L’ennesimo incidente che non poteva accadere si è materializzato a urne ancora aperte del referendum contro la durata indefinita delle estrazioni di combustibili fossili sotto costa, il 17 aprile 2016.
Tanta era la gioia di petrolieri e loro accoliti, che è esplosa con un bel po’ di petrolio fuoruscito dalla raffineria Iplom nel Torrente Polcevera, a Genova.
Almeno 500 tonnellate di petrolio hanno ammazzato ogni forma di vita nel corso d’acqua, appestato l’aria del ponente genovese e i polmoni dei malcapitati residenti (per l’ennesima volta) e stanno finendo in mare. 50 tonnellate ci sono finite già, inquinando ben 28 km. di mare.
Il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, noto per quantificare il suo ambientalismo con i metri cubi di cemento, ha assicurato: “a Genova il peggio è passato, l’emergenza sta finendo e le coste liguri sono al sicuro dal rischio petrolio”.
E ancora: “basta frignoni”, tanto pesci e uccelli acquatici non votano.
Se lo dice lui, c’è poi da crederci a occhi chiusi.
Il disastro ambientale è però sotto gli occhi di tutti.
Fino a quando gli italiani tollereranno tutto questo?
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(foto da mailing list ecologista)
