La foto qui sopra è stata scattata all’ingresso de “La Buona Terra” di Cervarese Santa Croce (PD), Agriturismo biologico ai piedi dei Colli Euganei. L’istituzione di un fondo chiuso, sottratto alla gestione programmata della caccia (ecco come realizzarlo: https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/tag/fondo-chiuso/), è stata una scelta obbligata per i titolari dell’Azienda agricola, le cui attività sono incompatibili con la presenza dei cacciatori.
La chiusura completa del fondo, con una recinzione metallica di altezza non inferiore a 1.20 metri, è stato l’epilogo (piuttosto gravoso sul piano economico) dopo anni di raccomandate rivolte alle Istituzioni, tutte andate a vuoto. Irruzioni, atti vandalici, esplosioni pericolose addirittura in presenza di scolaresche, clienti spaventati, spargimento nei campi di piombo tossico (ne parliamo qui: https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2016/03/28/chi-pulisce-i-rifiuti-di-federcaccia-e-dei-cacciatori/), perfino problemi ai daini allevati, nei periodi di gestazione e allattamento.
La storia è raccontata dalla proprietaria Luisa De Marchi[1] – presidente di Agriturist Padova, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura – in questo video del 2004-2005 https://youtu.be/mmiC_xuTnrs (minuto 1:21:53).
Sono quindi evidenti le gravissime ripercussioni del PDL N. 187 Berlato, sul piano turistico, economico e dell’integrità fisica delle persone, nell’eventualità venisse approvato[2].
Ma che fine ha fatto la task-force anti-cinghiali[3], sotto la regia regionale, annunciata ancora ad agosto[4] da Giuseppe Pan Assessore Agricoltura Veneto[5]?
E, nel concreto, a quale forma di caccia corrisponderebbero i “rastrellamenti” annunciati da Pan il 14 ottobre 2016 tramite Il Mattino di Padova[6]?
L’Assessore veneto Giuseppe Pan ama evidentemente i termini militari come task force e rastrellamenti. Peraltro si tratta di espressioni tristemente evocative del nazifascismo[7] che comunque sono ugualmente indecenti riferite agli animali non umani.
I rastrellamenti promessi da Pan, in riferimento ai cinghiali, sono parole vuote in quanto le uniche modalità di caccia, corrispondenti nel lessico e nelle accezioni[8] fornite da Pan, sono la battuta, la braccata e la girata. Altro non esiste, ammesso che Pan per rastrellamenti non intenda proprio “operazione di raccolta (cinghiali ndr) con il rastrello”, come da vocabolario.
Battuta e braccata sono forme di caccia collettiva “vietate in ogni modo” dalla DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 2088 del 3 AGO. 2010 avente per OGGETTO: “Primi indirizzi regionali per la gestione delle popolazioni di Cinghiale (Sus scrofa) presenti nel Veneto. Approvazione (Art. 2 L.R. 50/1993; art. 32 lett. g) dello Statuto).” Da un punto di vista normativo già questo basterebbe per non ritenere credibili le promesse dell’Assessore. Ma la girata è ammessa.
E infatti è già praticata da molti anni sui Colli Euganei. A riprova di ciò si veda ad esempio il Comunicato stampa della Provincia di Padova del 26-10-2015 dal titolo “Contenimento cinghiali: oltre 150 capi abbattuti sui Colli Euganei” dove si legge: «Diverse le azioni messe in atto per il contenimento dei cinghiali. Sono stati riattivati i chiusini, effettuati controlli notturni, realizzate piccole girate, battute poco invasive per il prelievo di singoli capi.»[9]. In questo comunicato la Provincia si esprime comunque in modo impreciso dicendo che “la girata è una battuta poco invasiva”. Come vedremo battute e girate sono cose molto diverse.

furgone dell’Ente Parco naturale regionale dei Colli Euganei per il trasporto dei Cinghiali uccisi. Come un commerciante di carni…
Altre evidenze che la girata è già praticata da tanto tempo nel Parco Naturale Regionale dei Colli Euganei le ritroviamo nel più volte richiamato[10] «Regolamento approvato da ultimo con provvedimento del Consiglio (del Parco Colli Euganei ndr) n. 8 del 26/11/2014 ad oggetto “Regolamento per il controllo della popolazione di cinghiale a integrazione dell’attività di cattura tramite chiusini, tramite abbattimenti selettivi e operazioni di girata[11]».
