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Una vittoria per l’ambiente e la collettività.

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Carloforte, Mezzaluna e Capo Sandalo

Carloforte, Mezzaluna e Capo Sandalo

Sì, il recupero in via bonaria di quasi 48 ettari di macchia mediterranea e pascoli al demanio civico di Carloforte  avvenuto recentemente è una grande vittoria per l’ambiente e la collettività locale.

Così come le decine di nuovi provvedimenti di accertamento di altrettanti demani civici finalmente emanati in Sardegna dopo anni di ignavia e silenzi.

Ma non solo nell’Isola.

In tutta Italia sono più di 5 milioni gli ettari delle terre collettive che attendono una corretta gestione improntata alla tutela ambientale.

Sì, una vittoria, ma naturalmente non finisce qui.  C’è ancora molto da fare, soprattutto da fare bene.

Ce ne parlano Maurizio Bongioanni per La Stampa – TuttoGreen e Vito Fiori su L’Unione Sarda.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

Cascata di Capo Nieddu

Cuglieri, Cascata di Capo Nieddu

qui i demani civici in Sardegna:

* n. 236 demani civici in altrettanti Comuni presenti nell’Inventario generale delle Terre civiche (2012);

* n. 55 demani civici in altrettanti Comuni accertati nel corso del 2018:

Barrali (determinazioni n. 4547 del 24 agosto 2018 e n. 4462 dell’8 agosto 2018), Escolca (determinazione n. 4458 dell’8 agosto 2018), Villasor (determinazione n. 4450 dell’8 agosto 2018), Lanusei (determinazione n. 4435 del 6 agosto 2018), Villa San Pietro (determinazione n. 4434 del 6 agosto 2018), Tratalias (determinazione n. 4425 del 6 agosto 2018), Lunamatrona (determinazione n. 4421 del 6 agosto 2018, rettifica della determinazione n. 4127 dell’11 luglio 2018); Suelli (determinazione n. 4050 del 6 luglio 2018); Giba (determinazione n. 4024 del 5 luglio 2018); Elini (determinazione n. 3870 del 26 giugno 2018); Pimentel (determinazione n. 3741 del 19 giugno 2018), Pauli Arbarei (determinazione n. 3740 del 19 giugno 2018), Furtei (determinazione n. 3739 del 19 giugno 2018), Cheremule (determinazione n. 3738 del 19 giugno 2018), Collinas (determinazione n. 3663 del 14 giugno 2018), Ittireddu (determinazione n. 3371 del 6 giugno 2018), Masullas (determinazione n. 3315 del 5 giugno 2018), Teti (determinazione n. 3308 del 4 giugno 2018), Soleminis (determinazione n. 3179 del 30 maggio 2018determinazione n. 2979 del 24 maggio 2018), Usassai(determinazione n. 3092 del 29 maggio 2018), Bottida (determinazione n. 3089 del 29 maggio 2018), Romana (determinazione n. 3087 del 29 maggio 2018), Luogosanto (determinazione n. 3081 del 29 maggio 2018), Bortigiadas (determinazione n. 3084 del 29 maggio 2018), Telti (determinazione n. 3078 del 29 maggio 2018), Meana Sardo (determinazione n. 3019 del 28 maggio 2018), Belvì (determinazione n. 2980 del 24 maggio 2018), Bulzi (determinazione n. 2978 del 24 maggio 2018), Tresnuraghes (determinazione n. 2745 del 16 maggio 2018), Monteleone Roccadoria(determinazione n. 2732 del 15 maggio 2018), Portoscuso (determinazione n. 3999 del  3 luglio 2018, rettifica, determinazione n. 2653 del 14 maggio 2018, rettifica demanio civico con esclusione dell’area industriale ai sensi della legge n. 123/2017),  Padru (determinazione n. 2151 del 18 aprile 2018), Olmedo (determinazione n. 2150 del 18 aprile 2018), Noragugume (determinazione n. 2149 del 18 aprile 2018), Atzara (determinazione n. 2148 del 18 aprile 2018), Ussaramanna (determinazione n. 1339 del 19 marzo 2018), Villanovaforru (determinazione n. 1338 del 19 marzo 2018), Ortueri (determinazione n. 828 del 27 febbraio 2018), Tinnura (determinazione n. 827 del 27 febbraio 2018), Gonnosnò (determinazione n. 755 del 22 febbraio 2018), Sarule (determinazione n. 754 del 27 febbraio 2018), Osidda (determinazione n. 753 del 22 febbraio 2018), Ovodda (determinazione n. 752 del 22 febbraio 2018), Lodine (determinazione n. 728 del 21 febbraio 2018), Tadasuni (determinazione n. 653 del 16 febbraio 2018), Ilbono (determinazione n. 567 del 9 febbraio 2018), Soddì (determinazione n. 532 del 7 febbraio 2018), Pompu (determinazione n. 423 del 31 gennaio 2018), Ollastra (determinazione n. 422 del 31 gennaio 2018), Semestene (determinazione n. 420 del 31 gennaio 2018);

