Ancora una volta il quotidiano incendio di rifiuti presso il campo nomadi abusivo vicino alla S. S. n. 554, nel territorio comunale di Cagliari.
Ancora una volta le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra hanno inoltrato (8 novembre 2016) una nuova denuncia a magistratura e amministrazioni pubbliche competenti, reiterando la richiesta di sequestro preventivo dell’area, avanzata fin dal febbraio scorso.
Sarebbe ora.
L’attività di incenerimento prosegue senza sosta e senza limiti, nonostante proteste e denunce dei disgraziati abitanti e lavoratori dei quartieri di Mulinu Becciu (Cagliari) e Su Planu (Selargius), così come delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra (31 luglio 2015, 24 novembre 2015).
Ancora pericoli per la salute, ancora degrado, con cittadini che si sentono impotenti e Istituzioni che non sempre svolgono un’adeguata attività di controllo e di prevenzione di tali fenomeni illeciti. Infatti, mai come in casi del genere, così dannosi per la salute pubblica, la prevenzione è obbligatoria, poiché tutti gli interventi successivi potrebbero essere tardivi e inserirsi in situazioni già gravemente compromesse sia sotto il profilo ambientale che sanitario, oltre che sotto quello sociale. Per non parlare degli eventuali, pesanti costi delle bonifiche ambientali delle aree interessate.
Prima che si ripetano le vergognose vicende illecite relative al traffico di rifiuti pericolosi svolte all’interno del campo nomadi comunale di Cagliari,[1] perché non s’interviene risolutivamente una volta per tutte?
Perché il campo nomadi – inceneritore non viene ancora posto sotto sequestro preventivo?
Perché c’è questa sorta di ipocrita buonismo che di fatto consente un avvelenamento strisciante dei residenti, compresi i rom che praticano il campo-inceneritore?
A chi giova?
Si vuole alimentare il razzismo nelle periferie cagliaritane?
Riteniamo sia necessario bloccare definitivamente – ora, subito, adesso – una nuova situazione di degrado ambientale altamente rischiosa per la salute pubblica dei residenti e di tutti coloro che anche per ragioni di lavoro, si trovano a dover trascorrere gran parte del tempo nell’area interessata dai roghi, e quindi di intensificare l’attività di vigilanza sull’area, al fine di evitare ulteriori fenomeni di degrado e pericolo.
A questo punto, ogni giorno che passa crescono i pericoli ambientali e sanitari.
Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da L’Unione Sarda, 8 novembre 2016
Fuoco e fumo nero al campo rom Il sindaco: «Terreno da sequestrare». (Michele Ruffi)
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[1] Come noto, l’area lungo la strada statale n. 554 è stata interessata da un fenomeno di grave inquinamento ambientale, legato allo svolgimento all’interno del campo nomadi comunale di Cagliari di un’illecita attività di incenerimento di rifiuti, con la realizzazione una vera e propria discarica abusiva. Gli effetti dell’inquinamento ambientale si sono riversati per lunghi anni sul quartiere cagliaritano di Mulinu Becciu e sulle varie attività imprenditoriali della zona, con gravi rischi per la salute pubblica, tanto da esser oggetto di reiterate azioni legali delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus a sostegno dei cittadini inquinati, accompagnate da proficui incontri con il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda e con il Procuratore della Repubblica Mauro Mura (estate 2011).
Le conseguenti indagini della magistratura hanno portato ad accertare un vasto traffico illecito di rifiuti pericolosi e hanno indotto il G.I.P. del Tribunale di Cagliari ad adottare con il decreto del 31 maggio 2012 la misura cautelare del sequestro preventivo dell’area (art. 321 cod. proc. pen.).
Come riconosciuto dall’Autorità Giudiziaria nel provvedimento di sequestro, oltre alla sussistenza della fattispecie illecita, la persistenza della situazione avrebbe potuto portare a intuitivi peggioramenti delle condizioni ambientali e igienico-sanitarie posto che “la situazione di pericolo per la salute umana e di grave compromissione dell’ambiente naturale in tutte le sue componenti, aria, acqua, suolo e sottosuolo, non è solo una conclusione suggerita dall’esperienza e dal senso comune – ciò di fronte alla situazione più sopra rappresentata sarebbe di per sé sufficiente a giustificare il provvedimento cautelare richiesto – ma attestata dalle ripetute segnalazioni inviate dalla A.S.L. al sindaco di Cagliari”.
(foto per conto GrIG)
