In Veneto 22 specie di uccelli cacciabili su un totale di 34 specie hanno imboccato quella strada che, se percorsa fino alla fine, porta all’estinzione.
È uno dei tanti dati che emergono incrociando i risultati di 4 rapporti scientifici a loro volta basati su innumerevoli pubblicazioni scientifiche:
- Valutazione dello Stato di Conservazione dell’avifauna italiana[1];
- Birds in Europe: population estimates, trends and conservation status[2];
- Lista Rossa 2011 degli Uccelli Nidificanti in Italia[3];
- Uccelli comuni in Italia. Aggiornamento degli andamenti di popolazione e del Farmland Bird Index per la Rete Rurale Nazionale dal 2000 al 2014[4].
Questi resoconti sono il risultato di un gigantesco lavoro di raccolta ed elaborazione dati, ad opera di numerosissimi autori, collezionati in un arco temporale di molti decenni. Per quanto riguarda il report “Uccelli comuni in Italia”, tra i quasi cinquecento esperti rilevatori, si annoverano anche tre ornitologi padovani: Aldo Tonelli, Giulio Piras e Stefano Bottazzo.
In generale, gli studi presi in esame valutano molti aspetti legati alla conservazione degli uccelli: le dimensioni delle diverse popolazioni (il numero degli individui), la distribuzione delle popolazioni (areale o range geografico), le condizioni dei loro habitat, le variazioni nel tasso di crescita e riproduzione, gli andamenti numerici delle popolazioni, l’influenza delle popolazioni extra regionali, e quindi i fenomeni migratori, le esigenze ecologiche della specie, i siti di nidificazione e così via.
I diversi studi, redatti secondo linee guida e criteri internazionalmente riconosciuti (ad esempio le linee guida e i criteri IUCN), collocano le diverse specie analizzate in una classifica di pericolo e priorità, a seconda che esse presentino un andamento complessivo positivo o negativo. Ed è così che la Lista Rossa ammette 11 categorie (che vanno grossomodo da “a minore preoccupazione” fino a “estinto”), mentre la “Valutazione dello Stato di Conservazione dell’avifauna italiana” predilige una distinzione in “favorevole, inadeguato, cattivo”, mentre il report “Uccelli comuni in Italia” si concentra maggiormente sul trend e sulla variazione media annuale delle diverse specie ornitiche prese in considerazione, indicando se esse risultano numericamente “stabili” o in “incremento” o in “decremento”, in relazione ad un periodo di tempo di quattordici anni (dal 2000 al 2014; data ultimo report).
BirdLife International ha invece individuato il sistema SPEC (cioè Specie Europee di Interesse Conservazionistico)[5], che prevede tre livelli di criticità: SPEC 1 è una specie presente in Europa e ritenuta di interesse conservazionistico globale, classificata come gravemente minacciata, minacciata, vulnerabile, prossima allo stato di minaccia, o insufficientemente conosciuta secondo i criteri della Lista Rossa IUCN; SPEC 2 è una specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa, dove presenta uno stato di conservazione sfavorevole; SPEC 3 è una specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole.
I quattro rapporti sopracitati possono differire per le metodologie seguite, per le dimensioni dei campioni presi in esame, per le singole specie valutate, per la durata degli studi e l’arco temporale preso in considerazione, per le aree geografiche esaminate (regione amministrativa o regione biogeografica, Italia, Europa, Mondo) e così via.
Di certo tutti gli studi non hanno potuto prescindere dall’osservanza di criteri scientifici di ricerca ed analisi.
Ebbene, sovrapponendo i risultati dei quattro rapporti scientifici, ne scaturisce un quadro raccapricciante per l’avifauna veneta, italiana, europea, internazionale. I risultati dei quattro resoconti appaiono perlopiù concordi, nonostante i diversi autori o committenti.
La tabella di seguito riassume i risultati per 22 specie ornitiche, cacciabili sia per la Legge nazionale italiana 157/1992 sia per la Legge regionale veneta 50/1993 che per il Calendario venatorio veneto 2015-2016 (l’ultimo approvato).
