
Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)
Pubblichiamo per gentile concessione il seguente articolo comparso su Natura e Montagna, periodico quadrimestrale dell’Unione Bolognese Naturalisti, anno LXV, numero I/2018, sulla gestione della foresta del Marganai, al centro di numerose polemiche riguardo i noti tagli boschivi privi di autorizzazione paesaggistica, attualmente a giudizio (udienze 18 e 24 ottobre 2018) davanti al Tribunale penale di Cagliari.
Nell’udienza del 18 ottobre 2018, il Tribunale di Cagliari (in Sezione monocratica, Giudice dott. Altieri) ha accolto l’istanza di costituzione di parte civile presentata dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus (avv. Susanna Deiana, Rosalia Pacifico) nel procedimento penale R.N.R. n. 7164/2016 per violazione del vincolo paesaggistico (art. 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Il prossimo 24 ottobre 2018, davanti al G.I.P. del Tribunale di Cagliari (dott.ssa Perra) si apre l’altro procedimento penale sui medesimi fatti n. 3591/2018. Anche in questo caso il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus presenta istanza di costituzione di parte civile.
L’obiettivo è la conferma in sede giurisdizionale della necessità dell’autorizzazione paesaggistica per gli interventi in aree boscate determinati da finalità non strettamente di gestione naturalistica.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)
“CCWR” Ricerca e soluzioni ambientali, sviluppo equo ed ecosostenibile
Francesco Aru, Angelo Aru, Daniele Tomasi
IL COMPLESSO MONTUOSO DEL LINAS-MARGANAI,
UN ESEMPIO DI AREA SIC CON GESTIONE INADEGUATA
RIASSUNTO
Nel complesso del Monte Linas-Marganai, decretato area SIC nel 2008, le attività svolte dall’Ente regionale gestore risultano inadeguate alle finalità di tutela degli habitat e delle specie contemplate dalle Direttive Europee, con evidenti violazioni delle norme a tutela dei siti di interesse comunitario (SIC). I relatori del Piano di Gestione del SIC e il Soprintendente ai Beni Paesaggistici di Cagliari e Oristano si sono dovuti scontrare con una realtà politico/amministrativa, a vari livelli, che per modesti obiettivi economici pone a rischio la salubrità ambientale e la conservazione del patrimonio naturale di proprietà pubblica.

Ortofoto del 26 luglio 2015 con indicazione delle superfici trattate con taglio a raso e rilascio di matricine (39°23’58.89″N- 8°35’45.14″E S’Isteri; 39°24’29.13″N – 8°35’55.68″E Caraviu)

Ortofoto del 27 luglio 2009 che indica le medesime superfici prima dell’intervento
PREMESSA
I valori e l’importanza della corretta gestione degli ecosistemi forestali sono stati riconosciuti internazionalmente per la prima volta alla Conferenza di Rio de Janeiro (1992), con la “Dichiarazione dei principi per la gestione, conservazione e sviluppo sostenibile di tutti i tipi di foreste”. In tale dichiarazione venne concettualizzata la “Gestione forestale sostenibile”, attribuendo alle foreste sia funzioni economiche che sociali ma soprattutto ecologico-ambientali. Secondo la definizione data dal “Millenium ecosystem assessment” (MEA, 2005) i servizi ecosistemici sono quei benefici multipli che l’ecosistema fornisce al genere umano. Nel caso specifico delle foreste, s’intendono come servizi ecosistemici tutte quelle funzioni che un ecosistema forestale è in grado di garantire nei confronti dell’ambiente e della collettività. Essi hanno un valore pubblico poiché forniscono agli abitanti di una determinata area, e non solo, benefici insostituibili, diretti o indiretti (Cullotta et al., 2013). Un ambiente forestale, infatti, sviluppa molteplici funzioni raggruppabili in un contesto ecologico-ambientale e produttivo, quali la limitazione dei processi erosivi e della perdita di suolo, la regimazione del deflusso idrico, l’approvvigionamento e conservazione delle falde acquifere, la regolazione dell’equilibrio O2/CO2 (Santolini).
Tutto l’insieme di questi preziosi benefici è d’interesse collettivo perché influenzano la composizione dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo e utilizziamo nella vita quotidiana.
