che il servizio di gestione dei rifiuti urbani lascia molto a desiderare.

Interi quartieri, come S. Elia, Is Mirrionis, S. Michele, S. Avendrace e S. Teresa, hanno veri e propri cumuli di rifiuti nelle strade, con il consueto banchetto offerto ai Ratti, e spesso arriva il rogo purificatore fai-da-te, in primavera come in estate, come in autunno.

Certo in parte è frutto di cafonaggine senza rimedio, ma in gran parte è frutto di una banale dimenticanza: dopo l’avvio a regime (maggio 2019) della raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta e l’eliminazione dei cassonetti dalle strade, le migliaia di evasori TARI dove mai potranno buttare i loro rifiuti se non in strada?

Infatti, da un lato soltanto i cittadini in regola con i pagamenti della TARI hanno, infatti, ottenuto i mastelli per la raccolta differenziata, d’altro canto non sembra sia stato ridotto il numero degli evasori TARI mediante quei controlli anti-evasione che nessuna amministrazione comunale vuol fare per motivi di consenso elettorale.

E così i cittadini onesti si ritrovano a dover pagare un’elevata TARI per poi ritrovarsi i rifiuti e i Ratti per strada, quando non i roghi.

L’Amministrazione comunale Truzzu, dopo i ripetuti proclami contro gli incivili e gli immancabili scarichi delle responsabilità sulla precedente amministrazione Zedda, è chiamata a rapidi ed efficaci correttivi, se non vuole che ampie zone della città si trasformino in favelas sudamericane e, magari, partano le prime azioni legali contro gli importi iniqui di una tassa a fronte di un servizio scadente e inefficace.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

cassonetti dei rifiuti stracolmi (2018)

dal sito web di Cittadinanzattiva, 20 novembre 2019

Rifiuti: i nuovi dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe per il 2019.

300 euro, a tanto ammonta in media nel 2019 la tassa dei rifiuti nel nostro Paese, con differenze territoriali molto marcate: la regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190€, la più costosa la Campania con 421€.

Catania il capoluogo di provincia più costoso (504€ e un aumento del 15,9% rispetto al 2018), Potenza il più economico (121€ e un decremento del 13,7% rispetto al 2018).

Analizzando le tariffe dei 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento in circa la metà, 51 capoluoghi; tariffe stabili in 27 capoluoghi e in diminuzione in 34. A Matera l’incremento più elevato (+19,1%), a Trapani la diminuzione più consistente (-16,8%).

A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro), segue il Centro (299 euro), infine il Sud, più costoso (351 euro).

Più di due famiglie su tre (precisamente il 68,2%) ritengono di pagare troppo per la raccolta dei rifiuti: la percentuale sale all’83,4% in Sicilia, segue l’Umbria con l’80,2%, la Puglia con il 79,1%, la Campania con il 78,4%.

Leggi il comunicato stampa nazionale

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Scarica i comunicati regionali

A.N.S.A., 20 novembre 2019

Rifiuti, Tari giù del 5% a Cagliari. Nel capoluogo si pagano 490 euro a famiglia, 345 media Sardegna.

Tari più bassa rispetto all’anno scorso di quasi il 5%. Ma Cagliari, per quanto riguarda la spazzatura, è tra le più care d’Italia: tra i capoluoghi è al secondo posto nella classifica nazionale dietro Catania, con 490 euro. In generale la Sardegna non sorride: 345 euro la spesa media a famiglia nell’isola nel 2019, 45 euro in più rispetto alla media nazionale. Sono i nuovi dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva. In Sardegna, a parte Cagliari, tariffe stabili e leggermente in rialzo. Ad esempio Carbonia: aumento dei costi del 6% e Tari a 332 euro. Spese invariate a Nuoro: si rimane a quota 335 euro. Rifiuti meno cari a Oristano (296 euro) e a Sassari (272).

