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Proposte ecologiste per le elezioni politiche 2018.

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girasoli nel bosco

bosco e girasoli

Nell’attuale campagna elettorale si sta parlando molto poco di cose concrete e proprio per questo 23 Associazioni ambientaliste fanno le loro proposte alle Coalizioni e ai Partiti impegnati nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018.Accademia Kronos, AIIG, Associazione Ambiente e Lavoro, CTS, ENPA, Fare Verde, Federazione Pro Natura, FIAB, Forum Ambientalista, Greenpeace Italia, Gruppo di Intervento Giuridico Onlus, Gruppi di Ricerca Ecologica, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Marevivo, Mountain Wilderness, Rangers d’Italia, SIGEA, Slow Food Italia, TCI, VAS, WWF hanno coinvolto e stanno incontrando i rappresentanti delle varie forze politiche con le proposte condensate nell’Agenda Ambientalista 2018.

In base ai riscontri si potranno fare le opportune valutazioni.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

Tuili - Gesturi, Giara, Pauli Maiori, bosco, sullo sfondo il Gennargentu innevato

Tuili – Gesturi, Giara, Pauli Maiori, bosco, sullo sfondo il Gennargentu innevato

Agenda ambientalista 2018 per la ri-conversione ecologica del Paese:

Proposte in sintesi per la XVIII legislatura

La situazione globale è sempre più critica: la pressione umana nei confronti dei sistemi naturali e i modelli economici perseguiti dalle nostre società sono ormai insostenibili. I prossimi cinque anni sono fondamentali per avviare nel concreto un’impostazione economica capace di mantenere l’azione umana entro i limiti biofisici dei sistemi naturali del nostro pianeta nel rispetto dell’equità e della prosperità per ogni essere umano.

L’Italia è un paese del G7 e può e deve svolgere un ruolo importante in questo contesto, anche per contribuire alla concretizzazione dell’Agenda 2030 con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che tutti i paesi del mondo hanno sottoscritto alle Nazioni Unite nel 2015. Pertanto dobbiamo essere capaci, in particolare deve esserlo la politica, di creare le condizioni per un nuovo modello economico che sia finalmente in grado di dare valore alla ricchezza del capitale naturale, di un nuovo Patto Sociale basato sulla sostenibilità e che consideri come inscindibili la dimensione ecologica e quella economica e sociale dello sviluppo.

Diventa perciò fondamentale, da un lato, ridurre consumi non necessari, a cominciare dalla progressiva eliminazione dei materiali “usa e getta” (carta, plastica), in particolare nel packaging, e, dall’altro, agire sui processi produttivi conducendoli a imitare i processi circolari della natura per contenere o eliminare scarti, rifiuti e inquinamento. Sia nel settore pubblico che in quello privato si sta cercando di affermare  una contabilità nazionale, territoriale e d’impresa capace di considerare pienamente l’impatto delle attività umane sul capitale naturale e di fornire misure più adeguate della performance economica misurata attraverso il PIL, in grado di cogliere anche il benessere delle persone e la dinamica degli ecosistemi.

Trieste, Canale di Ponterosso

Trieste, Canale di Ponterosso

Tutto ciò in coerenza con gli accordi della comunità internazionale, in particolare per quanto riguarda l’applicazione dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici; a contribuire all’attuazione della Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile presentata all’High Level Political Forum delle Nazioni Unite del luglio 2017 e che, con il coordinamento della Presidenza del Consiglio, è necessario sia declinata in azioni concrete e efficaci per raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030

Proprio per sollecitare l’innovazione in campo economico, sociale e ambientale, già in occasione delle consultazioni per la definizione del programma di Governo, a seguito delle elezioni nazionali del 2013, le più importanti associazioni di protezione ambientale riconosciute, che avevano interloquito in campagna elettorale con le maggiori forze politiche, presentarono unitariamente le proprie proposte e richieste prioritarie raccolte nella prima Agenda Ambientalista per la ri-conversione dell’Italia.

