Corso Belgio è una storica via cittadina del rione Vanchiglietta, zona residenziale di origine popolare e industriale, ai margini del centro di Torino.
Zona piuttosto trafficata, ma, fortunatamente, finora l’alberata di Aceri ha fornito ossigeno, catturato anidride carbonica, contenuto le alte temperature estive e reso migliore la qualità della vita dei residenti.
Un’autentica manna dal cielo in questi tempi di inquinamento cittadino e di cambiamenti climatici.
Così il Comune di Torino ha deciso di far fuori i 242 esemplari di Acer negundo (Acero americano) per sostituirli con 269 Pyrus calleryana Chanticleer (Pero cinese), alberelli che campano una ventina d’anni e, in compenso, non fanno ombra e in certi periodi dell’anno puzzano.
Un vero affare, per chi li vende.
Non si sa se siano state rilasciate le necessarie autorizzazioni amministrative e, soprattutto, se ci si sia resi conto che è in atto la nidificazione dell’avifauna selvatica: la distruzione di nidi e qualsiasi attività di disturbo della nidificazione sono vietate.
Il Corso, dalla risalente realizzazione, riveste la qualifica di bene culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e non può esser modificato in assenza di puntuale autorizzazione.
Inoltrei, nel periodo primaverile ed estivo sono vietati tutti gli interventi che possano disturbare la riproduzione dell’avifauna selvatica(art. 5 della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, esecutiva in Italia con la legge n. 157/1992 e s.m.i.,).
La fauna selvatica ”è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della collettività nazionale e internazionale” (art. 1 della legge n. 157/1992 e s.m.i.) e il disturbo/danneggiamento/uccisione delle specie avifaunistiche in periodo della nidificazione può integrare eventuali estremi di reato, in particolare ai sensi degli artt. 635 e 544 ter cod. pen.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), ricevute varie segnalazioni da parte di residenti, ha quindi inoltrato (19 giugno 2023) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, chiedendo al Ministero della Cultura, alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino, al Comune di Torino e ai Carabinieri Forestale quali siano le autorizzazioni per il previsto taglio e quali iniziative siano state adottate per salvaguardare la nidificazione in corso.
Un sussulto di buon senso per salvare uno dei pochi polmoni verdi all’interno dell’area urbana torinese sarebbe molto gradito dalla cittadinanza.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto per conto GrIG, archivio GrIG)