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Il Qatar vada a piantar mattoni nel deserto arabico!

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mattone nella sabbia

L’amministratore delegato di Sardegna Resort s.r.l. Mario Ferraro ha presentato lo scorso 10 maggio le “osservazioni” per conto del gruppo societario al disegno di legge regionale n. 408 del 17 marzo 2017 (“Disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia. Modifiche alla legge regionale n. 23 del 1985, alla legge regionale n. 45 del 1989, alla legge regionale n. 8 del 2015, alla legge regionale n. 22 del 1984, alla legge regionale n. 28 del 1998 e alla legge regionale n. 24 del 2016”) alla IV Commissione permanente “Governo del territorio” del Consiglio regionale della Sardegna.

E’ suo diritto, l’ha fatto anche il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus nei giorni scorsi.

Pretende di poter realizzare due nuovi complessi ricettivi a Porto Volpe e al Pevero entro la fascia costiera dei mt. 300 dalla battigia marina oltre a realizzare anche ulteriori aumenti volumetrici delle strutture esistenti, sempre entro la fascia costiera di massima salvaguardia.

Il motivo è semplice: “grazie agli aumenti delle cubature ottenuti con i precedenti Piani casa, il nostro fatturato è aumentato da 70 milioni a 130 milioni dal 2010 al 2013”.

Arzachena, Costa Smeralda, lavori di ampliamento dell’Hotel Romazzino

Rende bene speculare sulle coste sarde.

Come ben noto, l’operazione immobiliare, anche su puntuali esposti del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, è oggetto di un procedimento penale aperto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania per violazione delle normative di tutela costiera, in particolare del piano paesaggistico regionale (P.P.R.).

Infatti, è incostituzionale ogni previsione normativa che preveda nuovi mattoni nella fascia di salvaguardia integrale dei mt. 300 dalla battigia marina.

La sentenza Corte cost. n. 189 del 20 luglio 2016 ha affermato ancora una volta che le norme di tutela paesaggistica (e quelle del piano paesaggistico, in particolare) prevalgono sulle disposizioni regionali urbanistiche, visto che “gli interventi edilizi ivi previsti non possono essere realizzati in deroga né al piano paesaggistico regionale né alla legislazione statale”, in quanto “si deve escludere, proprio in ragione del principio della prevalenza dei piani paesaggistici sugli altri strumenti urbanistici (sentenza n. 11 del 2016), che il piano paesaggistico regionale sia derogabile”.   La disciplina del P.P.R. afferma testualmente riguardo la fascia costiera (“risorsa strategica fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio sardo“, art. 19 delle N.T.A. del P.P.R.) fuori dai centri abitati: “nelle aree inedificate è precluso qualsiasi intervento di trasformazione” (art.  20 delle N.T.A. del P.P.R.), mentre è consentita solo la “riqualificazione urbanistica e architettonica degli insediamenti turistici o produttivi esistenti“.

Se alla Qatar Investment Authority, i padroni della Sardegna Resorts, non piacciono le nostre leggi e la nostra disciplina di salvaguardia costiera, possono serenamente andare a piantar mattoni nel deserto arabico.

Sardegna, dune e ginepri sul mare

Del resto, abbiamo già visto quali siano stati i magnifici investimenti da un miliardo di euro tanto sbandierati negli anni scorsi: solo ampliamenti sul mare degli Hotel “storici” della Costa Smeralda e 27 stazzi ristrutturati.

Come nelle favole delle “Mille e una notte”, al mattino il genio della lampada non c’era più, la carovana di cammelli e mattoncini colorati non era giunta e la montagna aveva partorito il topolino edilizio.

Come ampiamente previsto, del resto.

Ora Giunta e Consiglio regionali, amministratori locali, tutti i sardi dimostrino di non avere gli anelli al naso.

Dal canto nostro, insieme ai tanti cittadini che hanno a cuore la loro Terra, continueremo la nostra battaglia per la difesa delle nostre coste e del nostro futuro.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

Arzachena, Costa Smeralda, lavori suites Hotel Romazzino

A.N.S.A., 11 maggio 2017

Sardegna Resorts punta a due nuovi hotel. Modifiche a dl Giunta, “incrementi volumetrici in 300 mt da mare”.

 

 

Buggerru, Portixeddu, dune e spiaggia

da La Nuova Sardegna, 11 maggio 2017

Costa Smeralda, il Qatar vuole due nuovi hotel e chiede l’ok alla Regione.