NOME COMUNE | PERIODO DI CACCIA | ANDAMENTO
2000 – 2014 (PROGETTO MITO2000) |
SPEC
2004 |
STATO DI CONSERVAZIONE 2010 | LISTA ROSSA ITALIA 2011 | NOTE |
Allodola | 20/9 – 31/12 | declino | 3 | cattivo | vulnerabile | |
Alzavola | 20/9 – 31/1 | cattivo | in pericolo | |||
Beccaccia | 20/9 – 20/1 | 3 | inadeguato | dati insufficienti | ||
Beccaccino | 20/9 – 31/1 | 3 | inespresso | valutazione inapplicabile | ||
Canapiglia | 20/9 – 31/1 | 3 | cattivo | vulnerabile | ||
Cesena | 20/9 – 31/1 | declino | inadeguato | quasi minacciata | ||
Codone | 20/9 – 31/1 | 3 | inespresso | valutazione inapplicabile | ||
Combattente | 20/9 – 31/10 | 2 | inespresso | non valutato | ||
Coturnice | 1/10 – 30/11 | 2 | cattivo | vulnerabile | gravemente minacciata da inquinamento genetico poiché si ibrida con coturnice orientale introdotta a scopo venatorio. | |
Fagiano di monte | 1/10 – 30/11 | 3 | cattivo | a minore preoccupazione | ||
Frullino | 20/9 – 31/1 | 3 | inespresso | non valutato | ||
Marzaiola | 20/9 – 31/1 | 3 | cattivo | vulnerabile | ||
Mestolone | 20/9 – 31/1 | 3 | inadeguato | vulnerabile | ||
Moretta | 20/9 – 31/1 | 3 | cattivo | vulnerabile | ||
Moriglione | 20/9 – 31/1 | 2 | cattivo | in pericolo | ||
Pavoncella | 20/9 – 31/1 | incremento moderato | 2 | inadeguato | a minore preoccupazione | |
Pernice bianca | 1/10 – 30/11 | cattivo | vulnerabile | |||
Pernice rossa | 20/9 – 31/1 | 2 | cattivo | dati insufficienti | immissioni venatorie di soggetti provenienti da allevamento. Cacciabile nelle Aziende agri-turistico-venatorie senza limitazioni di carniere. Si ibrida con coturnice orientale introdotta a scopo venatorio. | |
Porciglione | 20/9 – 31/1 | inadeguato | a minore preoccupazione | |||
Quaglia | 20/9 – 31/12 | incremento moderato | 3 | cattivo | dati insufficienti | continue immissioni venatorie di soggetti provenienti da allevamento. Gravemente minacciata da inquinamento genetico. |
Starna | 20/9 – 31/12 | 3 | cattivo | a minore preoccupazione | Perdix perdix italica è estinta. Attuale popolazione frutto di immissioni venatorie. | |
Tortora selvatica | 20/9 – 31/10 + preapertura | stabile | 3 | cattivo | a minore preoccupazione |
Si tenga poi presente che, con le stesse parole degli autori della “Lista Rossa 2011 degli Uccelli Nidificanti in Italia”, «La categoria “a minore preoccupazione” si applica alle specie non in imminente pericolo di estinzione (possono essere anche in lento declino e/o relativamente rare)». E l’“incremento moderato” è un valore di variazione non significativamente maggiore del 5% annuo. Non sentiamoci dunque rassicurati quando leggiamo qualche “a minore preoccupazione” o “incremento moderato”. E si consideri che gli uccelli censiti possono aumentare in conseguenza dei rilasci “pronta-caccia” effettuati con animali d’allevamento che presentano scarsissime caratteristiche selvatiche (starna, quaglia, fagiano, ecc.)
Infine, si consideri che i 4 rapporti sono stati ultimati rispettivamente nel 2004, nel 2009-2010, nel 2011, nel 2014. Cosa è accaduto nel frattempo?