Per quanto riguarda la raccolta differenziata, si va dal 28,9% di Cagliari (mai dati si riferiscono al 2017 quando non era ancora decollato il porta a porta) al 78,4% di Oristano. Sempre secondo la ricerca più di due famiglie su tre (precisamente il 68,2%) ritengono di pagare troppo per la raccolta dei rifiuti. La percentuale sale all’83,4% in Sicilia, segue l’Umbria con l’80,2%, la Puglia con il 79,1%, la Campania con il 78,4%.

Solo il 60% delle amministrazioni comunali o delle aziende che gestiscono il servizio ha elaborato e reso disponibile la Carta dei servizi. Solo due su tre indicano il tipo di raccolta effettuata, la metà esplicita la frequenza con cui è effettuata. E al cittadino è ancor meno dato a sapere – indica Cittadinanzattiva – con quale frequenza vengono igienizzati i cassonetti (lo indica appena il 47% delle Carte), pulite le strade (37%) o svuotati i cestini per strada (25%).

da Sardinia Post, 20 novembre 2019

Tari, Cagliari è la seconda città d’Italia: solo a Catania i rifiuti costano di più.

Cagliari è la seconda città in Italia dove la tassa sui rifiuti è più costosa. Lo dice un’indagine pubblicata dell’Osservatorio prezzi e tariffe della onlus CittadinanzAttiva che vede il capoluogo sardo conquistare la poco ambita medaglia d’argento alle spalle di Catania. Le tariffe considerate per la classifica si riferiscono alla gestione precedente del Comune di Cagliari, ma l’attuale sindaco Paolo Truzzu assicura che i costi verranno abbassati. “L’anno prossimo la Tari sarà sicuramente migliorata – spiega -. Stiamo riorganizzando il servizio proprio in funzione di un abbassamento della Tari“. L’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di Provincia prende come riferimento nel 2019 una famiglia tipo composta da 3 persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri. Secondo questo parametro, le dieci città più costose per la tassa rifiuti sono nell’ordine Catania (504 euro), Cagliari (490), Trapani (475), Benevento (471), Salerno (467), Napoli (455), Reggio Calabria (443), Siracusa (442), Agrigento (425), Messina (419). Il costo medio nazionale è di 300 euro, ma le differenze territoriali sono molto nette: il sud Italia ha costi più marcati rispetto al nord.

Il capoluogo sardo è da anni ai vertici delle classifiche nazionali, e non riesce ancora a migliorare il piazzamento nella graduatoria nonostante la scomparsa dei cassonetti e l’avvio definitivo della raccolta porta a porta. Il problema dei rifiuti in città è molto sentito, il nuovo sistema stenta a entrare a regime mentre si moltiplicano le discariche e i cumuli di rifiuti nei vari quartieri. La raccolta differenziata è stato uno dei temi caldi della campagna elettorale che ha visto Paolo Truzzu imporsi sulla sfidante Francesca Ghirra proprio mentre in città si diffondeva il problema. Il Comune è costretto a effettuare numerosi interventi d’emergenza in diversi quartieri così come i vigili del fuoco si trovano a intervenire perché c’è chi appicca il fuoco alle discariche, soprattutto nel rione di Sant’Elia. Ma il sindaco annuncia che i costi saranno ridotti a partire dall’anno prossimo.

Per quanto riguarda la classifica delle Regioni, va meglio alla Sardegna che si piazza agli ultimi posti in classifica. I costi minori sono in Trentino Alto Adige (190 euro), seguito da Molise (219), Basilicata (221), Friuli Venezia Giulia (228), Veneto (234), Marche (235), Lombardia (241), Emilia Romagna (274), Valle d’Aosta (275), Piemonte (276), Calabria (296), Umbria (301), Toscana (323), Lazio (325), Abruzzo (326), Liguria (333), Sardegna (345), Puglia (373), Sicilia (394), Campania (421).

Cagliari, “raccolta differenziata alternativa” (2019)

(foto S.D., archivio GrIG)


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