* sono risultati inesistenti i diritti di uso civico in favore dei cittadini di Simala (determinazione n. 3865 del 26 giugno 2018), Villamar (determinazione n. 3742 del 19 giugno 2018), Baressa (determinazione n. 3314 del 5 giugno 2018), Luras (determinazione n. 3086 del 29 maggio 2018), Castiadas (determinazione n. 2977 del 24 maggio 2018, nel territorio comunale di Castiadas sono presenti terreni dei demani civici di Muravera, San Vito, Villaputzu), Villaputzu, per le località Camisa e L’Annunziata nel territorio comunale di Castiadas (determinazione n. 2976 del 24 maggio 2018).

Saline di Carloforte

Saline di Carloforte

da La Stampa – TuttoGreen, 27 agosto 2018

Una vittoria per il paesaggio sardo.

Per la prima volta il demanio pubblico ha recuperato dei terreni occupati in modo illegittimo e senza il bisogno di ricorsi. È successo a Carloforte, dove 48 ettari nelle località di Cala Lunga, Le Commende e Bricco Nasca sono stati restituiti semplicemente su richiesta da parte del Comune. (Maurizio Bongioanni)

Carloforte si trova sull’isola di San Pietro dove un quinto del territorio è di demanio civico. Parliamo di poco meno di 900 ettari, un terzo dei quali sono stati illegittimamente occupati da privati. Una parte più piccola ancora, ma comunque significativa, è stata già addirittura edificata.

demanio civico Carloforte, cartografia

Carloforte, demanio civico, (in rosso) cartografia

I primi recuperi di terreni pubblici in mano ai privati hanno coinciso con la recente emanazione da parte di Argea Sardegna (l’agenzia per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura) di ben 45 provvedimenti di accertamento per altrettanti demani civici. Un risultato positivo cui ha contribuito la campagna per la tutela delle terre collettive della Sardegna che il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha avviato da anni per recuperare terreni civici occupati da privati e società immobiliari.

Dopo diverse azioni legali, petizioni popolari, iniziative di sensibilizzazione e un incontro diretto con il presidente della Regione Francesco Pigliaru, nel 2017 è stata emanata una legge regionale che consente la razionalizzazione delle terre collettive e un lento inizio delle operazioni di conclusione degli accertamenti dei demani civici. Il patrimonio civico in Sardegna è enorme e interessa tra i 400 e i 500 mila ettari di coste, boschi, pascoli, terreni agricoli, ovvero circa un sesto dell’isola.

Ora però la Corte costituzionale, su ricorso del Governo, ha deciso che le operazioni di razionalizzazione dei demani civici si possono fare solo in sede di pianificazione paesaggistica, congiuntamente fra Stato e Regione”,  segnala Stefano Deliperi, presidente del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus. “Una notevole complicazione e un allungamento delle procedure che non giova alla salvaguardia di questo immenso patrimonio ambientale delle terre collettive”.

Monterano, Chiesa e il convento di S. Bonaventura con la copia della Fontana del Bernini

Monterano, Chiesa e il convento di S. Bonaventura con la copia della Fontana del Bernini

5 MILIONI DI ETTARI IN TUTTA ITALIA

Una condizione che non riguarda solamente la Sardegna, ma tutta l’Italia. Secondo gli studi sulla proprietà collettiva condotti dall’archivio Scialoja-Bolla, parliamo di 5 milioni di ettari in tutta la PenisolaTante di queste aree sono già occupate abusivamente (difatti c’è chi stima che se si contassero davvero tutte le aree illegittimamente intestate ai privati gli ettari diventerebbero 10 milioni) e per riportarle sotto la proprietà collettiva si è fatto spesso ricorso ai tribunali. Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, la cui mission è proprio quella di sostenere le cause ambientali dei comitati in tutta Italia, si è occupato di molti casi del genere: ad esempio nel territorio umbro di Castelluccio di Norcia, famoso per la “fiorita”, si è arrivati – previo esposto – al sequestro di alcuni terreni pubblici che un’associazione locale aveva adibito a parcheggio per turisti.

