Di fronte al ripetersi delle scosse sismiche tra Marche e Umbria, l’ultima devastante del 30 ottobre 2016, non è più possibile tacere.
E’ necessario parlare, per tornare a sottolineare la pericolosità delle scelte del Governo e della Regione in relazione alla costruzione del supergasdotto appenninico “Rete Adriatica”.Un enorme “tubo”, lungo 700 km, con uno sterro largo 40 metri, un numero incalcolabile di piste accessorie (da realizzarsi in luoghi spesso incontaminati, in mezzo ai boschi, ecc.). Un “tubone” che dovrebbe passare accanto all’abitato de L’Aquila, di Sulmona, poi su su, per passare davanti alle porte di Norcia, a Visso, Sellano, Preci, Cascia, Gubbio, quindi a Pietralunga, Apecchio, Mercatello, Borgo Pace e Sestino, per passare a Pennabilli e da lì a Cesena, poi su, in Emilia. Non può sfuggire che l’elenco dei nomi dei luoghi e delle aree coincide in modo preciso (ed impressionante) con un numero altrettanto preciso con altrettanti centri sismici, epicentri di tanti terremoti, più o meno violenti, degli ultimissimi anni, mesi, giorni, ore.
E in questi giorni, ovunque fagliature a vista, con apertura del terreno in superficie, sconnessione del piano di campagna (una strada può venirsi a trovare divisa in due, con una parte a decine di cm. più in alto o più in basso dell’altra). Nessuna opera costruita dall’uomo, di nessun genere, può resistere a tali fenomeni; è noto ed ampliamente riportato in letteratura.
Lo scorso anno il Presidente Ceriscioli, l’assessore Sciapichetti e la giunta delle Marche, con una acrobatica “inversione a U” hanno smentito e sconfessato tutta la linea di prudenziale diniego fin lì tenuta dalla Regione stessa in accordo con le richieste che provenivano dai territori e, senza consultare cittadini, comitati e associazioni, si sono prontamente inchinati ai voleri del governo centrale, dando il proprio assenso alla realizzazione dell’”opera”.
Si tratta della gente che ci governa, di chi decide per noi, di quelli che in questi giorni ricevono le attestazioni di solidarietà per noi; dopo aver dato il via libera alla costituzione di un “campo minato” sulle nostre esistenze.
Due anni fa, in Comune di Pennabilli, in una zona per fortuna deserta, in seguito ad un modesto movimento del terreno, è esploso un gasdotto (non paragonabile per dimensioni a quello che si vorrebbe realizzare). La notte è diventata giorno e su un’area vastissima ha impressionato i tartufai, che a quell’ora erano già all’opera, i quali hanno visto il cielo diventare bianco.
Il giorno dopo una vasta area attorno all’esplosione si presentava color cenere, bruciata dal calore di fiamme alte più di cento metri.
Cosa intende fare ora il “governatore” delle Marche? E quello dell’Umbria? E quello dell’Abruzzo?
Un errore, anche grave, può essere spiegato con un insediamento recente, quando c’è, con la ignoranza della realtà del territorio. Perseverare nell’errore sarebbe però diabolico e dimostrerebbe l’asservimento completo dell’establishment marchigiano ai voleri del governo centrale (che ha appena fatto il decreto Sblocca Italia per avocare a sé tutte le scelte in materia energetica, hai visto mai che il referendum dovesse andar male).
Non sarebbe quindi opportuna una correzione di rotta, prima che altre scosse costringano comunque le Amministrazioni Regionali a farlo?
Non sarebbe opportuno anche da parte delle Regioni interessate un atteggiamento più deciso nel difendere i propri concittadini terremotati?
Intanto possiamo fare qualcosa di concreto, chi volesse può contribuire per le popolazioni di due dei Comuni maggiormente interessati dal tragico terremoto del 30 ottobre 2016: Norcia e S. Angelo sul Nera.
ISTITUTO BANCARIO: BANCA MARCHE Fil. Castelsantangelo sul Nera. BENEFICIARIO: COMUNE DI CASTEL SANT’ANGELO SUL NERA, Iban IT68O0605568850000000000817
ISTITUTO BANCARIO: CASSE DI RISPARMIO DELL’UMBRIA SPA – Ag. Norcia. BENEFICIARIO: COMUNE DI NORCIA, Iban
IT48M0631538580100000300005
Comitato interregaionale “No Tubo”
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
La Lupus in Fabula
Mountain Wilderness Italia
(simulazione Studio Newton – Fano, foto A.N.S.A., S.L., archivio GrIG)
