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Tuvixeddu, la Corte d’Appello di Roma riforma il lodo arbitrale: solo 1,2 milioni di euro e nemmeno un mattone a Cualbu.

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Cagliari, Tuvixeddu, area archeologica (tombe puniche)

Cagliari, Tuvixeddu, area archeologica (tombe puniche)

La Corte d’Appello di Roma, su ricorso della Regione autonoma della Sardegna, ha riformato il lodo espresso dal Collegio arbitrale (il magistrato in pensione Gianni Olla, il docente universitario romano Nicolò Lipari, il presidente emerito della Corte costituzionale Franco Bilé)  ha emesso il suo lodo (con il parere contrario di uno dei componenti, il magistrato Olla) favorevole alle pretese della Nuova Iniziative Coimpresa del Gruppo Cualbu sull’annosa vicenda di Tuvixeddu (Cagliari), la più importante area archeologica sepolcrale punico-romana del Mediterraneo, interessata dal noto progetto immobiliare.

L’indennizzo di 77,8 milioni di euro previsto dal lodo arbitrale, si riduce a soli 1,2 milioni di euro, come ha affermato la Corte d’Appello di Roma.

Cagliari, Tuvixeddu, atti di vandalismo su tombe puniche

Cagliari, Tuvixeddu, atti di vandalismo su tombe puniche

Il Gruppo Cualbu dovrà restituire quanto percepito in eccesso, più di 75 milioni di euro, visto che il lodo era stato dichiarato esecutivo e l’indennizzo era stato versato integralmente.

La decisione regionale di fermare l’edificazione nell’area è stata ritenuta legittima, perché le disposizioni del piano paesaggistico regionale – P.P.R. sono state definitivamente riconosciute legittime anche riguardo Tuvixeddu dai Giudici amministrativi (vds. Cons. Stato, Sez. VI, 3 marzo 2011, n. 1366).

Le motivazioni dell’arbitrato poggiavano sostanzialmente sull’annullamento del precedente vincolo paesaggistico (vds. Cons. Stato, Sez. VI, 4 agosto 2008, n. 3895).

Una vicenda complessa, dove sono sempre più necessari buon senso e determinazione per raggiungere l’obiettivo della salvaguardia del bene culturale e della sua corretta fruizione pubblica.

Cagliari, necropoli di Tuvixeddu, sepolture (veduta aerea)

Cagliari, necropoli di Tuvixeddu, sepolture (veduta aerea)

Infatti, nonostante la situazione fluida determinata dal perdurante contenzioso, esiste – come detto in varie occasioni – una via per raggiungere l’obiettivo della piena salvaguardia del Colle di Tuvixeddu e della realizzazione del grande parco archeologico-ambientale.

Il piano urbanistico comunale di Cagliari dev’essere adeguato alle previsioni del piano paesaggistico regionale mediante lo strumento della co-pianificazione Ministero Beni e Attività Culturali – Regione – Comune, in seguito dovrà esser modificato di conseguenza l’accordo di programma immobiliare (finora mai rescisso né oggetto di recesso da parte di alcuna parte) e in tale sede saranno previsti indennizzi, eventuali permute, ecc. per chiudere definitivamente ogni contenzioso.

Fino ad allora non vi potrà essere nessun intervento sull’area Tuvixeddu–Tuvumannu, ma anche – purtroppo – nessuna certezza sul versante della tutela e della corretta fruizione e valorizzazione di un bene culturale unico al mondo.  Sarebbe ora di voltare definitivamente pagina e di risolvere una volta per tutte una situazione che a Tuvixeddu e a Cagliari fa solo del male.

Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

anatre_in_voloqui la sentenza Corte App. civile Roma, Sez. II, 9 aprile 2018, n. 2245.

 

Cagliari, Tuvixeddu, vincoli archeologico e paesaggistico, piano paesaggistico regionale

Cagliari, Tuvixeddu, vincoli archeologico e paesaggistico, piano paesaggistico regionale

da L’Unione Sarda, 9 aprile 2018

Svolta a Tuvixeddu, la Corte d’Appello: “Lo stop dei lavori era legittimo”. (Marcello Zasso)

La Regione deve pagare i danni alla società Nuova Iniziative Coimpresa, ma dai 77,8 milioni stabiliti dal lodo arbitrale si passa a un milione e 200mila euro.

La clamorosa svolta arriva per decisione della Corte d’Appello di Roma con una sentenza che ridimensiona radicalmente l’entità dei danni attribuita alla Regione, stabilendo che il Ppr dell’era Soru era applicabile sul progetto dell’imprenditore Gualtiero Cualbu a pochi passi dalla necropoli di Tuvixeddu e che quindi era stato corretto lo stop ai lavori a partire dalla data della sua entrata in vigore.

 

Copia-di-PPR-Tuvixeddu

P.P.R., area di Tuvixeddu

 

da Sardinia Post, 9 aprile 2018

Tuvixeddu, maxi risarcimento nullo: al gruppo Cualbu un milione (e non 84).

