L’1 novembre 2016 ancora una morìa di pesci nel Canale di Terramaini, che attraversa l’area vasta di Cagliari, da Monserrato al capoluogo isolano, fino al mare.
Sono ormai decine i casi analoghi negli ultimi anni.
In precedenza, i Comuni di Cagliari e di Monserrato, la A.S.L. n. 8 e la Soc. Abbanoa s.p.a. (gestore del servizio idrico integrato) avevano ipotizzato un afflusso di sostanze organiche in conseguenza di forti piogge, l’abbassamento della quantità di ossigeno nelle acque, ma anche la presenza di scarichi non autorizzati.
Ora siamo in autunno, le temperature non sono elevate e non ci sono state piogge sostenute nei giorni precedenti alla morìa. Difficile pensare a una nuova anossìa.
Sarebbe ora di avere finalmente efficienti controlli ambientali su autospurghi e altri sversamenti illeciti.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da L’Unione Sarda, 2 novembre 2016
Terramaini, strage di pesci nel canale. “E’ colpa degli scarichi abusivi”. MOLENTARGIUS. Deliperi: «La causa va ricercata negli scarichi abusivi» (Andrea Artizzu)
Escludendo il caldo e le piogge non rimangono che due alternative. Scarichi abusivi o un autospurgo che ha scaricato nel canale di Terramaini il suo carico inquinante. Per Stefano Deliperi, presidente del Gruppo d’intervento giuridico, non ci sarebbero dubbi sul motivo che ha causato l’ennesima moria di pesci a Mammarranca . «Il problema è sempre il solito: o carenza di ossigeno o materiale in sospensione», tradotto acqua sporca e puzzolente.
Per il rappresentante dell’associazione ambientalista, la temperatura mite di ieri registrata dal termometro a provocare la morte dei muggini e dei tanti pesci (tra cui qualche carpa) morti per asfissia. L’ennesima strage su cui non sarà fatta chiarezza ma che sarà, probabilmente, congelata come «asfissia anossica», vale a dire cefali morti per mancanza di ossigeno nell’acqua.
Una soluzione di comodo. «La temperatura ieri non era così elevata», spiega Deliperi. «Neanche le piogge che contribuiscono al deposito di detriti sul fondo posso essere imputati dell’ennesimo disastro». Qual è allora la spiegazione? «Acque torbide e rifiuti. In sostanza è probabile che scarichi non ancora individuati, e quindi completamente abusivi, scarichino nel canale i reflui. «È da tempo che proponiamo di effettuare una volta per tutte i controlli lungo il canale. Senza contare l’enorme esborso per raccogliere le carcasse dei pesci, smaltirle e ripulire l’acqua. Purtroppo – conclude Deliperi – questa è solo l’ultima di una lunga serie di denunce, che sono rimaste desolatamente inascoltate».
(foto S.D, archivio GrIG)