Venezia, panorama

Venezia, panorama

 

Eppure c’è un’Italia che già oggi non solo pensa, ma vive il futuro. Un Paese che concretamente sta già dando con convinzione il suo contributo fattivo alla ri-conversione ecologica del Paese. Nel rapporto Green Italy 2017 curato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere si ricorda che sono 355 mila, infatti, le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito nel periodo 2011-2016, o prevedono di farlo entro la fine del 2017, in prodotti e tecnologie green. In pratica più di una su quattro, il 27,1% dell’intera imprenditoria extra-agricola con dipendenti. E nell’industria in senso stretto sono più di una su tre (33,7%). La green economy è, quindi, per una componente considerevole delle nostre imprese, un’occasione còlta. Solo quest’anno, anche sulla spinta dei primi segni tangibili di ripresa, ben 209 mila aziende hanno investito, o intendono farlo entro la fine del 2017, sulla sostenibilità e l’efficienza, con una quota sul totale (15,9%) che ha superato di 1,6 punti percentuali i livelli del 2011 (14,3%).

L’Agenda Ambientalista 2018 con le sue proposte vuole costituire un contributo alla ri-conversione ecologica del Paese rivolto alle forze politiche che si confrontano nella campagna per le elezioni nazionali 2018 e in vista del confronto sul programma del nuovo Governo con il Presidente del Consiglio, che sarà incaricato. Le 23 Associazioni promotrici dell’Agenda Ambientalista 2018 sono: Accademia Kronos, AIIG, Associazione Ambiente e Lavoro, CTS, ENPA, Fare Verde, Federazione Pro Natura, FIAB, Forum Ambientalista, Greenpeace Italia, Gruppo di Intervento Giuridico Onlus, Gruppi di Ricerca Ecologica, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Marevivo, Mountain Wilderness, Rangers d’Italia, SIGEA, Slow Food Italia, TCI, VAS, WWF.

Mauro Zaratta (Taranto, 17 agosto 2012, da www.gettyimages.com)

Mauro Zaratta (Taranto, 17 agosto 2012, da http://www.gettyimages.com)

  • ENERGIA E CLIMA

Approvare entro i primi 100 giorni gli strumenti regolatori e legislativi per dare attuazione alla fuoriuscita dall’utilizzo del carbone nella produzione elettrica entro il 2025, prevista dalla Strategia Energetica Nazionale e dare una risposta istituzionale adeguata alle nuove sfide: a) varando uno strumento legislativo quadro che armonizzi e sancisca l’obiettivo di decarbonizzazione dell’economia, fissando delle tappe obbligatorie in tutti i settori; b) convocando una conferenza nazionale su Energia e Clima che veda la partecipazione di tutti gli attori (comprese le organizzazioni non governative) che abbia come  obiettivo il varo del Piano Nazionale Clima ed Energia, richiesto dalla UE entro quest’anno, e della Strategia di Decarbonizzazione a lungo termine che siano basati su due assi di intervento: 1. l’Obiettivo del 100% di rinnovabili al 2050, nel rispetto delle tutele ambientali, paesaggistiche e culturali, definendo una strategia di transizione che porti all’abbandono progressivo delle centrali alimentate con combustibili fossili, incluse quelle a gas; 2. la definizione di una Roadmap Nazionale di Decarbonizzazione e di uso efficiente delle risorse per i settori di produzione dell’energia elettrica dei trasporti, dell’industria e dei servizi, che sostengano  la green economy.

