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Channel: Gruppo d'Intervento Giuridico (GrIG)
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Una Presidente calibro 12 che fa il bello e il cattivo tempo in una riserva naturale.

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Emma Soncini, presidente dell’Ente di gestione della Riserva naturale regionale orientata “Torbiere del Sebino” (da http://www.emmasoncini,it)

La realtà supera sempre la fantasia.

E’ il caso dell’Area naturale protetta “Torbiere del Sebino”, sul Lago di Iseo.  

La Riserva naturale orientata regionale “Torbiere del Sebino” (deliberazione Consiglio regionale n. 1846 del 19 dicembre 1984, legge regionale Lombardia n. 86/1983) è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e rientra nella tutela della convenzione internazionale di Ramsar (2 febbraio 1971), esecutiva con D.P.R. n. 448/1976 (zona umida d’importanza internazionale individuata nel 1984) ed è classificata con denominazione “Torbiere del Sebino” (codice IT2070020) sito di importanza comunitaria (S.I.C.) e zona di protezione speciale (Z.P.S.) ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli Habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora e n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.

Lago d’Iseo, capanno di caccia

Immediatamente al confine, da anni, è stata autorizzata dalla Provincia di Brescia e realizzata una vera e propria “linea Maginot” di capanni e bunker di caccia , anche galleggianti.

Una durissima campagna legale della Lega per l’Abolizione della Caccia e del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha portato alla revoca delle autorizzazioni di buona parte dei capanni e bunker di caccia.

Non ci vuole molta fantasia per immaginare che questo sia il reale motivo per cui la Presidente del Consiglio di gestione della Riserva Emma Soncini, esponente del mondo venatorio bresciano, abbia voluto non rinnovare per l’anno 2017 la convenzione per la vigilanza volontaria per quattro soldi all’anno con varie associazioni ambientaliste, così come la collaborazione scientifica con il Gruppo Ricerche Avifauna, reo di aver affermato e documentato scientificamente il pesante impatto della caccia sull’avifauna presente nella zona umida.

Lago d’Iseo, capanno di caccia galleggiante

Una ripicca tanto penosa quanto rivelatrice della statura di chi l’ha fatta.

Nulla cambia per chi da anni sta lottando per la legalità e la salvaguardia ambientale.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

 

 

Lago d’Iseo, posizione dei capanni (2014) in riferimento ai confini della Riserva naturale

Riserva naturale Torbiere del Sebino (BS): estromesse dalla presidente dell’ente le associazioni ambientaliste e gli ornitologi che si battono per il rispetto della legge

Ufficialmente non sono neppure (giustamente) rappresentati nell’ente gestore, ma il provvedimento appena preso dalla presidente dimostra inequivocabilmente, ancora una volta, che i cacciatori hanno ampia voce in capitolo nella gestione della Riserva naturale delle Torbiere del Sebino. Uscita parzialmente sconfitta dalla battaglia che la Lega per l’abolizione della caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno portato avanti per anni per la rimozione della cintura di appostamenti di caccia acquatici e terrestri che ancora oggi circonda in parte l’area protetta, la lobby venatoria ha avuto la sua vendetta con il recentissimo azzeramento della convenzione che l’ente gestore aveva in essere con la stessa Lac (e con altre associazioni ambientaliste) per la vigilanza volontaria all’interno delle Torbiere: quasi 700 ore di servizio svolte nel 2016 di controllo e servizio accoglienza visitatori svolto dai volontari a costo quasi “zero”. Un identico stop ha riguardato anche la collaborazione scientifica con il Gra, quel Gruppo ricerca avifauna che mesi fa aveva finalmente avuto il coraggio di affermare ciò che tutti sapevano: i capanni di caccia galleggianti hanno una incidenza fortemente negativa sull’avifauna.

Formalmente l’origine del mancato rinnovo di questa doppia convenzione è stata spiegata dalla presidente Emma Soncini, una cacciatrice, con la necessità di un azzeramento legata alla legge regionale che impone l’accorpamento di parchi e riserve. In realtà l’accordo poteva essere tranquillamente rinnovato, ma dato che la presidente deve rispondere del suo operato ai cacciatori ha optato per una scelta dal chiaro significato politico: allontanare anche fisicamente dalla Riserva chi ha avuto la determinazione e la capacità di lavorare per il rispetto della legge e per la tutela dell’area protetta.

Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

Lago d’Iseo, capanno di caccia

(foto da http://www.emmasoncini.it, L.A.C.)



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