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Ma si vuol capire una buona volta che sono solo i cittadini titolari dei diritti di uso civico a dover decidere sul Monte Altissimo (Seravezza)?

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Alpi Apuane

Secondo quanto riportato dalla Stampa regionale, la Corte d’Appello di Roma – Sezione specializzata sugli Usi Civici, all’udienza del 4 marzo 2025 ha ritenuto non corretta la procedura seguita dalla Regione Toscana di estrazione a sorte dei rappresentanti delle frazioni di Azzano, Fabiano, Giustagnana Minazzana e Basati nella causa inerente la titolarità delle aree di estrazione del marmo sul Monte Altissimo.

Come ben noto, il Comune di Seravezza, oggi gestore del demanio civico in assenza dell’A.S.B.U.C. non ancora ricostituita, è in potenziale conflitto d’interessi rispetto ai cittadini unici titolari dei diritti di uso civico.

La Corte d’Appello di Roma – Sezione specializzata sugli Usi Civici, con ordinanza del 2 lugluo 2024 aveva deciso che la Regione Toscana provvedesse alla nomina dei rappresentanti delle frazioni di Azzano, Fabiano, Giustagnana Minazzana e Basati nella causa inerente la titolarità delle aree di estrazione del marmo sul Monte Altissimo.

Sebbene preventivamente non sia stata individuata una procedura puntuale, la procedura più opportuna e rispettosa della volontà dei cittadini è quella della elezione della rappresentanza da parte dei cittadini titolari dei diritti di uso civico, così come venne effettuato in un caso analogo di Comune in potenziale conflitto d’interessi rispetto ai cittadini unici titolari dei diritti di uso civico: nel caso dell’ordinanza Commissario Usi Civici Sardegna del 28 settembre 2012, è stato il Commissario stesso a indicare specificamente la procedura da seguire (elezioni della rappresentanza fra i cittadini di Orosei titolari dei diritti di uso civico convocate dal Prefetto di Nuoro). 

Solo una libera elezione può garantire la volontà dei cittadini titolari dei diritti di uso civico.

Roma, Commissariato per gli Usi Civici per Lazio, Umbria, Toscana

Ricordiamo che la sentenza Commissario Usi Civici Lazio, Toscana, Umbria n. 39 dell’8 luglio 2020, nell’ambito di un lungo contenzioso, ha deciso che sul Monte Altissimo oltre 137 ettari più altri 400 ettari circa interessati dall’attività estrattiva “sono di natura collettiva”, cioè sono terreni a uso civico, la cui proprietà è dei cittadini di Seravezza.

Il Commissario per gli Usi Civici ha stabilito che la Regione Toscana provveda alla reintegra di quei terreni in favore della Collettività locale di Seravezza, fin troppo saccheggiata nel corso dei secoli passati.

E’ pur vero che è pendente il ricorso della Soc. Henraux davanti alla Corte d’Appello di Roma (Sezione specializzata Usi Civici), ma anche l’adozione di provvedimenti cautelari e una proposta di conciliazione in corso d’esame non cambia minimamente il fatto che pare davvero ben poco probabile che la Società estrattiva abbia la titolarità incontestata e incontestabile dei terreni sui quali ha chiesto le autorizzazioni all’estrazione del marmo.

Seravezza, la cava delle Cervaiole da Passo Croce. Il Picco Falcovaia non esiste più

E l’Amministrazione comunale di Seravezza vorrebbe chiudere una transazione oggettivamente favorevole alla Società estrattiva, senza il benché minimo coinvolgimento effettivo dei cittadini unici titolari dei diritti di uso civico.

E la Regione Toscana da che parte sta?

La Corte d’Appello di Roma ha adottato la decisione giusta.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) plaude al provvedimento giudiziario in difesa dei diritti collettivi.

Seravezza, Cava Cervaiola, Monte Altissimo (31 ott. 2022)

Il GrIG era intervenuto (4 novembre 2022) con una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti per la difesa dei diritti di uso civico esistenti in favore della Collettività locale di Seravezza e non fosse emanato il provvedimento di chiusura il complesso procedimento per il rilascio del provvedimento di autorizzazione unica regionale (PAUR) per la prosecuzione dell’estrazione del marmo dalla Cava Cervaiole, sul Monte Altissimo, in Comune di Seravezza (LU), da parte della Soc. Henrauxs.p.a., che li lederebbe irrimediabilmente.

Coinvolti il Servizio V.I.A. – V.A.S. della Regione Toscana, i Ministeri della Cultura e dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, il Prefetto di Lucca, il Comune di Seravezza, i Carabinieri Forestale, l’Ente Parco naturale regionale delle Alpi Apuane, informati il Commissario per gli Usi Civici di Roma, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lucca, il Procuratore regionale della Corte dei conti per la Toscana.

Infatti, “il progetto prevede la realizzazione di attività di escavazione presso la Cava Cervaiole in località Monte Altissimo, per una durata di 10 anni suddivisi in tre fasi (due, quattro e quattro anni). La cava risulta attualmente autorizzata. Il progetto di coltivazione prevede attività di estrazione di marmo a cielo aperto e la realizzazione di nuovi cantieri in sotterraneo. Si prevede lo scavo al monte di circa 710.803 m3 per un volume sostenibile di 548.285 m3. Al termine del progetto di coltivazione si prevede il parziale tombamento dei cantieri a cielo aperto e di tutti i cantieri in sotterraneo; inoltre la cava verrà interessata da interventi di risistemazione mirati alla parziale fruibilità degli spazi”, questa è la descrizione del progetto nella relativa scheda predisposta dalla Regione Toscana.