  • TRASPORTI E INFRASTRUTTURE

Definire un Piano nazionale della mobilità che aggiorni il Piano Generale dei trasporti  e della Logistica del marzo 2001, che, compiendo un’analisi sulle principali problematiche di saturazione, congestione e inquinamento da traffico, esistenti nel nostro Paese, abbia come priorità: la diffusione della mobilità elettrica, attraverso la creazione di una infrastrutturazione adeguata; l’intervento organico nelle aree urbane, privilegiando le scelte relative alla mobilità dolce e, in particolare, alla mobilità ciclistica (grazie alla piena attuazione della legge n. 2/2018 «Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica»); il riequilibrio modale dalla strada alla ferrovia, in particolare per le merci, sulle medie e brevi percorrenze; il potenziamento dei nodi di interscambio per superare i “colli di bottiglia” nelle relazioni porti/stazioni ferroviarie/aeroporti/terminal intermodali scali portuali;  la formazione di Consorzi e Agenzie interistituzionali al servizio della città diffusa e l’adozione di progetti innovativi di city logistic; l’intervento per l’adeguamento e potenziamento delle reti ordinarie esistenti, in particolare ferroviarie; la riduzione delle emissioni di gas serra.

Firenze, Campo di Marte, ingresso del tunnel dell'alta velocità ferroviaria

Firenze, Campo di Marte, ingresso del tunnel dell’alta velocità ferroviaria

  • VALUTAZIONI AMBIENTALI

Garantire la piena e omogenea applicazione della Valutazione di Incidenza (VINCA) a tutela della Rete Natura 2000 e modificare sostanzialmente il d.lgs. n. 152/2006 in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (TU Ambiente), recentemente riformato (legge 104/2017), stabilendo che: a) la procedura di VIA venga effettuata sul progetto definitivo; b) il dibattito pubblico sia esteso a tutti progetti prioritari relativi ai settori dell’industria, dei trasporti e dell’energia ricompresi nell’Allegato II del d.lgs. n. 152/2006; c) i membri della Commissione VIA siano selezionati attraverso procedure di evidenza pubblica che valutino la specializzazione e la competenza dei candidati assicurando la terzietà e l’indipendenza della Commissione; d) sia definito, finalmente, un quadro sanzionatorio severo e proporzionale all’eventuale danno arrecato nei confronti di chi abbia realizzato progetti senza la procedura di VIA o non rispettando le prescrizioni ambientali; e) sia abrogato il DPR n. 194 del 12 settembre 2016, in attuazione della c.d. Legge Madia, che riduce del 50% i tempi di svolgimento delle procedure autorizzative per le opere e gli insediamenti produttivi prioritari a maggiore impatto.

  • CONSUMO DEL SUOLO

Approvare  un provvedimento che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive e riprendere con le opportune modifiche il testo del ddl sul consumo del suolo e il riuso del suolo edificato discusso nella XVII legislatura, approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati nel maggio 2016,  introducendo proposte migliorative per quel che riguarda il rapporto Stato-Regioni nella definizione dei limiti su scala regionale e superando le norme che, in via transitoria, fanno salve le previsioni dei piani urbanistici attuativi, dotando finalmente il paese di una normativa che: stabilisca che il suolo è risorsa non rinnovabile e bene comune, vieti il mutamento di destinazione d’uso per le superfici agricole che hanno beneficiato di aiuti dall’Unione Europea, introduca obiettivi nazionali di tutela del suolo e di rigenerazione urbana, renda obbligatorio il censimento su scala comunale degli edifici e della aree dismesse vincolante rispetto alla pianificazione di consumo di nuovo suolo, punti  sulla leva fiscale per contenere il consumo del suolo e privilegiare la riqualificazione e la rigenerazione urbana.

DSCN1416.jpg b.jpg ACERI FORESTA DEMANIALI BOCCA SERRIOLA LGG - Copia

bosco di Aceri e cielo

  • DIFESA DEL SUOLO

Sostenere e rafforzare la manutenzione del territorio attraverso Piani Pluriennali su scala di bacino idrografico, redatti dalle Autorità di Distretto, che consentano anche di rendere operativa la politica di adattamento ai cambiamenti climatici applicando correttamente e in modo integrato le direttive europee e procedere ad una forte integrazione tra le Struttura di Missione “Italia Sicura” e la Struttura di Missione “Piano Casa Italia” della Presidenza del Consiglio dei Ministri e tra queste e il gruppo di lavoro promosso dal ministero dell’Ambiente che sta definendo il Piano Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici,  per condividere i dati e le informazioni di base esistenti sulle aree più pericolose e vulnerabili al rischio del nostro paese e concordare, di conseguenza, le priorità di intervento in accordo e in spirito di leale collaborazione con le Autorità di distretto recentemente istituite (2016).