Purtroppo la regimazione dei deflussi legati a eventi meteorici estremi, tipici dell’ambiente mediterraneo, peggiora quando gli equilibri tra bosco, acqua e suolo vengono alterati. In queste occasioni spesso si determinano processi distruttivi e catastrofici ampiamente documentati dalla stampa e dai media, a causa di vari fattori, fra i quali la limitata copertura vegetale, l’instabilità dei versanti e l’erosione dei suoli.

Esempio di inadeguata gestione forestale in area SIC: taglio a raso con accatastamento delle frasche lungo le linee di massima pendenza in habitat 9340/9380. Località Sa Folara de su Carbonatu
Infatti, secondo quanto riportato dall’ISPRA, l’indice di franosità del territorio italiano ammonta al 6,6% della superficie. Risulta in tale situazione, evidente che una folta copertura vegetale contribuisce, assieme alla struttura degli apparati radicali, a mantenere il terreno compatto, a ridurre i rischi di frana e, di conseguenza, a limitare gli effetti del dissesto idrogeologico. Inoltre, essa fa si che la materia organica depositata sul terreno costituisca delle articolate e spesse lettiere che decomponendosi si combinano con la frazione minerale del suolo, aumentandone la porosità, la capacità di infiltrazione dell’acqua e la capacità di campo. Il sistema suolo, nella sua combinazione di orizzonti organici della lettiera (humus) e di orizzonti minerali, costituisce una sorta di “spugna” che, dopo averla incamerata, rilascia l’acqua nelle zone circostanti con ritmo regolare, contribuendo, inoltre, in maniera significativa all’allungamento dei tempi di corrivazione.
Quando si verificano eventi antropici distruttivi quali incendi e tagli forestali inadeguati alla situazione ambientale, aumenta il pericolo che il suolo perda la sua compattezza e la sua stabilità per la dirompente azione delle piogge non più frenate dalle chiome degli alberi. Quale immediata conseguenza si ha l’asportazione delle lettiere e il dilavamento del suolo con processi erosivi diffusi, come ben documentano le foto allegate a questo articolo.
Grazie all’humus e alle lettiere, i suoli forestali sono particolarmente ricchi di materia organica se confrontati con i suoli agricoli, rappresentando con circa 1500 Pg (miliardi di tonnellate) di carbonio uno dei principali sink di C su scala globale, ben maggiore rispetto allo stock di carbonio immagazzinato nella biosfera (610 Pg ) e nell’atmosfera (750 Pg) (Batjes, 1996). Quando si verifica una importante scopertura del terreno per asportazione della vegetazione, la conseguente esposizione delle lettiere all’azione diretta dei raggi solari causa una rapida ossidazione e mineralizzazione dell’humus, compromettendo così la funzione fondamentale della foresta nel sequestro del CO2 atmosferico.

Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio, erosione (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)
IL DEGRADO DA EROSIONE IN SARDEGNA
Indagini scientifiche svolte in Sardegna a partire dal 1970 su diverse aree hanno dimostrato che il processo dell’erosione accelerata si verifica in modo particolare in concomitanza con le intense precipitazioni autunnali e invernali in aree con attività agro-silvo-pastorali non regolate, ove si effettuano arature profonde, deforestazione, ceduazioni, forestazione produttiva con specie arboree alloctone (es. eucalipti, pini), sovrapascolamento e passaggio del fuoco sia controllato che per incendio (Kosmas et al.,1997; Vacca et al., 2000). L’erosione accelerata è, conseguentemente, uno dei fenomeni fisici che contribuiscono attivamente ai processi di degradazione del suolo, intesa come diminuzione della sua qualità in relazione alla produttività attuale e futura e/o come riduzione delle sue potenzialità di risorsa naturale (Lal et al., 1989). Quando la perdita delle risorse è irreparabile si giunge alla desertificazione, che negli ultimi decenni è diventata una delle emergenze ambientali di maggior rilevanza nell’isola (Vacca et al. 2002; Aru e Tomasi 2004) e in tutta l’area del mediterraneo. Studi scientifici mirati hanno, evidenziato che nell’isola il 18% della superficie presenta suoli con varie limitazioni all’uso, mentre il 28% ha suoli poco profondi spesso associati ad affioramenti rocciosi, quindi con alto rischio di erosione, e il restante 54% delle superfici presentano diversi gradi di idoneità a seconda delle caratteristiche dei materiali parentali, della morfologia del paesaggio e della copertura vegetale (Aru et al.,1991).
