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Channel: Gruppo d'Intervento Giuridico (GrIG)
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Quante balle raccontano sull’Orso.

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La petizione No al Far West calibro 12 in Italia si firma qui

La provocazione di Vittorio Feltri colpisce duro,  ”In Italia negli ultimi anni i cacciatori hanno steso per sbaglio 340 cristiani innocenti. Mentre gli orsi ne hanno ucciso uno solo e li vogliono giustiziare. Per par condicio a maggior ragione bisognerebbe abbattere i cacciatori. Mi sembra una buona idea”.

Deve, comunque, far riflettere sulle tante balle che in queste settimane vengono diffuse sul povero Orso (Ursus arctos), colpevole di far di mestiere l’Orso.

Il modo di rapportarsi con l’Orso nel Trentino non può esser certo quello dell’Homo paleoliticus e, se non si vuol considerare la secolare positiva coesistenza sull’Appennino centrale con l’Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), basti guardare all’altrettanto positiva esperienza del Friuli-Venezia Giulia, dove da tempo è ritornato spontaneamente dalla confinante Slovenia.   

Orso bruno (Ursus arctos)

Gli stessi genitori di Andrea Papi, il runner tragicamente morto nelle scorse settimane, non vogliono l’uccisione vendicativa dell’Orsa suo malgrado responsabile della morte del figlio.

La gestione della fauna selvatica è una cosa seria e comprende, fra l’altro, l’esecuzione di quelle misure naturalistiche programmate ma non attuate come la realizzazione di corridoi faunistici per l’espansione naturale degli areali (bocciati dall’attuale Amministrazione provinciale Trentina, ma comuni in Europa) e una capillare informazione della popolazione interessata.

Trentino, cartellonistica con regole di buona convivenza con l’OrsoBisogna leggerle e seguirle (foto Prov. aut. TN).

Non si può lasciar campo libero ai Maurizio Fugatti o ai Sergio Berlato di turno, non si può lasciar campo libero a un Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare come Francesco Lollobrigida, che non difende la sovranità alimentare italiana consentendo il land grabbing di casa nostra e se la piglia con Orsi, Lupi e ambientalisti per interessi elettoralistici.

Volete anche voi che leggete far qualcosa di sensato e utile e dare un dispiacere a chi non riesce a esser diverso dall’Homo paleoliticus?

Più di 27 mila cittadini hanno già aderito alla petizione popolare proposta dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) contro la possibilità di adottare piani di abbattimento di qualsiasi specie di fauna selvatica in qualsiasi giorno dell’anno e in qualsiasi luogo, compresi aree naturali protette e centri abitati, introdotta nell’ordinamento dalla legge 29 dicembre 2022, n. 197 (art. 1, commi 447-448) “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025”.

Firmiamo e facciamo firmare la petizione per la salvaguardia della fauna selvatica.

La petizione No al Far West calibro 12 in Italia si firma qui

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Lago di Prà da Stua (Avio, TN), Orso bruno (Ursus arctos)

qui il Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (PACOBACE).

qui i Rapporti annuali Grandi Carnivori in Trentino (Orso, Lupo, Lince).

qui il Piano d’Azione per la tutela dell’Orso marsicano (PATOM).

da Il Corriere della Sera, 23 aprile 2023

«Ho catturato e addormentato l’orsa Jj4, poi abbiamo liberato i suoi cuccioli. È anziana ma sana, non va uccisa». (Andrea Pasqualetto)

TRENTO. Dottor Roberto Guadagnini, lei conosce bene l’orsa Jj4, l’ha catturata. Ora da veterinario capo la segue nel recinto del Casteller: cosa farebbe?
«Premesso che io sono contrario all’uccisione degli animali, concordo con il mio Ordine: non si può praticare l’eutanasia perché si tratta di un’orsa in salute mentre l’eutanasia si fa quando l’orso è in sofferenza o ferito, incapace di alimentarsi, di vivere. E se non si può praticare il metodo meno cruento a maggior ragione non si dovrebbe usare un sistema diverso, come il colpo di fucile. Ma non serve arrivare a un discorso etico, nel mio caso basta quello deontologico».

