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Channel: Gruppo d'Intervento Giuridico (GrIG)
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Appennino Umbro-Marchigiano, come devastare un territorio.

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Umbria, Appennino sotto la neve

18 “torri” eoliche, di cui 13 nuove, con misure variabili tra 137 e 22 metri.

Il supergasdotto della Snam, un tubo da 120 cm di diametro con gas ad altissima pressione (75 atmosfere), costruito in zone franose e ad un km dall’abitato (il piccolo gasdotto che percorre la Valmarecchia è esploso due volte in 20 anni, a causa di modesti movimenti del terreno).

“Torri” per il 5 G.

Il tutto nelle medesime aree, tanto che vi sarebbe interferenza tra il gasdotto e i grattaceli eolici.

cantiere per la realizzazione di un gasdotto

Questo è quello che aspetta Apecchio, comune montano del pesarese, bandiera arancione dal 2024 grazie all’ambiente naturale e alle politiche portate avanti dalle amministrazioni pubbliche (comune, provincia, regione, unione di comuni, ecc.) e dai privati negli ultimi anni. 

Tre birrifici, uno stabilimento di acqua minerale, decine di agriturismi, case per vacanze, rifugi….

Ma non si tratta solo di Apecchio: il gasdotto Snam attraversa anche i comuni di Borgo Pace e Mercatelo sul Metauro (anche esso bandiera arancione).

Su quest’ultimo, già gravato dai cantieri della strada Fano-Grosseto, dovrebbero essere ampliati i sistemi di distribuzione dell’energia prodotta, con potenziamento delle cabine, elettrodotti, ecc.

tracciato progetto gasdotto “Rete Adriatica” e rischio sismico (elaborazione Il Fatto Quotidiano su dati I.N.G.V.)

Le immani “torri” eoliche, del resto, graverebbero anche sul paesaggio dell’alta valle del Metauro.

Si assiste così ad una serie di incredibili paradossi: le “torri” eoliche dovrebbero servire a produrre energia “pulita” e decarbonificare e salvare l’ambiente e il pianeta.

Apecchio, bosco appenninico destinato alla conservazione perpetua

Per realizzarle si devasta tutto l’Appennino.

Contemporaneamente si costruisce nella stessa area un gasdotto che trasporta un vettore energetico fossile, con uno sterro di 40 mt di larghezza e piste accessorie, aggiungendo ulteriore (e probabilmente maggiore) devastazione. 

Si parla di turismo come principale propulsore dell’economia delle aree interne e come antidoto allo spopolamento, un turismo che vive e cresce grazie all’ambiente naturale delle nostre aree interne. Si devasta l’ambiente naturale delle aree interne con opere che eliminano alla base ogni speranza di sviluppo turistico e annientano anche quello già esistente.

Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri dopo la realizzazione della locale centrale eolica (2016)

Si vuole produrre energia pulita, ma a far girare le pale sono i finanziamenti pubblici, visto che il vento non c’è (i dati dell’eolico esistente, quello del Monte dei Sospiri, sono impietosi).

La gente è preoccupata, anche piuttosto irritata (per non dire inferocita) e si prepara alle barricate.

Sa che, una volta partita la valanga, tutta l’area perderà valore e, come le ciliegie, di queste belle novità ne arriveranno altre: arriverà di tutto.

Apecchio, torrente in ambito appenninico

Eppure il  modo per impedire queste devastazioni e dare un futuro alla montagna delle Marche Settentrionali ci sarebbe: l’istituzione di una grande area protetta, un parco nazionale, fatto dai cittadini, con la partecipazione dei cittadini.

Non è così difficile come  può sembrare e, lavorando con pazienza e partecipazione sui confini e sulle zonizzazioni, vi è modo di contemplare tutte le esigenze, nessuna esclusa.

Probabilmente è l’unica via, in alternativa al definitivo abbandono, per dare valore alle nostre terre, ai nostri beni, alle nostre vite e per far si che certe “proposte” siano precluse alla radice.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) – Marche e Umbria   

bosco di Aceri e cielo

(foto A.L.C., S.L., archivio GrIG)


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