Il suolo è fornitore di beni e servizi eco-sistemici insostituibili, è una risorsa fondamentale per la vita sulla terra, è il supporto alla produzione agraria e forestale, fornisce cibo, biomassa e materie prime, filtra e conserva l’acqua delle precipitazioni ed è il principale deposito di carbonio delle terre emerse. I suoli forestali svolgono inoltre un’importante funzione tampone, in quanto filtrano i soluti che vi passano, regolano i cicli biogeochimici indispensabili per la vegetazione e non solo, fungono da piattaforma e da supporto per i processi naturali. Nonostante ciò la risorsa suolo è vista troppo spesso soltanto come supporto alla produzione agricola e come base fisica sulla quale sviluppare attività umane, senza tenere in considerazione la complessità delle sue funzioni (Munafò, 2014). I suoli partecipano alla conservazione della biodiversità: suoli diversi danno luogo a organismi diversi non solo vegetali ma anche animali, nonché di batteri, protisti, alghe, funghi e altri ancora. Il suolo ospita un numero straordinario di forme di vita, un’intricata rete d’interazioni che coinvolge un’enorme quantità di biomassa vivente: oltre 3000 Kg/ha in un suolo agricolo (Bloem et al., 2003). La conservazione di suoli forestali integri acquista ancora più valore nei climi sardi, caratterizzati da un lungo periodo arido (non di rado prossimo o superiore ai 5/6 mesi), quali regolatori del bilancio idrico e trofico dell’ecosistema. In questi ambienti la perdita estensiva di copertura vegetale e la diminuzione dell’evapotraspirazione determinano situazioni climatiche estreme a livello locale, causando l’effetto “isola di calore”.

Nel 2014, nelle aree oggetto d’interventi di ceduazione, sono stati infissi chiodi e/o paletti come da metodica internazionale, per documentare e misurare la successione degli eventi erosivi: rilevamento del materiale terroso asportato in data 27 febbraio 2016 (11.39). Località Caraviu e su Isteri
IL CASO: CONTRAPPOSIZIONI E VIOLAZIONI
La foresta del Marganai, demanializzata nel 1979 dall’ex Azienda Foreste Demaniali in seguito Ente Foreste della Sardegna (oggi Agenzia Forestale Regionale “Fo.Re.S.T.A.S”), è ubicata nella Sardegna sud occidentale. Costituisce un vasto Complesso Forestale di 6.127 ettari, compreso nei comuni di Iglesias, Fluminimaggiore, Domusnovas, Buggerru e Gonnesa.
E’ inclusa nel Distretto n.19 “Linas-Marganai” del Piano Forestale Ambientale della Regione Sardegna. Il distretto si sviluppa su un vasto territorio di oltre 129.000 ettari e comprende un variegato insieme di paesaggi, che per le loro peculiarità hanno determinato l’inserimento di gran parte del territorio all’interno delle aree tutelate dalla L.R. n.31/89. Sono inoltre presenti vari SIC (Direttiva Habitat 43 del 1992) e ZPS (direttiva 147 del 2009) nonché una vasta area sottoposta a vincolo paesaggistico con Decreto Ministeriale 13 Febbraio 1978 “dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona interessante i comuni di Domusnovas, Iglesias, Villacidro, Fluminimaggiore”. L’area è inoltre soggetta alla tutela paesaggistica per la presenza del bosco, in virtù dell’art. 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs 42/2004).