  • USI CIVICI              

Realizzare una carta nazionale delle terre civiche e un censimento dei demani civici illegittimamente occupati da soggetti senza titoli validi e/o destinate a utilizzi impropri, regolati dalla normativo nazionale (legge n. 1766/1927 e s.m.i., regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.) e da leggi regionali che riguardano gli sui civici in aree di interesse collettivo (boschi, coste, pascoli, terreni agricoli, zone umide), che presuntamente coprono nel nostro Paese una superficie di oltre 5 milioni di ettari.

  • BONIFICHE

Definire una strategia nazionale per garantire l’avvio concreto degli interventi di bonifica dei siti inquinati, sviluppando tutte le migliori tecnologie per favorire le operazioni direttamente in situ, attraverso un’azione coordinata con le Regioni competenti (anche in relazione agli interventi non d’interesse nazionale) ed una messa in mora dei soggetti che ai termini di legge hanno l’obbligo di procedere ai ripristini ambientali ed alla messa in sicurezza dei siti contaminati, come previsto anche dalla legge 68/2015 sugli ecoreati, e istituire un Fondo nazionale per le bonifiche dei siti orfani (senza più padrone) sul modello del Superfund statunitense.

Portovesme,  bacino "fanghi rossi" bauxite (foto Raniero Massoli Novelli, 1980)

Portovesme, bacino “fanghi rossi” bauxite (foto Raniero Massoli Novelli, 1980)

  • RIFIUTI

Riformare le politiche di prevenzione, adottando un programma nazionale capace di coordinare i programmi regionali, dotato di proprie risorse e definendo un programma di monitoraggio efficace: a) superando i limiti del programma nazionale di prevenzione dei rifiuti del 2013; b) facendo una ricognizione dei programmi adottati a livello regionale. E intervenire subito in questo settore: a) introducendo schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR) per l’industria e la distribuzione alimentare e imporre obiettivi minimi di prevenzione e riciclaggio, da raggiungere attraverso una impiantistica adeguata, dei rifiuti, compresi quelli da costruzione e demolizione (C&D); b) introducendo la cauzione sugli imballaggi monouso, contribuendo così al superamento del fenomeno del littering e della dispersione dei rifiuti nell’ambiente.

  • BIODIVERSITA’ ED AREE PROTETTE

Garantire una tutela efficace della biodiversità e delle aree protette attraverso: a) la piena attuazione delle Direttive comunitarie 92/43/CE “Habitat” e 2009/147/CE “Uccelli”, e delle 15 azioni previste dal “Piano d’azione per la natura, i cittadini e l’economia” della UE con un adeguato coinvolgimento dei portatori d’interesse; il completamento della rete Natura 2000 in ambito sia terrestre che marino, con la piena designazione dei SIC in ZSC e la designazione di nuovi siti a mare, b) la redazione della nuova Strategia Nazionale per la Biodiversità post 2020 in coerenza con il Piano strategico per la biodiversità 2011-2020;c) l’approvazione di un Piano Nazionale di Conservazione del Lupo che escluda ogni ipotesi di abbattimento legale; c) la realizzazione entro il 2020 la terza Conferenza Nazionale sui Parchi e le altre aree naturali protette per rilanciare la missione prioritaria della conservazione della natura; d) l’incremento di almeno 40 milioni le risorse nel capitolo di bilancio del Ministero dell’Ambiente per la gestione ordinaria delle aree protette nazionali terrestri e marine, che oggi destina a questo scopo  circa 80 milioni di euro;  e) la piena applicazione del Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 30 marzo 2017, anche in risposta alla Procedura Eu-Pilot 5283/13/ENVI.

