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Chernobyl, 30 anni dopo.

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vittima del disastro nucleare di Chernobyl

vittima del disastro nucleare di Chernobyl

Il 26 aprile 1986 il reattore n. 4 della centrale nucleare centrale nucleare V.I. Lenin vicino alla città di Chernobyl, nell’Ucraina settentrionale, in Unione Sovietica, esplode e s’incendia.

Dopo un’iniziale reticenza, le autorità sovietiche sono costrette ad ammettere l’incidente.

Uno dei due incidenti nucleari classificati come catastrofici con il livello 7, il massimo della scala INES dell’IAEA, insieme a quello avvenuto nella centrale di Fukushima Dai-ichi (Giappone) nel marzo 2011.

Come il Cielo volle, l’incendio venne spento, il reattore venne incapsulato in colate di cemento, l’intera area per centinaia di chilometri quadrati venne evacuata e lo è tuttora.

Non si sa quanti morti e malati vi siano stati, vi siano e vi saranno a causa dell’incidente nucleare.  Le stime altro non sono che stime, visto che non sono state effettuate affidabili ricerche epidemiologiche in proposito.

Migliaia, centinaia di migliaia.  Come a Fukushima.

E le radiazioni continueranno a uccidere per un bel pezzo.

Quanto accaduto non poteva accadere e ha mandato al diavolo qualsiasi previsione compatibilista sul rischio nucleare.

Non dimentichiamolo, mai.

Gruppo d’Intervento Giuridico

(foto da mailing list ecologista)



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