Grave fenomeno erosivo con asportazione di circa cm 20 di suolo, esposizione di colletti e radici. Località Caraviu e su Isteri
Sul finire del mese di febbraio dell’anno 2009, l’Ente Foreste della Sardegna “per assolvere ai propri compiti istituzionali nella nuova strategia forestale regionale” decide di avviare un progetto pilota per sperimentare il “ripristino del governo a ceduo all’interno dei compendi forestali pubblici al fine di esaltare le attività produttive del bosco”. A tal fine viene allestito un Piano di Gestione intitolato: “Progetto Pilota – Ripristino del Governo a Ceduo su Aree Demaniali – Piano di Gestione dei Tagli Boschivi” che viene inviato al competente Servizio SAVI dell’ASS. AMB. RAS per le dovute istruttorie di rito. In data 16 febbraio 2010 con protocollo n. 3976, il competente Servizio SAVI termina le sue istruttorie rilevando che, nonostante l’area interessata dalle attività risulti compresa all’interno di un sito Natura 2000 (Direttiva Habitat 92/43 CEE) nella fattispecie il SIC m.te Linas-Marganai ITB041111, istituito con Decreto Ass. Ambiente RAS n. 61 del 30.07.2008, le attività previste dal progetto non devono essere sottoposte a Valutazione d’Incidenza (VINCA) ex art. 6 del DPR n. 120/2003, perché dalle analisi, pur essendo l’area interessata da futuri tagli di 305 ettari su 411 di superficie lorda boschiva “è emerso che gli interventi nel loro complesso non sembrano poter avere effetti significativi sugli habitat e sulle specie riportate nel formulario standard del sito natura 2000”.
In palese contrasto con la Direttiva 93/43 della Comunità Europea che all’art. 6 comma 3 prevede che: “Qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito” vada sottoposto a valutazione d’incidenza “tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo”.

Cinghiali (Sus scrofa)
La Direttiva (art. 2 coma 1) infatti si prefigge di “salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatica” e a tal fine definisce le norme di gestione dei siti della rete Natura 2000, sancendo fra l’altro che entro 6 anni dalla loro istituzione le aree SIC debbano diventare delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC).
Così descrive i fatti il giornale online Sardiniapost.it: “Perché proprio là l’Ente foreste ha in programma non di tagliare “un albero!”, ma oltre 540 ettari di bosco. Ovvero poco meno del 25 per cento della foresta millenaria (s’intende come formazione forestale) …., che si estende per circa 2.300 ettari. Area, paradossalmente, che proprio l’Ente foreste …. ha contribuito a salvaguardare negli ultimi cinquant’anni,” acquistandola nel 1979 per un miliardo e cento milioni di lire di soldi pubblici. “E tutto per ricavare legna da ardere (o biomassa), col ripristino di quel che tecnicamente si chiama “governo a ceduo”. Tradotto: “tagliare alberi.”.
Il predetto Progetto Pilota, inoltre, , per assenza di autorizzazione paesaggistica risulta essere in netta violazione al Codice dei Beni Culturale e Ambientali di cui al D.Lgs. 42/2004 (artt. 136 e 157), al D.M. 13/02/1978 “dichiarazione di notevole interesse pubblico”, nonchè alla L n. 1497 del 1939 per la “protezione delle bellezze naturali e panoramiche” (Zona Omogenea del Marganai, Oridda, Monti Mannu).
In particolare il D.M. già citato afferma: “… considerato che il vincolo comporta, in particolare, l’obbligo da parte del proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo, dell’immobile ricadente nella località vincolata, di presentare alla competente soprintendenza, per la preventiva approvazione, qualunque progetto di opere che possano modificare l’aspetto esteriore della località stessa; riconosciuto che la zona predetta ha notevole interesse pubblico per i suoi aspetti geomorfologici, botanici e faunistici…”. Di tali violazioni si è interessata anche la stampa con vari articoli si veda ad esempio: http://www.sardiniapost.it/cronaca/foresta-de-lmarganai-il-soprintendente-per-il-paesaggio-blocca-il-taglio-del-lecceto/ ).

Foresta demaniale del Marganai, erosione del terreno nel bosco
PROCESSI E FENOMENI AL MARGANAI
In previsione dell’istituzione della ZSC del Linas-Marganai, il Comune di Villacidro, come capo fila dell’unione dei comuni interessati, commissiona al gruppo di lavoro, costituito dagli autori di questo articolo lo studio per l’aggiornamento e l’adeguamento del Piano di Gestione del SIC, di cui già erano stati redattori nel 2009.
Durante le attività ispettive e di studio, nel marzo 2014 numerose persone, tra cui cacciatori ed escursionisti, segnalavano tagli massivi di alberi su vaste superfici boschive con completa asportazione della copertura forestale.
Quando si opera in aree SIC, il problema non è solo di tipo filosofico-metodologico ma un vero problema concettuale, ci si deve porre di fronte a un quesito imperativo: che cosa è un habitat? Che cosa è un bosco e quali le sue funzioni?