  • MARE

Rispondere adeguatamente agli obblighi e alle strategie comunitarie per una migliore tutela del mare: a) dando piena attuazione alla Strategia Marina italiana (in coerenza con Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino adottata nel 2008); b) implementando la Direttiva Europea sulla Pianificazione Spaziale Marittima sviluppando piani di gestione spaziali nel rispetto dei limiti dell’ecosistema marino; c) dando piena attuazione anche in Italia alla Politica Comune sulla Pesca (in vigore dal primo gennaio 2014), anche attraverso l’implementazione del Piano operativo nazionale del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (EMFF) e la partecipazione attiva ai negoziati sulle Quote e sul Totale Ammissibile di cattura (TAC); d) dichiarando una lotta senza quartiere contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamenta, dando piena attuazione al Regolamento comunitario sulla INN; e) dando piena attuazione alla strategia europea sulla riduzione della plastica, con il duplice obiettivo di tutelare l’ambiente e il mare e di porre le basi per una nuova economia circolare.

Cagliari, Sella del Diavolo, fra terra, mare, cielo

Cagliari, Sella del Diavolo, fra terra, mare, cielo

  • MONTAGNA

Avviare adeguati provvedimenti legislativi per le zone montane al fine di preservale per le future generazioni e di assicurare i servizi fondamentali per le popolazioni residenti, in coerenza con quanto previsto dall’art. 44 della Costituzione. In particolare, per l’arco alpino dare  attuazione ai protocolli della Convenzione delle Alpi e garantire una tutela rigorosa delle Dolomiti, oggi “patrimonio dell’umanità”, anche con riferimento agli eventi sportivi che si svolgeranno a Cortina d’Ampezzo nel marzo 2020 e nel febbraio 2021; per gli Appennini rinnovare la relativa Convenzione prevedendo misure adeguate per uno sviluppo legato alla conservazione dell’ambiente e in questo quadro adottare interventi specifici per i territori dei Parchi Nazionali dei Monti Sibillini e del Gran Sasso-Monti della Laga fortemente colpiti dal terremoto del 2016.

  • BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI

Rafforzare la tutela procedendo: a) senza ulteriori ritardi, dopo quasi 15 anni dall’entrata in vigore del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. n. 42/2004), a completare la stagione della pianificazione paesaggistica definita nello stesso Codice; b) rivedendo la legislazione vigente, a cominciare dalle norme contenute nel decreto Sblocca Italia (dl n. 133/2014) e nella Riforma della Pubblica Amministrazione (legge n. 154/2016), intervenendo su quelle disposizioni mirate a bypassare la pianificazione urbanistica, l’autorizzazione paesaggistica delle Soprintendenze e i vincoli sugli immobili demaniali, oltre a quelle volte  alla semplificazione delle procedure autorizzative della Conferenza dei servizi; c) promuovendo un’azione inter-ministeriale (Mibaact, Mipaaf, MinAmb) volta a definire una Strategia integrata per i territori, la natura e i paesaggi che miri a inserire i nostri beni naturalistici e culturali in un disegno più organico e completo di legame con il territorio facendo riferimento ai molteplici strumenti messi a punto a tal fine negli altri Paesi (ad esempio Carte del Paesaggio o del Territorio in Francia; Statuto dei Luoghi in Gran Bretagna, ecc.).

