La Giunta regionale sarda, con la deliberazione n. 32/2 del 31 maggio 2016, ha avviato, su richiesta dei Comuni interessati, un percorso istituzionale finalizzato all’istituzione di un unico parco naturale comprendente lo Stagno di Molentargius, le Saline, lo Stagno di Santa Gilla e la Sella del Diavolo.
Le intenzioni saranno pure le migliori, ma il programma sembra delineare un “parco minestrone”, dove buttar dentro tutto e il contrario di tutto e non combinare molto di buono per un’efficace salvaguardia del patrimonio naturale e storico-culturale di autentici gioielli del Mediterraneo.
Si tratta di aree naturalistiche con problematiche ben differenti fra loro, che necessitano di gestioni mirate e non di un carrozzone, come con elevata probabilità si manifesterebbe un simile consorzio di gestione.

Cagliari, Stagno di Capoterra, Progetto Gilia, percorso naturalistico, protezione in canne semi-divelta
Esclusi gli amministratori pubblici proponenti, non meraviglia che manifesti entusiasmo solo chi ha incarichi retribuiti da tempo immemorabile – quasi infeudazioni – grazie alle aree naturali protette, ma non vede discariche abusive, morìe di pesci, vandalismi, abusivismo edilizio.
L’esempio dell’esistente parco naturale regionale “Molentargius-Saline” dovrebbe, infatti, far riflettere. Istituito fin dal 1999, dopo l’investimento di centinaia di milioni di euro di fondi pubblici, ancora si dibatte fra problemi gestionali da “a, b, c” delle aree naturali protette, come l’ordinaria vigilanza sulle zone di nidificazione dell’avifauna selvatica, la repressione dell’abusivismo edilizio, la lotta al vandalismo, il contrasto ai vari fenomeni di inquinamento.
La situazione della gestione ambientale dello Stagno di Santa Gilla è analogamente deficitaria: a fronte di centinaia di milioni di euro di fondi pubblici spesi a partire dagli anni ’80 del secolo scorso per effettuare il risanamento ambientale di discariche e scarichi abusivi di origine industriale, la zona umida è sostanzialmente in balìa del degrado. Perdurano discariche abusive e inquinamenti di origine industriale. Proprio per le elevate caratteristiche naturalistiche lo Stagno è stato oggetto del progetto LIFE Natura “Gilia” (1996, con piano di gestione (1 dicembre 1998) e un finanziamento di ben 2.885.445,00 euro di fondi comunitari (regolamento LIFE) in favore del consorzio intercomunale fra Cagliari (capofila), Assemini, Elmas e Capoterra, appositamente costituito (1997).
Fra i vari interventi è stato realizzato un percorso naturalistico di visita dello Stagno di Capoterra. Lo stato del percorso è semplicemente desolante: le canne di protezione sono in gran parte divelte, le postazioni di ricezione e la recinzione sono state semi-distrutte, l’altana per l’avvistamento dell’avifauna è stata cannibalizzata, le auto percorrono gli argini senza alcun controllo, soprattutto argini e acque sono diventati luogo di scarichi illeciti di rifiuti di ogni genere. Nessuno cura la benché minima vigilanza.
Il consorzio intercomunale non è stato in grado di gestire nemmeno un “percorso natura” e dovrebbe gestire un intero parco naturale, anzi un parco naturale esteso sulle due zone umide fra le più importanti a livello internazionale (S. Gilla e Molentargius-Saline) più, tanto per gradire, un promontorio come la Sella del Diavolo?
La Sella del Diavolo, poi, ospitando ben due siti di importanza comunitaria (Torre del Poetto, codice ITB0422242 e Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera, codice ITB0422243), è munita di unico piano di gestione dei S.I.C., approvato con decreto assessoriale n. 3 dell’11 febbraio 2011 e, sostanzialmente, per il mantenimento delle caratteristiche ambientali ha solo bisogno di vigilanza e di controllo sulla perdita di biodiversità (erosione, decespugliamenti) derivata dall’eccessiva percorrenza con mountain bike.