Presentate dai vertici di Sardegna Resorts le osservazioni alla legge: un albergo al Pevero e uno a Cala di volpe. (Umberto Aime)

CAGLIARI.  Altro che lasciare, fosse per l’amministratore delegato di Sardegna Resorts, Mario Ferraro, «noi vogliamo aumentare gli alberghi in Costa Smeralda». Raddoppiare, è la verità: un nuovo hotel nelle vicinanze del Cala di Volpe più il gemello di quello che esiste nel golfo del Pevero. È questa l’idea fissa della proprietà della SR, che è una società a responsabilità limitata con sede ad Arzachena, con in cassa i molti milioni della Qatar holding. L’annuncio non è certo di prima mano, ma è il contesto in cui è stato detto a dare sostanza alla notizia. Ferraro così si è espresso nell’aula della commissione urbanistica del Consiglio regionale.

Proprio nella casa madre della politica, davanti a chi ha in carico la leggina che accorpa altre leggi e soprattutto presto dovrà discutere di nuova urbanistica, quella proposta dalla giunta Pigliaru. C’è anche un’altra particolarità: è stata Sardegna Resorts a chiedere di essere convocata e il presidente Peppino Pinna dell’Udc ha accolto la richiesta. Come mai la società che gestisce gli alberghi in Costa s’è offerta volontaria?

La risposta è facile: aveva voglia e interesse di mostrare i suoi progetti, dimostrare (ci sarà riuscita?) che ha «idee a basso impatto ambientale» e «non vuole mettere le mani su aree incontaminate, ma dove si può costruire dobbiamo poterci muovere». Secondo Ferraro dovrebbe essere possibile anche nell’intoccabile fascia dei 300 metri dal mare, perché «se la Sardegna vuole vivere davvero di turismo e fare concorrenza al resto del modo, ha tutte le potenzialità possibili, dobbiamo offrire il meglio del meglio alla nostra clientela sempre più esigente, altrimenti pronta ad andare altrove. Noi dobbiamo garantire una stagione lunga otto-nove mesi l’anno». Come? Sardegna Resorts ha in mente centri benessere, ristoranti d’alta classe, spiagge attrezzate alla grande per i suoi ospiti extra lusso. Poi sul tavolo Ferraro ha gettato, con maestria, anche l’Asso di denari: «Con un investimento di 120 milioni in cinque anni la Qatar holding, arrivata nel 2012 in Costa Smeralda con grande entusiasmo, dimostra di credere ancora nella Sardegna, ma sarà difficile sostenere quest’impegno se non ci sono norme chiare e comprensibili, se non c’è la possibilità concreta di valorizzare il patrimonio».

Gallura, cantiere edile sulla costa

Senza entrare nel merito della legge urbanistica, che non è ancora all’esame, con un corposo dossier invece Ferraro ha parlato molto di quella sull’edilizia approvata nel 2015 dal Consiglio e destinata a essere assorbita dalla manutenzione legislativa decisa dalla giunta Pigliaru. «In quella legge – ha detto – c’è un vuoto. Per gli alberghi nei 300 metri non è previsto alcun bonus delle volumetrie, mentre sappiamo che nella nuova legge urbanistica ci sono. Bene, nell’attesa, il premio andrebbe concesso anche gli hotel oggi esclusi». Perché? La risposta è stata secca: «Grazie agli aumenti delle cubature ottenuti con i precedenti Piani casa, il nostro fatturato è aumentato da 70 milioni a 130 milioni dal 2010 al 2013. Con, è ovvio, grandi benefici per la Sardegna fra indotto, buste paga e tanto altro». Però va ricordato che quelle costruzioni sono anche al centro dell’inchiesta della Procura di Tempio su diversi abusi edilizi, seppure a gennaio la Cassazione ha imposto il dissequestro degli alberghi corpo di reato. Nel leggere la relazione consegnata, si scopre anche che Sardegna Resorts vorrebbe altro. Ad esempio in alcuni terreni classificati con diverse lettere dell’alfabeto. Va ricordato che quelli turistici sono battezzati con la F ed è questa a interessare di più la Qatar holding.

Con le sue osservazioni e proposte, Sardegna Resorts ha fatto capire che gradirebbe decisioni rapide sulla leggina nell’attesa di quella più grande dove il premio edilizio, dentro e fuori i 300 metri, sarà sempre del 25 per cento del costruito, anche se la giunta metterà un tetto massimo ai metri cubi. Ma in attesa gli eventi, chissà quale sarà l’ultima stesura dell’urbanistica, non vuole restare ferma. E siccome poi può accadere che ci siano anche due Assi di denari nello stesso mazzo, SR ha scritto nell’ultima pagina della relazione: «Restiamo fin d’ora a disposizione di questa eccellentissima commissione per fornire il maggior dettagliato possibile sugli impatti economici e occupazionali dei nostri investimenti sul territorio della Regione Sardegna». Cosa accadrà nei prossimi giorni, mesi è, a questo punto, una pagina ancora tutta da scrivere.

 

Domus de Maria, Torre costiera di Piscinnì

(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

 



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