Valle del Fiume Mignone, paesaggio

Valle del Mignone, paesaggio

  • AGRICOLTURA

Conciliare agricoltura ed ecologia: a) sostenendo in sede europea una radicale riforma della Politica Agricola Comune (PAC) post 2020 che promuova un nuovo modello di agricoltura basata sui principi dell’agroecologia ed affronti con maggiore efficacia le sfide ambientali in ambito rurale (perdita di biodiversitàe ripristino degli ecosistemi, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, gestione sostenibile delle acque e del suolo); b) superando nel primo pilastro della PAC il riferimento alla rendita fondiaria basata sui pagamenti a superficie con l’introduzione dei pagamenti basati sui risultati per conseguire gli obiettivi ambientali (condizionalità e greening; c) predisponendo ed attuando un Piano Nazionale per l’Agroecologia con la promozione di attività di ricerca, sperimentazione, formazione ed informazione agli agricoltori; d) promuovendo lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica per perseguire l’obiettivo del 50% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) nazionale certificata entro il 2030, grazie anche all’approvazione di una nuova Legge quadro nazionale sull’agricoltura biologica; e) garantendo un’adeguata revisione e piena attuazione del PAN pesticidi post 2019 e vietando utilizzo dei pesticidi ad elevata tossicità nelle aree naturali protette e nelle superfici agricole confinanti con i corsi d’acqua; f) stabilendo il divieto assoluto di coltivazione di prodotti OGM e la corretta regolamentazione dei prodotti ottenuti con le cosiddette “New breeding techniques” (NBT); g) garantndo il benessere degli animali da reddito, nel rispetto delle normative comunitarie, affermando il rispetto delle loro esigenze etologiche, prevedendo il progressivo abbandono degli allevamenti intensivi anche a causa del loro impatto sull’ambiente, dell’enorme consumo di risorse cerealicole e di acqua;

  • TURISMO E AMBIENTE

Definire una visione del ruolo del turismo sostenibile per il Paese e far crescere qualitativamente l’offerta per rendere l’Italia più competitiva sul mercato internazionale, attraverso anche la redazione di un Piano nazionale per la qualità per consentire alle imprese di riposizionarsi e di sperimentare progetti di rete che impegnino gli operatori in percorsi condivisi e di crescita comune che valorizzino la qualità e la sostenibilità ambientale dell’offerta turistica e delle strutture ricettive e le vocazioni dei territori, con particolare attenzione alle aree naturali protette e dedicare attenzione alla vocazione dei territori più sensibili: a)  favorendo lo sviluppo del settore turistico del Mezzogiorno affrontando i problemi del buon uso del territorio, della criminalità e della sicurezza e del migliore impiego delle risorse derivanti dalla nuova programmazione dei fondi strutturali 2014-2020; b) prendendo  atto che il cambiamento climatico modifica completamente l’orizzonte di alcune attività turistiche e in particolare di quelle legate allo sci; c) regolamentando il turismo nelle aree naturali più vulnerabili, sia attraverso l’effettiva applicazione degli strumenti normativi già in essere, sia applicando forme anche temporanee di controllo e sostenibilità ambientale.

Roma, Pantheon

Roma, Pantheon

  • MINISTERO DELL’AMBIENTE

Garantire una maggiore capacità di manovra al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare: a) portando il suo bilancio annuale dagli attuali 880 milioni ad almeno 1.200 milioni di euro l’anno (come nel 2009), per consentire di avere maggiori risorse da destinare a interventi e investimenti (in particolare alle aree protette, alla difesa del suolo, alla manutenzione del territorio e all’adattamento ai cambiamenti climatici) e riducendo così la quota  del bilancio del Ministero destinata al semplice funzionamento della struttura amministrativa (che oggi ammonta a 104 milioni di euro, equivalenti a circa il 12% del bilancio nel suo complesso); b) rafforzando e qualificando la sua struttura amministrativa, che oggi vede per ogni dipendente (poco più di 500) un consulente proveniente dalla SOGESID SpA (circa 500), più altri 200 consulenti e registra  un deficit di 10 dirigenti: dei 33 dirigenti previsti in pianta organica ce ne sono 23, di cui 16 personale di ruolo, 4 provenienti da altre amministrazioni e 3 provenienti dall’esterno.

  • ANDARE OLTRE IL PIL

Avviare un processo istituzionale che conduca all’adozione e alla attuazione concreta nelle politiche di settore di nuovi indicatori oltre il PIL per la valutazione del progresso e del benessere e procedere ad un monitoraggio della efficacia e alla eventuale integrazione e/o sostituzione dei dodici indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES), di cui al decreto Ministeriale 16 ottobre 2017.