Z.P.S. delle Alpi Apuane

L’area in argomento è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.), rientra nel parco naturale regionale delle Alpi Apuane, nonché nella zona di protezione speciale (Z.P.S.) “Prateria primarie e secondarie delle Apuane” (codice IT5120015) e nel sito di importanza comunitaria (S.I.C.)/zona speciale di conservazione (Z.S.C.) “Valle del Serra – Monte Altissimo” (codice IT5120010), ai sensi, rispettivamente, delladirettiva n. 09/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica e delladirettiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora.

Nella Z.P.S. vige il divieto di apertura di nuove cave o riattivazione di quelle dismesse (art. 5, comma 1°, lett. n, del D.M. Ambiente 17 ottobre 2007, che detta criteri minimi di salvaguardia delle Z.P.S.).

Soprattutto si tratta di aree riconosciute a uso civico dalla sentenza Commissario Usi Civici Lazio, Toscana, Umbria n. 39 dell’8 luglio 2020.

Come noto, i terreni a uso civico e i demani civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.legge n. 168/2017regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.) costituiscono un patrimonio di grandissimo rilievo per le Collettività locali, sia sotto il profilo economico-sociale che per gli aspetti di salvaguardia ambientale, come  riconosciuto sistematicamente in giurisprudenza.

Corte App. Roma, 2 luglio 2024

I diritti di uso civico sono inalienabili, indivisibili, inusucapibili e imprescrittibili (artt. 3, comma 3°, della legge n. 168/2017 e 2, 9, 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.). I demani civici sono tutelati ex lege con il vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera h, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).  Ogni atto di disposizione che comporti ablazione o che comunque incida su diritti di uso civico può essere adottato dalla pubblica amministrazione competente soltanto a particolari condizioni, previa autorizzazione regionale e verso corrispettivo di un indennizzo da corrispondere alla collettività titolare del diritto medesimo e destinato a opere permanenti di interesse pubblico generale (artt. 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.).

Trasparenza e legalità sono fondamentali per la corretta gestione del territorio, Regione Toscana e Comune di Seravezza ne prendano atto, come tutti.

E dovrebbero, senza frapporre altri scandalosi ostacoli, favorire la ricostituzione di quell’A.S.B.U.C. che andrebbe finalmente a rappresentare la volontà dei titolari dei diritti di uso civico, i cittadini di Azzano, Fabiano, Giustagnana Minazzana e Basati, frazioni di Seravezza. 

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

P.S. la Regione Toscana, tenuta agli obblighi di trasparenza previsti dalla legge regionale n. 27/2014 e s.m.i. (art. 28) e dal regolamento esecutivo 21 aprile 2015, n. 52/R, dovrebbe rendere di uso pubblico aperto a tutti la “banca dati georeferenziata” delle terre collettive, esistente soltanto per i fortunati “utenti autorizzati” possessori di “tesserino regionale”.  Di pubblico e accessibile a tutti c’è unicamente un elenco dei Comuni dove sono presenti elaborato in occasione della predisposizione del P.I.T. con valenza di piano paesaggistico (2015).  Decisamente troppo poco.

bosco e girasoli

da La Nazione, 6 marzo 2025

Frazionisti sorteggiati, la Corte non ammette l’estrazione della Regione.

I 5 cittadini sorteggiati dalla Regione per rappresentare la posizione della montagna sull’annosa questione degli usi civici, sono stati rimandati a casa dal giudice. Colpo di scena nel contenzioso finito alla Corte d’Appello di Roma. Erano presenti infatti i 5 rappresentanti delle frazioni montane che la Regione ha estratto a sorte (procedura duramente contestata sia dai comitati e dai partiti locali che da associazioni ambientaliste) per rappresentare gli abitanti della Montagna di Seravezza. “Mi sono presentata – precisa Sara Galleni del Cotec Asbuc, risultata una dei sorteggiati – per sostenere le elezioni democratiche degli organi amministrativi dell’esistente Asbuc che è l’unico ente deputato a rappresentare i cittadini attraverso legittime elezioni dei suoi componenti”. “Ma nell’udienza – prosegue Rosario Brillante del Cipit – i giudici ci hanno informato che la Regione Toscana non ha chiesto di costituire in giudizio i 5 nominati e non aveva nessun titolo di inviare a proprie spese i 5 nominati alla Corte di Appello sezione speciale usi civici di Roma. Sulla esecuzione dell’ordinanza del 2 luglio scorso andranno effettuate alcune importanti verifiche circa la sua effettiva e dubbia legittimità. L’azione svolta dalla Regione ha contribuito, a quanto pare, più a complicare che a semplificare la situazione, tanto è vero che alle accuse mosse in aula del sorteggio con procedura non democratica, ha fatto seguito anche la richiesta di ritiro dell’ordinanza del 2 luglio, che a quanto pare non è stata ben compresa dalla Regione“. Per giunta la Corte ha comunicato che due terzi del collegio giudicante saranno sostituiti e che pertanto l’udienza è rinviata al 5 maggio 2026. La parola passa ora alle prossime udienze di marzo al Commissario agli Usi Civici Lazio, Toscana, Umbria dove è aperta la procedura che porterà a concludere con sentenza uno dei procedimenti avviati dai frazionisti.

Alpi Apuane, Massa, panoramica fra Padulello e Focolaccia

(foto A.G., S.D., archivio GrIG)


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