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L’acqua è torbida, perché è inquinata dalla marmettola. E non si beve.

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la sorgente del Fiume Frigido

Ancora una volta è successo.

E ancora una volta si finge di non capire.

Nei giorni scorsi il Sindaco di Massa Francesco Persiani ha emanato l‘ordinanza n. 169 del 19 novembre 2022  comportante il divieto di utilizzo dell’acqua nella frazione di Forno, a causa della torbidità, il cui motivo dichiarato sarebbe “la pioggia degli ultimi giorni”.

In verità, centinaia di migliaia di metri cubi di acqua dei fiumi e dei torrenti delle Alpi Apuane – del Fiume Frigido in particolare – sono inquinati dalla marmettola (fanghiglia di marmo finemente tritato scaricato negli impluvi e corsi d’acqua).  La causa è esclusivamente l’attività illecità rappresentata dagli scarichi abusivi dell’estrazione del marmo.

I danni ambientali ed economici sono enormi.

Ecco la risposta, sacrosanta, di Alberto Grossi, referente del Presidio Apuane del GrIG.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Massa, Borgo al Ponte, Fiume Frigido, inquinamento da marmettola (5 novembre 2017),

In merito alla torbidità dell’acqua a Forno la stampa riporta l’affermazione del sindaco Persiani: «Il problema non dipende da noi», asserzione improvvida e fuorviante qualora si prenda visione del comunicato emesso dal Comune nel quale si legge “la pioggia degli ultimi giorni è all’origine della torbidità che GAIA spa ha registrato nelle sorgenti che alimentano l’acquedotto della frazione di Forno”.

Ho constatato personalmente che la sorgente del Frigido era lattescente e tutti sanno che ciò non deriva dalla pioggia ma dai fanghi di lavorazione delle cave, quelle attività che vengono autorizzate dai Comuni anche quando è dimostrata l’interconnessione tra queste e le sorgenti.

Al riguardo è doveroso precisare che questo atteggiamento è diffuso in altri Comuni interessati alle sorti della sorgente del Frigido, cui vengono convogliate le precipitazioni nei bacini idrografici di Minucciano e Vagli di Sotto, e che le prescrizioni per tutelare la risorsa idrica vengono puntualmente disattese.

Qualità dell’acqua, torbidità rilevata a Canevara (17 novembre 2022)

Per comprendere la situazione della qualità dell’acqua rilevata il giorno 17 novembre 2022 alla stazione di Canevara, situata a quattro chilometri di distanza dalla sorgente, l’indice di torbidità ha raggiunto 440 punti, superando del 10.000% la soglia di potabilità.

Che esiste nelle cave una diffusa illegalità lo ha scritto ARPAT dopo i controlli su 113 cave con esito di 85 sanzioni amministrative e 80 comunicazioni di reato alla Procura della Repubblica. Prova ancor più evidente del fenomeno di intorbidamento è nei fiumi imbiancati di marmettola, oppure nel mega impianto del Cartaro, collegato al bacino imbrifero di Carrara, il quale ha funzione di potabilizzazione dell’acqua della sorgente che disseta la nostra città.

Non si può nemmeno tralasciare che il fenomeno dei fanghi di cava si trascina fino al mare o che i detriti delle lavorazioni arrivano fino alla foce del Frigido che scorre qualche metro più in alto del suo alveo, situazione che ha reso necessario il molto discutibile intervento di alzare i ponti e gli argini per evitare la tracimazione del fiume in caso di forti piene.

Non è, quindi, colpa delle piogge se l’acqua è torbida, bensì delle attività estrattive.

Uscire con affermazioni diverse dimostra l’incapacità o la volontà dell’amministrazione pubblica di ammettere la realtà e, quindi, di aggredire un problema che riguarda tutta la comunità, dai monti al mare. Se poi volessimo approfondire la questione delle forti piogge, queste sono da tempo un fenomeno ricorrente e ciò dovrebbe indurre l’amministratore pubblico a porre attenzione ai problemi ambientali soprattutto nei territori fragili come quelli montani dove, disgraziatamente, si privilegia l’attività estrattiva, che favorisce pochi e fortemente compromette l’assetto del territorio e le sorgenti, beni comuni che riguardano l’intera collettività, non escluse la città né la marina.

Ingannare i cittadini con affermazioni superficiali serve solo a dimostrare l’accondiscendenza al potere economico, quindi certificare la propria sottomissione.

Alberto Grossi, Presidio GrIG Apuane

acqua alla marmettola, se la bevano tutti quegli amministratori pubblici che non difendono le Apuane

(foto A.G., E.P., archivio GrIG)


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