Roma, Corte di cassazione

Roma, Corte di cassazione

  • DIRITTI E DELITTI AMBIENTALI

Innanzitutto, bisogna dare piena e concreta  attuazione ai principi e valori costituzionali che riconoscono e garantiscono la tutela dell’ambiente come “elemento determinativo della qualità della vita”, “valore trasversale costituzionalmente protetto”,  “primario ed assoluto”,   “non suscettibile di essere subordinato ad altri interessi” e garantire da parte dell’Italia  l’effettiva applicazione  delle  norme europee  in materia ambientale, con  atti di recepimento  formalmente e sostanzialmente  adeguati e rapidi, nonché rendere efficace ed effettiva applicazione degli  ecoreati: a) attivando  azioni di prevenzione e contrasto  ai reati ambientali più rapide, con il miglioramento dei sistemi dei controlli ambientali amministrativi, di polizia e  giudiziari ; b) completando la riforma del sistema  sanzionatorio  in tema di “reati ambientali”, con l’aggiunta di nuovi “delitti  ambientali” per la tutela  della fauna selvatica: c) definendo  una modalità  unica  sul  territorio  nazionale  per  far confluire  le  sanzioni  che  vengono  fatte  pagare  ai  responsabili  dei  reati contravvenzionali  minori; d) rimuovendo  la  clausola  di  invarianza  dei  costi  per  la  spesa  pubblica prevista  nella  legge  sugli  ecoreati,  così  come  in  quella  che  ha  istituito  il Sistema  nazionale  a  rete  per  la  protezione  dell’ambiente, perché  la  loro applicazione  diffusa e omogenea porta  inevitabilmente ad una contrazione dell’impegno pubblico, mentre servono risorse per il finanziamento di un programma formativo per tutti i controllori e gli operatori della giustizia e l’implementazione dei meccanismi premiali per chi  bonifica  previsti  dalla  legge n. 68/2015.

  • INFORMAZIONE, EDUCAZIONE, FORMAZIONE E PARTECIPAZIONE AMBIENTALE

Introdurre l’educazione per l’ambiente e per la sostenibilità (EAS): a) nei piani di studio della scuola e farne un elemento di attenzione nell’attività di orientamento allo studio e al lavoro e nella formazione permanente degli adulti dando applicazione alle indicazioni della Strategia UNECE (United Nations Economic Commission for Europe) per l’ESS del 2005 sottoscritta dall’Italia; b) attraverso la realizzazione Campagne nazionali di educazione e informazione ambientale su alcune tematiche (quali ad esempio cambiamenti climatici e dei cicli bio-geo-chimici, sul consumo di risorse naturali, sul suolo, sul valore della biodiversità, sulla convivenza con la natura selvatica e, in particolare, i grandi carnivori, ecc.); c) attraverso proposte educative di contatto diretto e qualificato con la natura; d) attraverso la realizzazione di supporti e strumenti di diffusione delle buone prassi per promuovere e consolidare i processi di educazione ambientale e formazione dei docenti. Inoltre, è indispensabile: 1) aprire il mondo della scuola e delle università ad un rapporto qualificato con il mondo esterno: 2) garantire la qualità educativa e l’inserimento in un contesto adeguato agli studenti coinvolti nel Programma di Alternanza Scuola-Lavoro, formando in particolare tutor che facciano da interfaccia tra lo studente e l’ente/azienda ospitante  3) supportare le università che si “aprono” ai territori, promuovendo in un’ottica integrata e sistemica una stretta collaborazione tra i centri/gruppi di ricerca, le comunità locali, le pubbliche amministrazioni 4) costruire e realizzare pacchetti formativi e informativi amici dell’ambiente: promuovendo un ampio programma di formazione della Pubblica Amministrazione che riguardi i temi della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’innovazione nella governance e favorendo la corretta informazione e partecipazione attiva dei cittadini.

 

Stagno e nuvole

Stagno e nuvole (foto di Cristina Verazza)

(foto da http://www.gettyimages.com, Raniero Massoli Novelli, Cristiana Verazza, Comitato Valle del Mignone, E.R., A.L.C., S.D., archivio GrIG)

 


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