Per tutelare la Sella del Diavolo sarebbe ottimale istituire una riserva naturale regionale e affidarla in gestione direttamente al Comune di Cagliari. Una gestione più agile e potenzialmente efficace.
Il parco naturale regionale “Molentargius-Saline” dovrebbe rendere effettiva ed efficace la propria azione dotandosi del fondamentale piano del parco (tuttora in alto mare) e rendendolo effettivo, insieme al potenziamento della vigilanza sul territorio.
Lo Stagno di Santa Gilla dovrebbe vedere un percorso istitutivo di un parco naturale regionale più ponderato, partendo dal piano di gestione del S.I.C./Z.P.S. Stagno di Cagliari, Saline di Macchiareddu, Stagno di S. Gilla (ITB040023) già esistente (decreto assessoriale n. 71 del 30 luglio 2008).
Insomma, non c’è bisogno di un “parco minestrone”, con l’ennesimo spreco di denaro pubblico, c’è bisogno di seria ed efficace salvaguardia ambientale. Quella che ancora oggi manca.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra
dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna
“Questo territorio ha una straordinaria valenza ambientale con un’elevata concentrazione di valori naturalistici – dice l’assessore Paci -. Molentargius e Santa Gilla sono siti di grande importanza naturalistica e ambientale internazionale in quanto oasi di protezione faunistica, zone umide tutelate, siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale confinanti con i Sic Torre del Poetto e Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera”.
CAGLIARI, 31 MAGGIO 2016 – La Regione avvia ufficialmente il percorso per la costituzione del Parco regionale delle zone umide dell’area metropolitana di Cagliari che prevede la gestione unitaria dei compendi di Molentargius e Santa Gilla. L’ha deciso la Giunta, approvando la delibera proposta dall’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci. L’intervento rientra nella Programmazione Unitaria 2014-2020, per garantire il necessario coordinamento tecnico-amministrativo con la diretta partecipazione alla nuova entità amministrativa.
Il coinvolgimento della Regione è stato richiesto dalle Amministrazioni comunali dei sette Comuni (Cagliari, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Elmas, Capoterra e Assemini), che hanno sollecitato la Regione a farsi parte attiva nelle procedure di costituzione del Parco stesso. “Questo territorio ha una straordinaria valenza ambientale con un’elevata concentrazione di valori naturalistici – dice l’assessore Paci -. Molentargius e Santa Gilla sono siti di grande importanza naturalistica e ambientale internazionale in quanto oasi di protezione faunistica, zone umide tutelate, siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale confinanti con i Sic Torre del Poetto e Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera. Il Parco regionale delle zone umide è un’opportunità di sviluppo e rafforzamento dell’intera area metropolitana di Cagliari, e la Regione è pronta a sostenere questo percorso. Non parliamo solo di tutela ambientale ma anche di potenziare le attività produttive della zona – dalle Saline alla pesca e all’itticultura -, incentivare la nascita di attività turistiche e sportive, salvaguardare e tutelare la forza lavoro occupata nelle attività economiche e promuovere nuova e qualificata occupazione”.
L’Esecutivo ha dunque deciso di incaricare l’Unità di Progetto per il coordinamento tecnico della programmazione unitaria di avviare tutti gli studi e le azioni necessari per l’attivazione del percorso di istituzione del Parco Molentargius – Sella del Diavolo – Capo S. Elia – Santa Gilla, in stretta sinergia con l’Assessorato dell’Ambiente, che avvierà le procedure, e le amministrazioni comunali interessate. “L’area metropolitana di Cagliari si prepara ad avere uno sbocco naturale di grande pregio – spiega l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano -. Con la delibera di indirizzo di oggi avviamo il percorso richiesto dai sindaci. Deve essere un Parco che nasce dal basso e deve avere la massima condivisione possibile. Noi lavoreremo all’istituzione nell’ottica della multifunzionalità dei sistemi, affrontando in maniera unitaria le esigenze di tutela ambientale e valorizzazione delle zone umide”.
(foto J.I., S.D., archivio GrIG)
