L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (16 gennaio 2017) una specifica richiesta di informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo i lavori in corso di realizzazione del Marine Park Village, sulla costa di Capo Colonna – Punta Scifo, nel Comune di Crotone, a breve distanza dalla nota area archeologica nazionale di Capo Colonna.
La struttura, definita “turistica alberghiera – agrituristica” nel relativo permesso di costruire emanato con atto Comune di Crotone – Settore 4 n. 162/NC del 20 dicembre 2011, dovrebbe prevedere 79 bungalows in legno (3 posti letto ciascuno), piscine, servizi turistici, su una superficie complessiva dell’azienda agricola di riferimento di più di 7 ettari, a due passi dal mare.
Un punto, però, è finora rimasto in ombra rispetto al groviglio di autorizzazioni più o meno disinvolte: non risulta svolto e concluso positivamente il procedimento di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (V.I.A.). Infatti, l’Azienda agricola a cui – per legge – non possono non fare riferimento le attività ricettive agrituristiche è estesa più di 7 ettari, e i “villaggi turistici di superficie superiore a 5 ettari” di qualsiasi natura (albergo, residence, agriturismo, case per vacanza, ecc.) devono essere assoggettati al vincolante e preventivo procedimento di verifica di assoggettabilità a V.I.A. (art. 20 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., allegato IV alla parte II, punto 8, lettera a).
La realizzazione del complesso ricettivo agrituristico risulta dai mezzi d’informazione anche a carattere nazionale (vds. “Capo Colonna, così un villaggio turistico devasta un gioiello della natura”, Francesca Sironi, L’Espresso, 24 ottobre 2016; “Calabria, a Torre Scifo un Natale con le ruspe. E non è una buona notizia”, Manlio Lilli, Il Fatto Quotidiano, 28 dicembre 2016; “I 79 bungalow nell’area vincolata? Ancora non ci sono, ma per lo Stato sì”, Gian Antonio Stella, Il Corriere della Sera, 31 dicembre 2016) aver avuto un iter procedimentale molto complesso, contraddittorio e travagliato, a voler usare degli eufemismi, con vari interventi da parte delle Amministrazioni pubbliche competenti e procedimenti penali aperti dalla competente Procura della Repubblica.
Un punto, però, è finora rimasto in ombra rispetto al groviglio di autorizzazioni più o meno disinvolte: non risulta svolto e concluso positivamente il procedimento di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (V.I.A.). Infatti, l’Azienda agricola a cui – per legge – non possono non fare riferimento le attività ricettive agrituristiche è estesa più di 7 ettari, e i “villaggi turistici di superficie superiore a 5 ettari” di qualsiasi natura (albergo, residence, agriturismo, case per vacanza, ecc.) devono essere assoggettati al vincolante e preventivo procedimento di verifica di assoggettabilità a V.I.A. (art. 20 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., allegato IV alla parte II, punto 8, lettera a).
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, quindi chiesto alle varie Amministrazioni pubbliche coinvolte (Ministero dell’Ambiente, Ministero per i Beni e Attività Culturali, Regione Calabria, Comune di Crotone) l’adozione degli opportuni provvedimenti di sospensione dei lavori e di annullamento in via di autotutela delle autorizzazioni emanate. Alle Istituzioni europee è stata chiesta la verifica sul rispetto della normativa comunitaria in materia di valutazioni di impatto ambientale, mentre è stata, nel contempo, informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(foto da mailing list ambientalista, M.F., archivio GrIG)