“Ma attenzione” specifica Deliperi “l’uso civico è un diritto collettivo che differisce dalla proprietà pubblica. “Infatti, se riconosciuto, l’uso civico non dà diritto a un comune di sdemanializzare un terreno per poi venderlo a privati”. Parla chiaro caso la sentenza che riguarda un ampio terreno nel comune di Canale Monterano, provincia di Roma. Qui un comitato cittadino – anch’esso coadiuvato dal Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus – ha fermato una concessione a privati da parte dell’amministrazione comunale, appellandosi proprio all’uso civico del suddetto terreno, che ricade in una riserva naturale e che invece di essere svenduto per fare cassa potrebbe divenire meta di turismo culturale e naturalistico. “È questo il senso di difendere l’uso civico di un terreno” conclude Deliperi. Diritto, che in questo caso, è stato riconosciuto.

 

Piani di Castelluccio

Norcia, Piani di Castelluccio

da L’Unione Sarda, 28 agosto 2018

Usi civici, il caso è chiuso. Affidato all’Università un progetto per valorizzarli.

La questione riguarda oltre 400mila ettari sparsi in tutta la Sardegna. (Vito Fiori)

Anche un progetto di ricerca dell’Università di Cagliari per valorizzare le aree gravate dagli usi civici. Una questione complessa, che va avanti da decenni (se non secoli) e che l’amministrazione regionale sta cercando di sistemare. Intanto, giusto per intendersi, gli assessorati degli Enti locali e dell’Agricoltura – che si stanno occupando di rimettere ordine nel guazzabuglio di terreni disseminati in moltissimi centri dell’Isola – hanno già destinato delle risorse per i Comuni in cui il problema ha un’incidenza maggiore e che, magari, non hanno una struttura tecnica adeguata al compito.
RITARDI. Uso civico, definizione sconosciuta ai più, significa semplicemente l’utilizzo di un suolo di proprietà pubblica per fini di interesse generale. Interesse che spesso è venuto meno, più per sciatteria e ignoranza che per malafede. Ora, sia pure con grave ritardo, si sta lavorando per regolare la materia. I Comuni, dopo aver censito i terreni ad uso civico, devono modificare la destinazione d’uso e iscriverla in un apposito registro.
IL CASO OROSEI. Sembra una stupidaggine, una cosa da niente, in realtà non è così. A Orosei, in particolare a Cala Liberotto, sempre per citare un caso limite (ce ne sono altri, comunque), nei terreni a uso civico sono state costruite delle case con la “complicità” del Comune che ha rilasciato delle regolari concessioni edilizie. Il punto è che quel suolo non può essere di proprietà di chi ha realizzato gli immobili. Che fare?

Orosei, veduta aerea della costa di Cala Liberotto (da Sardegna Geoportale)

Orosei, veduta aerea della costa di Cala Liberotto (da Sardegna Geoportale)

L’AMBIENTALISTA. «Semplice – spiega Stefano Deliperi, presidente dell’associazione ambientalista “Gruppo di intervento giuridico” – il Comune deve trasferire l’uso civico su altre aree di sua proprietà. Una possibilità sarebbe Bidderosa ma l’amministrazione non ci vuole sentire da quell’orecchio. In ogni caso, dovranno risolvere». Chi ha una villetta nei terreni su cui gravava l’uso civico, tuttavia, non subirà alcuna conseguenza, non sarebbe neanche giusto. Del resto la responsabilità sarebbe ascrivibile solo a chi era a conoscenza della situazione, ovvero Comuni e notai che hanno stipulato gli atti di compravendita.
IL PASTICCIO. Insomma, un classico pasticcio all’italiana nel quale la Sardegna ha fatto però la sua parte. «Da tempo abbiamo denunciato l’anomalia, anzi il far west – prosegue Deliperi – ma la Regione si è mossa, dico finalmente, solo di recente. La legge regionale sulla disciplina degli usi civici risale al 1994 ma è rimasta inapplicata per diversi anni. E comunque, già nel 2012, il censimento avviato per mappare i Comuni che disponevano di questi terreni era in fase conclusiva. In pratica, il tema riguarda la stragrande maggioranza delle municipalità, fatta eccezione per le città regie (Cagliari, Sassari, Iglesias, Castelsardo, Oristano, Bosa e Alghero) e pochi altri centri.
MAPPATURA. Attualmente, alla mappatura mancano meno di 60 Comuni. «Entro la fine dell’anno – assicurano dall’assessorato degli Enti locali – il lavoro sarà finito». Per Deliperi si tratta di una importante battaglia vinta: «Con questa operazione, quei terreni avranno una doppia salvaguardia. E non ci saranno leggi urbanistiche che tengano a ipotizzare solo un centimetro cubo di cemento».

 

Carloforte, faro di Capo Sandalo

Carloforte, faro di Capo Sandalo

(foto da Sardegna Geoportale, da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

 

 


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