Le modalità di caccia al cinghiale possono essere di vari tipi: braccata, battuta e girata (caccia collettiva), tiri selettivi da altana o alla cerca (caccia individuale), recinto fisso, recinto mobile, gabbia-trappola (chiusino). Sui Colli Euganei si opera già da anni con la quasi totalità di questi metodi, eccetto braccata e battuta.
È nuovamente la stessa Provincia di Padova a confermarlo « […] operazioni di controllo della specie, che si svolgeranno con abbattimenti diretti (da appostamento o alla cerca notturna con il faro) o tramite cattura in chiusini e successiva soppressione»[12].
La caccia in battuta prevede che i cinghiali vengano forzati verso le poste (luoghi dove si posizionano i cacciatori armati) da un fronte mobile costituito da battitori disarmati e senza uso di cani (il fronte di battuta è formato da operatori che, avanzando a breve distanza gli uni dagli altri, scovano gli animali che si dirigono alle poste dove vengono fucilati). Nella caccia in braccata i cinghiali vengono spinti da un fronte di uomini armati che, per giunta, guidano una folta muta di cani che scovano e incitano alla fuga i cinghiali. Ad attendere i cinghiali ci saranno come sempre altri cacciatori appostati. Le mute sono quasi sempre rappresentate da un insieme eterogeneo di cani che vanno dal piccolo Jagdterrier ai grandi vandeani.
I cinghiali, forzati da mute di decine di cani, si presentano disordinatamente e a tutta velocità a tiro dei postaioli. Nella confusione i tiri rapidi spesso feriscono (e non uccido immediatamente) i cinghiali così che gli animali agonizzano per giorni nei boschi prima di stramazzare al suolo (più del 10-20% dei cinghiali muoiono così)[13]. Infine ci sono le girate che, se condotte da cacciatori in autonomia, si trasformano spesso in braccate (per quanto proibite). La girata è effettuata dal conduttore di un unico cane usato come “limiere”: il cane arriva sul luogo in cui i cinghiali stazionano per il riposo diurno, li scova e li fa muovere verso le poste che vengono posizionate seguendo i trottoi dei cinghiali (i trottoi sono i sentieri normalmente utilizzati dai cinghiali per spostarsi nel bosco). Vengono quindi fucilati. Generalmente nelle girate i cinghiali escono vicino alle poste al passo o al piccolo trotto e non in modo precipitoso come avviene nella braccata[14].
Chiaramente i cacciatori, se lasciati a briglia sciolta, tendono a preferire di gran lunga gli aspetti coreografici e la foga delle braccate che, per giunta, sono una recente reinvenzione di consuetudini praticate in ristrette aree toscane (non a caso si parla di cacciarella maremmana) di gran lunga meno antropizzate dei Colli Euganei. La caccia collettiva al cinghiale impegna anche centinaia di ettari e la grande movimentazione di uomini e cani ha un grosso impatto su aziende agricole, turismo e animali non bersaglio (es. Caprioli, specie autoctona dei Colli Euganei). Non di rado i cani impiegati vengono persi o restano uccisi durante le azioni.
Ma ciò che più spaventa in assoluto sono le armi utilizzate nella caccia al cinghiale: il cinghiale ha una cute così spessa che durante la macellazione sono perfino stati trovati vecchi proiettili di fucile trattenuti nella spalla[15]. Le cartucce a munizione spezzata (pallini da caccia, normalmente usate dai cacciatori veneti) feriscono l’animale ma non sono sufficienti ad ucciderlo con effetto immediato. Si possono quindi usare fucili a canna liscia caricati con cartucce contenenti proiettili a palla unica[16] (gittate che superano anche i 1.000 metri) o preferibilmente armi a canna rigata o carabine (anche munite di ottica di puntamento) che spingono i proiettili fino a 3 km. Anche per queste ragioni, tutte le forme di caccia collettiva al cinghiale necessitano quantomeno di tabellamento del territorio con pannelli che indichino azioni di caccia in corso, ripartizione delle poste o dei settori, composizioni di squadre, organizzatori di caccia, capisquadra e cacciatori che non devono per nessun motivo sparare in direzione di strade, sentieri e luoghi frequentati (nel caso dei Colli Euganei, ovunque ti volti, c’è uno di questi elementi), non devono sparare nel folto del bosco, devono effettuare il tiro ficcante (dall’alto verso il basso) – altrimenti la pallottola viaggia per chilometri finché incontra un ostacolo (una persona?) -, devono effettuare tiri al di fuori della cerchia di battuta, spostarsi con arma scarica e in custodia, rispettare gli angoli di tiro concordati, rispettare strettamente i confini del settore da battere, conoscere il territorio e le mappe, e così via[17].