Una definizione semplificata del termine habitat, che in latino significa “egli abita”, in origine riferito a singole piante o animali, possiamo trarla dall’enciclopedia Treccani: “l’insieme delle condizioni ambientali in cui vive una determinata specie”.
Con termini più specifici, l’habitat “bosco” è una formazione composta da numerose specie vegetali, ma anche animali e tante altre, caratteristiche di quel territorio e di quella formazione (biodiversità); esse sono in armonia tra loro e con l’ecosistema (la fitocenosi). Il bosco quando è massimamente evoluto dal punto di vista strutturale ed ecologico, è pluriplano e disetaneo.
Il concetto di biodiversità proietta il problema molto al di la della protezione di singole specie o biotopi, interessa gli ecosistemi e il loro funzionamento e include i processi coevolutivi tra i componenti che li costituiscono. Ecosistemi diversi danno luogo a forme di vita, culture e habitat diversi (di conseguenza il bosco del Marganai su dolomie paleozoiche è diverso da quello del Linas o del M. Mannu di Villacidro su graniti o scisti, pur essendo tutte leccete) la cui coevoluzione determina la conservazione della biodiversità stessa.
L’habitat “bosco” è quindi un sistema complesso. La sua gestione dal punto di vista ecologico, finalizzata alla tutela, è opposta a certi tipi di gestione forestale il cui fine è espresso invece da un’area (compresa), una particella, un’unità produttiva da assestare e normalizzare per ottenere un prodotto annuo massimo e costante: questo è il principio regolatore dell’assestamento forestale, che porta alla semplificazione del sistema per motivi gestionali.

Grave fenomeno erosivo del suolo (evidenza visiva). Forte esposizione degli apparati radicali in Arbutus unedo. Località Sa Tellura
Non sempre può essere trovato un punto d’incontro tra la gestione volta alla tutela e conservazione dei valori paesaggistici ed ecologici, quale è richiesta per i SIC, con le attività produttive forestali. Queste ultime, in situazioni estremamente delicate quali quella descritta precedentemente, determinano delle problematiche che non ne consentono lo svolgimento.
Durante i sopralluoghi nella maggior parte delle aree sottoposte a interventi sono state immediatamente rilevate delle problematiche di notevole impatto sulla salubrità dell’ambiente e la sopravvivenza degli habitat e delle specie di interesse comunitario, soprattutto dovute alla gestione forestale inadeguata perseguita dall’Ente gestore nel contesto territoriale, in particolare:
- attività di ceduazione (utilizzazione forestale a finalità produttiva) con taglio a raso e rilascio di matricine su superfici estese, senza interruzione di contiguità per oltre 20 ettari (su un totale di ha 35);
- rilascio di matricine (le piante che dovrebbero garantire la rinnovazione naturale da seme ovvero la riproduzione sessuata, cioè quella che garantisce massimamente la variabilità genetica e la biodiversità) in genere di qualità non eccellente e in numero non superiore a 100/120 per ha;
- ceduazioni produttive, svolte in assenza di valutazione di compatibilità paesaggistica e conseguente autorizzazione;
- asportazione del sottobosco, con eliminazione totale della componente arbustiva, erbacea e lianosa, con accatastamento delle frasche di risulta degli alberi abbattuti lungo le linee di massima pendenza;
- conversioni di cedui in fustaie su aree eccessivamente vaste e in ambienti estremamente sensibili al degrado, diradamento eccessivo con scopertura dei suoli in aree acclivi;
- attività di apertura e ripristino di piste e strade all’interno di aree boschive, in assenza di autorizzazione paesaggistica;
- probabile utilizzazione nei lavori di materiali stabilizzanti provenienti da discariche minerarie o aree di estrazione (in area SIN);
- sradicamento totale di numerose piante di leccio di discrete dimensioni (d>25 cm), per probabile interferenza con le attività di esbosco del legname;
- occlusione di alveo fluviale con ammassi terrosi nel rio Sa Duchessa.
