Prosegue presso il Tribunale di Cagliari la lunga udienza preliminare relativa al procedimento penale aperto nel 2012 in relazione alle ipotesi di reato riguardo l’inquinamento ambientale riscontrato nel poligono militare di Capo Teulada.
Come si ricorda, sciogliendo la riserva assunta nell’udienza del 6 maggio 2022, il G.I.P. del Tribunale di Cagliari, alla successiva del 10 giugno scorso , ha accolto l’istanza di costituzione di parte civile, del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) rappresentato e difeso dall’avv. Carlo Augusto Melis Costa, del Foro di Cagliari.
All’udienza del 23 settembre 2022 il pubblico ministero ha chiesto la declaratoria di non luogo a procedere per gli indagati, mentre le parti civili hanno insistito per il rinvio a giudizio.
Durante la successiva udienza dell’11 novembre 2022 l’Avvocatura dello Stato ha ancora chiesto il proscioglimento delle persone indagate.
Nell’agosto 2021 il G.I.P. aveva respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura della Repubblica, ordinando l’imputazione coatta per disastro ambientale, mentre venne decisa la prosecuzione delle indagini in relazione alle ipotesi di omicidio colposo.
Infatti, secondo la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, pur accertando il pesante inquinamento (nella “zona bersaglio” della penisoletta Delta vi sono 4 chilometri quadrati pressoché irrecuperabili), non sarebbe riscontrabile alcun nesso di causalità fra inquinamento e malattie come neoplasie e linfoma di Hodgkin né sarebbe possibile non è possibile individuare i responsabili per “errori nell’interpretazione delle prescrizioni sulle bonifiche” da eseguire, per la necessità di procedere agli addestramenti e per la “buona fede” di chi dava gli ordini.
Nel poligono militare, realizzato a partire dal 1956 mediante dopo acquisti e, in parte, esproprio dei terreni, vengono svolte esercitazioni militari da decenni. E l’uso del poligono viene ritenuto irrinunciabile per le esigenze addestrative militari, ora più che mai.
Sul piano ambientale per troppo tempo le cose han lasciato a desiderare: dopo l’istanza (2014) dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico e del Comitato Lecce Bene Comune, sono state avviate e proseguono le procedure di valutazione di incidenza ambientale (V.INC.A.) dei programmi di attività addestrative nei poligoni militari di Torre Veneri, in Comune di Lecce, e di Capo Teulada.[1]
Il quadro era chiaro fin dalla audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito lo scorso 20 luglio 2016 (qui il verbale integrale).
Sono finanziati e previsti gli interventi di bonifica ambientale, ma finora sono stati parziali e si è lontani dall’ottimismo manifestato dall’allora presidente dell’I.S.P.R.A. Bernardo De Bernardinis secondo cui l’ambiente veniva tutelato in condizioni ottimali.
Sì, non ci sono state speculazioni immobiliari, ben presenti sulle coste di Teulada, ma le bonifiche ambientali sono state solo avviate.
Sono da completare. Ora, non fra cento anni.
E, magari, un po’ di giustizia non guasta.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
[1] I due poligoni militari, infatti, interessano i due siti di importanza comunitaria (S.I.C.) “Isola Rossa e Capo Teulada” (codice ITB040024) e “Torre Veneri” (codice IT9150025), appartenenti alla Rete Natura 2000, che tutela le aree naturali rilevanti ai sensi delle normative comunitarie per la salvaguardia degli habitat e dell’avifauna selvatica (direttive n. 92/43/CEE e n. 2009/147/CE). Le attività addestrative militari – come qualsiasi attività che possa arrecare danno ai siti protetti – devono essere assoggettati alla procedura di V.INC.A. per minimizzarne gli impatti e introdurre misure di compensazione ambientale, come indicato anche dal codice dell’ordinamento militare (decreto legislativo n. 66/2010 e s.m.i.), procedure che riguardo altri poligoni appaiono regolarmente effettuate.
da L’Unione Sarda, 12 novembre 2022
Teulada. L’Avvocato dello Stato. “Nessun illecito dei generali”.
“I colpi sparati almeno sino al 2017 quando un parlamentare sardo non ha fatto cambiare la legge, non venivano considerati rifiuti” Lo ha chiarito l’Avvocato dello Stato, Giandomenico Tenaglia, in una lunga arringa tenuta ieri all’udienza preliminare che dovrà decidere se mandare a processo i cinque generali, tutti ex capi di Stato maggiore, finiti sotto inchiesta per disastro ambientale nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Cagliari sugli effetti di anni di esercitazioni militari nel poligono di Capo Teulada. Dopo la richiesta di archiviazione del pm Emanuele Secci e l’imputazione coatta decisa dal Gip, il magistrato che coordina l’accusa ha sollecitato nuovamente il non doversi procedere nei confronti degli ufficiali.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Ministero della Difesa, chiamato in causa in qualità di responsabile civile, che ieri mattina nell’udienza davanti al Gup del Tribunale di Cagliari, Giuseppe Pintori, era rappresentato proprio dall’avvocato Tenaglia. Per il legale dello Stato la norma , almeno negli anni a cui fanno riferimento le imputazioni, riguardava i munizionamenti stoccati e dismessi, non i colpi sparati all’interno del poligono.
Il giudice dovrà decidere se rinviare a giudizio gli ultimi capi si Stato maggiore ritenuti responsabili di quanto avveniva a Teulada: Giuseppe Valotto, 76 anni, di Venezia; Claudio Graziano, di 69, di Torino, oggi capo del Comitato militare dell’Unione europea, Danilo Errico, anche lui 69enne residente a Torino, Domenico Rossi, 71 anni di Roma, e Sandro Sandroni, di 72, di Ancona. Prossima udienza il 2 dicembre (Fr. Pi.)
(foto A.N.S.A., S.D., archivio GrIG)