È un’orsa aggressiva. Non è un pericolo per l’uomo?
«Ci possono essere varie motivazioni alla base dell’aggressività e varie soluzioni. Una cosa è certa: Jj4 non potrà più essere reimmessa in natura. O vivrà in un contesto controllato o verrà abbattuta».

Trasferimento?
«Perché no, lei saprebbe adattarsi al nuovo ambiente e potrebbe riprendere una vita normale. Gli orsi sono animali stupendi, di grandi capacità».

Come si fa un abbattimento?
«Sono 39 anni che mi occupo di orsi, ne ho visti centinaia ma, mi creda, non ho mai assistito a un abbattimento. In Trentino ne è stato fatto uno soltanto, nel 2015: era un’orsa e le hanno sparato».

Lei c’era alla cattura di Jj4: come avete fatto?
«Abbiamo calibrato l’operazione sull’individuo, considerando i movimenti notturni e mettendo le esche vegetali di cui va ghiotta nel tubo trappola. Era notte, Jj4 è entrata con due dei suoi tre cuccioli. Il tubo si è chiuso, da un buco abbiamo sparato un dardo per inocularle l’anestetico, un po’ come una cerbottana. Lei si è addormentata, abbiamo riaperto il tubo per far uscire i due cuccioli che se ne sono andati. Poi ossigeno, flebo e giù al Casteller».

Trento, loc. Cassteller, Centro Vivaistico Forestale, recinto per i c.d. Orsi problematici

E i cuccioli?
«Hanno 15 mesi, sono stati già svezzati. Una femmina d’orso partorisce ogni due anni: il primo lo trascorre interamente con i cuccioli, poi resta presente ma quando arriva maggio, il periodo del calore, li allontana per accoppiarsi. E i cuccioli se ne vanno per conto loro. Questi tre staranno insieme ancora un paio di mesi e poi ognuno si farà la propria vita. Sono comunque autosufficienti, nessuno soffrirà il distacco, né loro, né lei».

Al Casteller come va Jj4?
«È anziana ma si alimenta ed è in salute, fra un po’ inizierò a farle gli esami previsti dal protocollo medico».

State cercando di catturare altri orsi?
«Uno solo, Mj5, il secondo dei tre ai quali abbiamo messo il radiocollare per monitorarlo. Il problema è che neppure il suo funziona. Anzi, nessuno dei tre».

Cosa pensa dell’eccessivo numero di orsi che stanno popolando i boschi trentini?
«Penso che si siano state dette tante falsità. La politica sostiene che siamo andati oltre i numeri previsti dal progetto Life Ursus, che non si doveva andare oltre i 50 orsi in vent’anni, mentre ce ne sono più di 100. Non è vero. Io conosco bene il progetto e l’obiettivo di 40-60 era quello minimo perché si riteneva che al di sotto di questa soglia ci sarebbe stato un rischio d’implosione della popolazione. Quello massimo lo stabilisce la natura ma era più o meno di 300 individui, considerando due orsi per 100 chilometri quadrati. Quindi siamo ben al di sotto di quel numero. Questa è la realtà che tutti travisano».

Gli orsi dovevano espandersi sull’arco alpino e invece sono rimasti in queste valli…
«Il problema principale sono gli attraversamenti. L’Adige e l’autostrada tagliano verticalmente il Trentino in due e sono barriere insuperabili. Ci vorrebbe un ponte per farli passare».

E nel frattempo?
«Traslochiamo delle femmine, che sono più stanziali. Se ne portassimo due in Veneto, due in Lombardia, due in Piemonte e due in Friuli, poi i maschi troverebbero il modo di arrivare».

Trasferirli all’estero?
«La vedo dura, ci vogliono territori molto estesi e occhio a non andare sotto quella soglia minima per cui la popolazione collassa e si estingue».

La gente ha paura: deve fare i conti con attacchi sempre più frequenti. Com’è possibile la convivenza?
«Quella dell’accettazione sociale è la grande sfida del futuro».

Orso bruno (Ursus arctos)

(immagine aerea da Google Earth, foto Prov. autonoma di Trento, S.D., archivio GrIG)


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