bosco in passato governato a ceduo
Si sono osservate e documentate diverse conseguenze. Per quanto riguarda il suolo: una grave alterazione della componente umica con rapida mineralizzazione della stessa, alterazione della componente edafica del suolo, della componente macrofungina (probabilmente anche microfungina), e del microclimatica locale. Per quanto riguarda le piante: schianti di numerosi soggetti arborei, banalizzazione del corteggio floristico con ingresso di specie nitrofile e ruderali e assenza delle nemorali, schianti di agrifogli e biancospini per alterazione del microclima forestale, associati a gravi danni da brucatura delle cortecce; forte depressione dei polloni sulle ceppaie per la continua brucatura da parte di cervi e mufloni, in seguito all’alterazione della struttura forestale; semplificazione della componente strutturale della formazione boschiva, banalizzazione e semplificazione della componente floristica, trasformazione di formazioni con struttura pluriplana in struttura monoplana, che potrebbe causare una forte riduzione dei processi di fissazione del carbonio; riduzione della produzione di sostanza organica per confronto con aree non trattate.
Per quanto riguarda l’erosine del suolo (vedi foto allegate): diffusi processi erosivi (splash erosion, sheet erosion, formazione di piramidi di terra, rill erosion) legati al denudamento delle superfici per eliminazione o forte riduzione della copertura vegetale arborea e arbustiva, che svolgevano funzione protettiva del suolo dall’azione disgregante della pioggia battente; compattazione del terreno per consistente calpestio e frequentazione antropica e costipazione da mezzi meccanici, con conseguente incremento dei processi erosivi laminari e perdita irreversibile degli strati superficiali del suolo, riduzione dell’infiltrazione degli apporti meteorici. Per quanto riguarda al rinnovo del bosco: riduzione e/o assenza di germinazione del seme (ghiande) per alterazione dell’habitat, penuria di seme per il facile utilizzo come nutrimento da parte di ungulati, probabile riduzione della capacità ricostituiva (in tempi brevi) della copertura vegetale (diminuzione della resilienza); forte riduzione o assenza di legno morto all’interno delle formazioni boschive trattate. Per quanto riguarda la fauna: scomparsa nelle aree ceduate di alcune delle specie dell’allegato II° e IV° presenti negli anni precedenti (tra cui l’astore sardo Accipiter gentilis arrigonii, che qui aveva un sito di nidificazione). Infine, grave alterazione, framentazione e destrutturazione della componente paesaggistica locale, particolarmente grave se confrontata con i valori tutelati dal D.M. 13/02/1978 (Sardiniapost-5).

Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus)
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Duole pensare che tutto questo sia stato causato in una proprietà pubblica, in un’area sottoposta a tutela paesaggistica e naturalistica, gestita da un Ente pubblico la cui funzione principale è quella di tutelare e conservare integro il patrimonio boschivo naturale dei Sardi e, nei SIC dell’intera Unione Europea. E senza trarne neanche dei grandi benefici pecuniari: di fatto il materiale legnoso presente nei 35 ha ca. di intervento a S’Isteri e su Caraviu è stato venduto per una somma totale di € 164.934,00, al netto di IVA, alla cooperativa Agricola Mediterranea di Domusnovas (Sardiniapost-6).
Il turno nella ceduazione prevista dal Piano di Gestione “Pilota” del Marganai, minimo 25 anni per le PMF della RAS, è stato lievemente posticipato a 27 anni e quindi, dividendo la cifra d’aggiudicazione dell’asta per il numero di ettari sottoposti al taglio di utilizzazione (35 ha), risulta che l’ex Ente Foreste della Sardegna ha percepito un ricavo di € 4.712,40 per ettaro tagliato (ceduato), con un utile su base annua (in 27 anni) di € 174,53 per ettaro di bosco tagliato. Molti cittadini avrebbero, di certo, versato i 174,53 euro all’anno per lasciare il bosco al suo posto e conservarne inalterato il valore intrinseco, compreso quello paesaggistico descritto dal DM .