Tutto ciò, soprattutto nel caso dei Colli Euganei, facilmente porterebbe ad un omicidio nel giro di qualche giorno dall’avvio di questo nuovo “piano di gestione”.
In conclusione, tutto quello che si poteva fare per uccidere i cinghiali dei Colli Euganei è stato fatto, e ciò che non è stato fatto è perché, con tutta probabilità, porterebbe qualcuno dritto all’obitorio.
Ecco perché i rastrellamenti di Pan non significano niente ed ecco perché la task force non arriverà. Ed anche la proposta di Berlato non è di alcuna utilità, al contrario è delirante.
Insomma, Assessore Pan e residenti dei Colli Euganei, nulla di nuovo sotto il sole e nulla di nuovo sul fronte dei cinghiali: da quindici anni si ripetono le stesse situazioni, gli stessi fatti e anche gli stessi discorsi solenni: Chiara Matteazzi, ex Presidente del Parco Colli Euganei, nel 2008, a proposito dei cinghiali parlava di «Risultati ottimi e scelte vincenti» nonché «Facciamo in questi giorni una girata» https://youtu.be/qz9legyXKYw. Abbiamo visto i risultati ottimi… Il TgPadova di Telenuovo nel gennaio 2014 raccontava di «Meno cinghiali sui Colli» https://youtu.be/Ztx9oh56grQ. Abbiamo visto anche questo…
Ma allora chi mente e chi spara cavolate? Gli imprenditori agricoli, i mezzi di comunicazione di massa, i politici, gli amministratori o perfino certi ambientalisti?
Mettetevi d’accordo sulla storia che volete raccontare!
Ricette di abbattimento, cucinate in tutte le salse, tutte comunque di pessimo sapore.
Che sia il caso di cambiare ingredienti?
Dopo “Give Peace a Chance” sono certo che anche John Lennon canterebbe “Give Fertility Control a Chance”.[18]
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
Coordinamento Protezionista Padovano
P.S. finora gli unici a non essere stati ancora smentiti sono i Protezionisti. Pensateci.
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[1] http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2016/05/18/news/luisa-de-marchi-resta-al-vertice-di-agriturist-1.13497610
[2] https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2016/10/20/la-propaganda-della-regione-veneto-per-cancellare-il-parco-naturale-regionale-dei-colli-euganei/
[3] https://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=3049464
[4] http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2016/08/26/news/pan-cinghiali-via-alla-task-force-regionale-1.14016778
[5] https://youtu.be/bT0etASdZlo
[6] http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2016/10/14/news/contro-i-cinghiali-rastrelliamo-i-colli-1.14248735
[7] http://www.anpi.it/articoli/1432/la-feroce-tecnica-dei-rastrellamenti-nazifascisti
[8] http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2016/10/14/news/contro-i-cinghiali-rastrelliamo-i-colli-1.14248735
[9] http://www.provincia.pd.it/index.php?page=contenimento-cinghiali-oltre-150-capi-abbattuti-sui-colli-euganei
[10] http://www.parcocollieuganei.com/doc/atti_2015/DCE2015_202.pdf
[11] http://www.parcocollieuganei.com/doc/atti_2016/DCE2016_13.pdf
[12] http://www.provincia.pd.it/index.php?page=la-provincia-di-padova-proroga-nel-2016-il-piano-di-controllo-numerico-del-cinghiale
[13] Ferri M., 1998 – Il cinghiale: calamità o risorsa? Provincia di Modena, Servizio faunistico e Vigili provinciali.
http://www.provincia.modena.it/page.asp?IDCategoria=7&IDSezione=2757&ID=74952
[14] Monaco A., Carnevali L. e S. Toso, 2010 – Linee guida per la gestione del Cinghiale (Sus scrofa) nelle aree protette. 2° edizione. Quad. Cons. Natura, 34, Min.Ambiente – ISPRA
[15] Marsan A. Mattioli S. 2013. Il cinghiale. Edizioni Il Piviere, 2013
[16] http://www.ladoppietta.it/cartuccedacaccia-cannaliscia.html
[17] Ferri M., 1998 – Il cinghiale: calamità o risorsa? Provincia di Modena, Servizio faunistico e Vigili provinciali.
http://www.provincia.modena.it/page.asp?IDCategoria=7&IDSezione=2757&ID=74952
[18] https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2016/05/03/confronto-televisivo-protezionisti-provincia-di-padova/
(foto M.F., archivio GrIG)
