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Channel: Gruppo d'Intervento Giuridico (GrIG)
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Il giudice penale deve valutare gli atti di sanatoria urbanistica e paesaggistica.

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dune costiere con vegetazione mediterranea

dune costiere con vegetazione mediterranea

Giunge autorevole conferma da parte della Suprema Corte di cassazione in ordine alla necessità di valutazione da parte del giudice penale riguardo la legittimità o meno degli atti di sanatoria in campo urbanistico-edilizio e in campo paesaggistico intervenuti nel corso del giudizio.

La sentenza Cass. pen., Sez. III, 9 luglio 2015, n. 29284 rammenta – analogamente alla recentissima sentenza Cass. pen., Sez. III, 25 giugno 2015, n. 26715 relativa al solo ambito urbanistico-edilizio – la necessità per il giudice penale di valutare tutti gli elementi necessari per il conseguimento delle sanatorie urbanistica e paesaggistica.

Un tassello di fondamentale importanza contro attività spesso fin troppo sbrigative in materia di corretta gestione del territorio.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

Cagliari, Sella del Diavolo, ruderi della Torre costiera del Poetto

Cagliari, Sella del Diavolo, ruderi della Torre costiera del Poetto

dalla Rivista telematica di diritto ambientale Lexambiente, 22 luglio 2015

Cass. Sez. III n. 29284 del 9 luglio 2015 (Cc 18 mar 2015)
Pres. Mannino Est. Di Nicola Ric. PM in proc. Gambini
Beni ambientali. Sindacato del giudice penale sul parere di compatibilità paesaggistica

Qualora un’opera venga ritenuta compatibile con l’assetto urbanistico e paesaggistico attraverso l’emanazione di atti amministrativi in sanatoria di precedenti abusi, il giudice penale ha l’obbligo di sindacare in via incidentale l’eventuale illegittimità dell’atto amministrativo, trattandosi di un provvedimento che costituisce il presupposto dell’illecito penale, senza necessità di procedere alla disapplicazione del medesimo, soprattutto quando si assuma che la “sanatoria” paesaggistica non poteva essere concessa in presenza della creazione di superfici utili o di volumi, ovvero in presenza di un aumento di quelli legittimamente realizzati, dovendo il giudice penale accertare, anche ai fini cautelari, l’impatto dell’intervento sull’originario assetto paesaggistico del territorio per stabilire pieno iure se persista o meno una compromissione ambientale, suscettibile di radicare, oltre al fumus delicti, un periculum in mora.

 

anatre_in_voloqui la sentenza Cass. pen., Sez. III, 9 luglio 2015, n. 29284

 

 

Umbria, Appennino, boschi

Umbria, Appennino, boschi

(foto S.L., S.D., archivio GrIG)



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