L’attuale Agenzia “Fo.Re.S.T.A.S”, ha presentato nel 2017, richiesta di autorizzazione paesaggistica per la ripresa delle attività di utilizzazione forestale a scopo produttivo con ceduazioni estese a una superficie di ca. 5 ha, in località Perdu Marras, adducendo quale motivazione “la conservazione del valore identitario nel rapporto tra l’opera dell’uomo e le conformazioni ambientali che nel caso specifico ha visto la coltivazione del bosco ceduo congiuntamente alla coltivazione delle miniere”. Dimenticandosi, però di porre nella dovuta considerazione non solo “il degrado ambientale dovuto all’impatto delle attività industriali e minerarie dismesse” ma anche “il degrado della copertura vegetale e pedologica dei sistemi montani e il dissesto idrogeologico del reticolo idrografico e dei versanti” che tali attività hanno causato, come descritto nella scheda d’ambito del PPR Sardegna. Tale richiesta è stata giustamente rigettata dalla soprintendenza di Cagliari e dall’UTP RAS, ma non riteniamo che questo sia l’ultimo atto nella storia recente della gestione della foresta del Linas-Marganai. Una storia esemplare di quanto sta accadendo in tutta Italia in questi ultimi anni con la ripresa della utilizzazione dei boschi per farne legnatico e “biomasse”.

Fenomeni erosivi sui suoli forestali con schianto di Agrifogli. Località Caraviu e su Isteri
LETTURE
Sardiniapost-1
- http://www.sardiniapost.it/cronaca/la-regione-nel-2010-tagliate-pure-ecco-come-nasce-il-caso-marganai/
- http://www.sardiniapost.it/cronaca/lincomprensibile-missione-dellente-foreste-radere-al-suolo-500-ettari-di-bosco/
Sardiniapost-2
- http://www.sardiniapost.it/senza-categoria/marganai-il-soprintendente-martino-ecco-perche-ho-bloccato-i-tagli/
- http://www.sardiniapost.it/cronaca/foresta-de-lmarganai-il-soprintendente-per-il-paesaggio-blocca-il-taglio-del-lecceto/
- http://www.sardiniapost.it/cronaca/marganai-la-strada-non-autorizzata-la-sovrintendenza-informa-la-procura/
Sardiniapost-3
- (http://www.sardiniapost.it/cronaca/gli-esperti-nefasto-radere-al-suolo-il-marganai-il-sindaco-cambiamo-gli-esperti/)
Sardiniapost-4
- http://www.sardiniapost.it/cronaca/marganai-nuove-strade-pulina-ente-foreste-quella-pista-cera-gia-nel-1954/
- http://www.sardiniapost.it/cronaca/nel-marganai-spuntano-nuove-strade-abusive-lombra-dei-residui-minerari/
Sardiniapost-5
- http://www.sardiniapost.it/inchieste/cartoline-dal-cielo-del-marganai-il-buco-con-la-foresta-intorno/
- http://www.sardiniapost.it/cronaca/cartoline-dal-cielo-del-marganai-22-dopo-le-motoseghe-bosco-addio/?fb_comment_id=1047038198660303_1047069051990551#f371f34704f5d58)
Sardiniapost-6
Sardiniapost-7
campagna pubblicitaria dell’Agenzia regionale “Fo.Re.S.T.A.S”
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., Coordinatore Edoardo A.C. Costantini (2006). Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali – Metodi di valutazione dei suoli e delle terre. Edizioni Cantagalli.
Aru A., Tomasi D., 2004. Desertification processes in the Mediterranean region. In: “Global challenges of parks and protected area management”. Camarda I., Manfredo M.J.. Mulas F. and Teel T.L. eds. – Carlo Delfino Editore, pp.17-24
Cullotta, S., La Mela Veca, D.S., Maetzke, F.G., Sferlazza, S., Baiamonte, G., Bagarello, V., Iovino, M., 2013. I servizi ecosistemici forestali connessi alla tutela del suolo e delle acque. Gazzetta Ambiente N 6, 43-52.
McGarry, D., 2004. A Methodology of a Visual Soil – Field Assessment Tool – to support, enhance and contribute to the LADA program. FAO. Disponibile all’indirizzo web ftp://ftp.fao.org/agl/agll/lada/vsfast_methodology.pdf
Kosmas C., Danalatos N., Cammeraat L.H., Chabart M., Diamantopoulos J., Farand R., Gutierrez L., Jacob A., Marques H., Martinez-Fernandez J., Mizara A., Moustakas N., Nicolau J.M., Oliveros C., Pinna G., Puddu R., Puigdefabregas J., Roxo M., Simao A., Stamou G., Tomasi D., Usai D., Vacca A., 1997. The effect of land use on runoff and soil erosion rates under Mediterranean conditions . Catena, 29, pp. 45-59
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Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)
(foto F.A., S.D., archivio GrIG)