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121 nuraghi a spasso per il mondo.

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Nuraghe e rottami

La realtà supera sempre la fantasia e la realtà malata impesta il mondo.

Non siamo nemmeno in periodo di ludi cartacei, dove i colossi nuragici in bronzo o i mega-nuraghi sul mare han rappresentato splendide proposte elettorali.

Non siamo nemmeno alle corse dei cammelli al Poetto né agli improbabili menù a base di Fenicottero, cari a un esponente dell’attuale Giunta regionale sarda.

Ora si fa sul serio.

Per veicolare nel mondo il nome della Sardegna la Giunta regionale Solinas ha scodellato la genialissima idea di realizzare un bel nuraghe di cemento o plastica o di chissà che cosa in ogni città dove ha sede un circolo dei sardi, con la loro manodopera in quanto individuati come ‘missionari di Sardegna’, senza averne nemmeno chiesto il parere (a quanto è dato sapere).

Ben 121 nuraghi a spasso per il mondo, da Buenos Aires a Bergamo, da Arnhem a Piossasco.

Come se alla Regione Veneto fosse venuto in mente di disseminare il mondo di false Basiliche di San Marco o alla Regione Puglia di riempire l’orbe terracqueo di Trulli finti

Casa Sardegna è il nome del programma che includerà (questo sì con maggior senso) le visite del Cagliari calcio e della Dinamo basket.

Oniferi, il “nuraghe” del “centro ambientale” incompiuto

Sprecare soldi pubblici per realizzare falsi nuraghi non è nemmeno un’idea nuova: a Oniferi l’han già fatto alcuni anni fa con esiti più che fallimentari.

Fesseria per fesseria, se proprio null’altro di meglio distillano le meningi regionali, tanto vale farla gigantesca, così da attirare davvero l’attenzione planetaria.

Allora, perché non un mega nuraghe alto 500 metri, anche mille, in una pietraia, visibile fin dal mare aperto e dai satelliti, finanziato magari con i fondi comunitari (tanto si sprecano…), sì da costituire davvero “un’opera monumentale identitaria” del nulla totale di certa classe dirigente di questa povera Isola alla deriva (sotto tutti gli aspetti) nel bel mezzo del Mediterraneo?

Roba da far invidia alla Grande Muraglia cinese.

E darebbe lavoro a progettisti, muratori, imprese edilizie e del calcestruzzo, marketing manager e inutili pesi della Terra d’ogni risma, rigorosamente made in Sardinia.    E potrebbero esser coinvolti financo volontari provenienti da ogni circolo dei sardi nel mondo, se mai volessero contribuire per legame identitario.

Questo è quanto scodellato dall’Amministrazione regionale Solinas davanti a un’abissale crisi economico-sociale, davanti a drammatiche problematiche come quella dell’abbandono scolastico che sta portando sempre più l’Isola a un futuro ignorante da manodopera dequalificata, davanti a un dissesto idrogeologico foriero di mille calamità innaturali, davanti a un contesto da terzo mondo nel settore dei trasporti, solo per citare alcune cosine che meriterebbero d’esser affrontate prima di lanciarsi in simili proposte identitarie.  Cosine che, fra l’altro, alimentano direttamente o indirettamente l’emigrazione dalla Sardegna tuttora, nel XXI secolo.

Cercasi cervelli davvero pensanti, anche in leasing.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Cagliari, rendering del Colosso nuragico

dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna

“Casa Sardegna”, presidente Solinas e assessore Zedda: “Rafforzare legame con i nostri emigrati”.

“Vogliamo mantenere fortissimo questo legame identitario – ha spiegato l’assessore Zedda – con gli emigrati e i loro familiari in Italia e all’estero attraverso le massime espressioni della cultura e dello sport nell’Isola: il nuraghe, la nostra casa più antica, il Cagliari Calcio e la Dinamo Sassari”.

Cagliari, 6 novembre 2019 – “Vogliamo rafforzare il legame con i tanti sardi nel mondo che sono custodi della tradizione e della cultura millenaria della nostra Isola e ambasciatori della sua migliore immagine, perché ovunque siano andati a vivere si sono connotati per il loro profondo senso del dovere, del rispetto e della lealtà”. Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, illustrando questa mattina con l’assessore del Lavoro, Alessandra Zedda, il progetto “Casa Sardegna” nel corso di una conferenza stampa a Villa Devoto.

“Vogliamo mantenere fortissimo questo legame identitario – ha spiegato l’assessore Zedda – con gli emigrati e i loro familiari in Italia e all’estero attraverso le massime espressioni della cultura e dello sport nell’Isola: il nuraghe, la nostra casa più antica, il Cagliari Calcio e la Dinamo Sassari”. Primo obiettivo dell’iniziativa, ha aggiunto la vicepresidente della Giunta, “la costruzione di un nuraghe, nelle diverse forme artistiche, da parte degli emigrati, che abbiamo individuato come ‘missionari di Sardegna’, nelle città in cui operano i 121 circoli dei sardi”. Saranno poi portate avanti, con il Cagliari e la Dinamo, iniziative per consolidare il senso di appartenenza dei nostri emigrati attraverso la storia e i successi del calcio e del basket”. Primi “testimonial” saranno i giocatori del Cagliari Lucas Castro e Giovanni Simeone, entrambi argentini, e della Dinamo, Marco Spissu. “Domani 7 novembre a Buenos Aires – ha ricordato poi Alessandra Zedda – si apre ufficialmente il congresso di tutti i circoli degli emigrati in America. Durerà tre giorni e sarà l’occasione per presentare il progetto ‘Casa Sardegna’ e rafforzare il legame con chi in futuro sarà ambasciatore dei sardi”.

“Abbiamo nel nuraghe un elemento di identità collettiva – ha sottolineato il presidente Solinas – nel quale tutti i sardi possono riconoscersi e nel quale chi è sardo può riconoscere un tratto distintivo dell’Isola. Consentire di edificare questo nostro simbolo significa anche portare nel mondo un’immagine della Sardegna legata non solo alle sue ben note potenzialità paesaggistiche, ma anche ai suoi aspetti culturali, dei quali siamo fieri eredi e portatori. Coniugando questa radice storica profonda con lo sport, elemento di assoluta importanza per lo sviluppo psicofisico dei giovani, e facendolo con dei testimonial di eccezione come Cagliari e Dinamo – ha concluso il presidente della Giunta – diamo un esempio positivo ai tanti giovani che praticano sport offrendo un’immagine vincente della Sardegna”.

Sardegna, nuraghe

(foto Sopr. ABAP CA, La Nuova Sardegna, S.D., archivio GrIG)


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