Emergono nuovi dettagli sulla sentenza della Corte d’appello di Roma che oggi ha dichiarato legittimo lo stop ai lavori a Tuvixeddu, dove la ‘Nuova iniziative coimpresa’ del gruppo dell’imprenditore cagliaritano Gualtiero Cualbu voleva realizzare un investimento immobiliare autorizzato da Comune e Regione nel 2000 e bloccato dalla giunta di Renato Soru sei anni dopo, contestualmente all’applicazione dei vincoli di inedificabilità previsti dal Piano paesaggistico (Ppr). A Tuvixeddu vennero rinvenute, fuori dall’area sotto tutela, 1.200 tombe puniche, di qui il blocco del cantiere. I nuovi dettagli li ha scritti in una nota l’ufficio stampa di viale Trento, visto che la sentenza odierna è arrivata sull’impugnazione presenta dalla Regione nel 2013 al lodo arbitrale che a luglio 2014 ha imposto alla stessa Regione il pagamento di un maxi risarcimento da 77,8 milioni, salito a 83 milioni e 850mila euro con gli interessi legali. I giudici romani hanno invece stabilito che l’importo dovuto è di 1.205.900 euro.

“La Corte d’Appello di Roma – si legge nella nota – ha accolto l’impugnazione del lodo arbitrale presentato dalla Regione nel 2013 in merito alla vicenda di Tuvixeddu. In sostanza la Seconda sezione civile sottolinea che dal settembre 2006, cioè dall’entrata in vigore del vincolo del Pppr, già riconosciuto definitivamente legittimo dai giudici amministrativi (prima il Tar e poi il Consiglio di Stato), nessun danno può essere riconosciuto al costruttore ‘Nuova iniziative coimpresa’ srl per il blocco dei lavori subito dall’applicazione del Ppr”.

Cagliari, Tuvixeddu, area archeologica (tombe puniche)

Cagliari, Tuvixeddu, area archeologica (tombe puniche). Sullo sfondo le “torri” del complesso Immobiliareuropea s.p.a.

Quanto al milione e 205mila euro che la Regione deve comunque al gruppo Cualbu, la Corte d’appello di Roma ha scritto: “Il risarcimento non può che essere limitato all’unico provvedimento risultato illegittimo e che aveva determinato un ritardo (ipotetico) nell’avvio del cantiere, vale a dire quello di sospensione dei lavori, emanato nell’agosto del 2006, e quindi prima della entrata in vigore del Ppr – l’8 settembre di quello stesso anno – dichiarato illegittimo dal giudice amministrativo”. Di qui la riduzione a 1.205.900 euro dell’importo dovuto alla srl, perché la Regione – hanno stabilito i giudici romani – può rispondere solo degli atti amministrativi non validi, mentre la sospensione in sé dell’investimento immobiliare è  stata considerata regolare dalla Corte d’appello di Roma.

Per calcolare la somma è stato quantificata una somma quotidiana di danno, fissato in 38.900 euro e da applicare a ciascuno dei trentuno giorni di ritardo che i giudici romani hanno imputato alla Regione e individuato dal 9 agosto 2006 all’8 settembre 2006. “Tenuto conto – prosegue la sentenza – che per ogni giorno di ritardo è stato calcolato un pregiudizio della società Coimpresa pari ad euro 38.900,00, la Regione deve essere condannata al pagamento dell’importo complessivo di euro 1.205.900″.

Stando a quanto è spiegato nella nota di viale Trento, la sentenza “consente alla Regione il recupero delle somme depositate a favore di ‘Nuova iniziative coimpresa’”. Stando così le cose, nelle casse della Sardegna c’è un’immediata disponibilità di 82 milioni circa, sebbene manchi ancora un ultimo grado di giudizio davanti alla Cassazione.

Infine, in merito all’efficacia dell’articolo 49 delle Norme Tecniche di Attuazione (Nta), la Corte precisa che “con l’adozione del Ppr (da parte della Giunta, mentre l’approvazione è stato compito del Consiglio regionale), l’esecuzione di lavori di edificazione all’interno dell’area inserita nel piano era divenuta irrealizzabile. Ne deriva che indipendentemente dalla perdurante efficacia di questo e degli altri provvedimenti cautelari illegittimi, l’edificazione era stata comunque impedita dalla intervenuta approvazione della misura transitoria di salvaguardia, sino a quando il Comune di Cagliari non si fosse dotato di un Piano urbanistico regolatore conforme al Ppr”.

 

Tuvixeddu, tomba di Rubellio, interno in degrado

Tuvixeddu, tomba di Rubellio, interno in degrado

 

Cagliari, Tuvixeddu, area archeologica

Cagliari, Tuvixeddu, area archeologica

(foto aerea Sopr. CA, S.D., arch. GrIG)


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