Per ragione di sintesi, prendiamo in considerazione due soli casi di quelli sopraelencati: il moriglione (Aythya ferina) e l’allodola (Alauda arvensis). Entrambi sono prede ambitissime dai cacciatori veneti. Il moriglione è classificato come SPEC 2 (popolazione globale concentrata in Europa e che se la passa davvero male), è considerato in cattivo stato di conservazione e “in pericolo” secondo la Lista Rossa. L’allodola è “in declino”, SPEC 3 (in Europa se la passa davvero male), presenta uno stato di conservazione “cattivo” ed è classificata come “vulnerabile” (è una categoria di minaccia). Inoltre l’allodola è quasi indistinguibile dalla cappellaccia (SPEC 3), dalla tottavilla (SPEC 2), dalla calandrella (SPEC 3 e “in pericolo”) e dalla calandra (SPEC 3 e “vulnerabile”). Tutte, eccetto la calandra, presenti in Veneto assieme all’allodola. Cappellaccia, tottavilla, calandrella, specie non cacciabili!!
E la Regione Veneto cosa fa?
Oltre a confermare l’allodola come specie cacciabile, con carnieri stagionali fino a 100 allodole per ciascuno dei 44.000 cacciatori veneti, innalza il carniere stagionale dei moriglioni da 50 a 150 capi[6] (!) per ogni cacciatore. Cioè la Regione Veneto, nel 2015/2016, preso atto che il moriglione è un’anatra sulla via dell’estinzione, ne ha triplicato la caccia!!
Come commentare allora le parole dell’allora assessore alla caccia della Regione Veneto, Daniele Stival, che il 24/06/2014 ha dichiarato[7]: «Calendario venatorio 2014-2015 equilibrato e rispettoso di leggi e diritti dei cacciatori. È stato fatto un accuratissimo lavoro, dal quale scaturisce un calendario equilibrato, rispettoso al contempo delle sacrosante esigenze dei cacciatori che pagano fior di tasse per praticare la loro passione, delle normative nazionali e comunitarie, della salvaguardia ambientale.»?
Come giudicare poi le parole dell’attuale assessore alla caccia della Regione Veneto, Giuseppe Pan, che 29/07/2015 ha affermato[8]: «Calendario venatorio 2015-2016 atto dovuto, nel rispetto della tradizione. È stato uno dei primi atti di questa Giunta, assunto proprio per garantire continuità ad una tradizione molto viva nelle nostre terre e dare certezze al popolo degli appassionati dell’arte venatoria, sempre nel rispetto dei vincoli ambientali e dei principi generali di protezione della fauna.»?
Commentatele voi.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – Veneto
Coordinamento Protezionista Padovano
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[1] Gustin M., Brambilla M. & Celada C. (2009), Valutazione dello Stato di Conservazione dell’avifauna italiana. Rapporto tecnico inedito su incarico del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. pp. 1-1151;
Gustin M., Brambilla M. & Celada C. (a cura di) 2010, Valutazione dello Stato di Conservazione dell’avifauna italiana. Volume I. Non-Passeriformes. Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU). Pp: 842;
Gustin M., Brambilla M. & Celada C. (2009), Valutazione dello Stato di Conservazione dell’avifauna italiana. Volume II. Passeriformes. Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU). Pp: 1186;
[2] BirdLife International (2004) Birds in Europe: population estimates, trends and conservation status. Cambridge, UK. BirdLife International
[3] Peronace V., Cecere J.G., Gustin M., Rondinini C., 2012. Lista Rossa 2011 degli Uccelli Nidificanti in Italia. Avocetta 36:11-58
[4] Rete Rurale Nazionale & Lipu (2015). Uccelli comuni in Italia. Aggiornamento degli andamenti di popolazione e del Farmland Bird Index per la Rete Rurale Nazionale dal 2000 al 2014.
[5] http://www.lipu.it/le-specie-a-rischio
[6] http://www.andreazanoni.it/it/news/comunicati-stampa/caccia-zanoni-%28pd%29-giunta-e-maggioranza-ostaggio-di-berlato.html
[7] http://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=2724010
[8] http://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=2908826
(foto M.F., S.D., archivio GrIG)
