Natale De Grazia era un capitano di fregata della Guardia costiera, uomo di mare dedito alla legalità e alla salvaguardia dell’ambiente.
Dopo numerosi incarichi svolti in varie sedi, entrò a far parte di un gruppo investigativo coordinato dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria per condurre le indagini sull’affondamento della nave Rigel e di altre navi a perdere sospettate di traffici di rifiuti tossico-nocivi.
Alcune di esse si ritiene siano partite cariche da Marina di Carrara.
Le indagini erano andate piuttosto avanti.
La notte fra il 12 e il 13 dicembre 1995 il capitano De Grazia muore dopo aver cenato in un ristorante di Campagna (SA) mentre era in viaggio verso La Spezia insieme a due Carabinieri per ragioni investigative.
Dopo varie vicissitudini opache la causa della morte venne individuata in un non meglio precisabile avvelenamento.
Secondo il pentito Francesco Fonti, sentito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti, il capitano di fregata De Grazia sarebbe stato ucciso in ragione delle indagini da lui condotte relative allo smaltimento illegale di rifiuti tossici. Il pentito ricollegò, inoltre, la vicenda all’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994.
Il capitano De Grazia è stato decorato alla memoria con la medaglia d’oro al merito della Marina.
Il GrIG appoggia e sostiene la proposta avanzata da tempo dall’Associazione Alberto Benetti di dedicare al coraggioso capitano De Grazia il lungomare o il pontile di Marina di Massa.
Natale De Grazia costituisce un esempio di vita volta al perseguimento della legalità ambientale, non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo.
E sarebbe il caso, una volta per tutte, che venisse finalmente fatta un po’ di giustizia in questo Bel Paese.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto Benthos, archivio GrIG)
