La Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari ha risposto (nota prot. n. 26955 del 19 luglio 2022) all’ istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti inoltrata (27 giugno 2022) dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) in relazione alla fruizione turistica dell’Isola dei Cavoli, sul litorale di Villasimius (SU).
Lo spunto era stato fornito dalla presenza di un quad riscontrata da turisti, piuttosto sconcertati in quanto ricade in un’area naturale protetta marina ed è tutelata da numerosi vincoli di natura ambientale e culturale.
In seguito è emerso il recente svolgimento di feste private nel Faro.
L’istanza aveva coinvolto Ministeri della Cultura e della Transizione Ecologica, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, la Guardia costiera, l’A.M.P. “Capo Carbonara”, il Comune di Villasimius, i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale (N.T.P.C.), il Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
La Soprintendenza cagliaritana ha effettuato, insieme ai Carabinieri del N.T.P.C. e a personale dell’A.M.P., del Comune di Villasimius e della Coop. Diomedea (servizi turistici dell’A.M.P.), un sopralluogo lo scorso 6 luglio per verificare le modalità di fruizione dell’Isola e, in particolare, del Faro, sottoposto a disciplinare d’uso (art. 57 bis del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.; nota prot. n. 33441 del 17 novembre 2020) e ha potuto accertare (verbale prot. n. 26129 del 7 luglio 2022):
* si è svolta una festa privata con 25-30 partecipanti nel Faro “del quale erano state fornite le chiavi dal Direttore dell’Area Marina Protetta”. Inoltre, “per la realizzazione dell’evento è stato portato sull’isola un piccolo quad per il trasporto di persone e cose dal molo di attracco al Faro”. Quad poi portato via;
* fortunatamente non è stato arrecato alcun danno al Faro e alla vegetazione mediterranea;
* la terrazza del Faro, dove si è svolta una festa privata con 25-30 partecipanti, “non assicura le minime condizioni di sicurezza a causa dell’altezza limitata del parapetto” per cui si chiede la chiusura ovvero “la posa in opera di dissuasori o forme di recinzione reversibili per ripristinare la condizioni minime di sicurezza che consentano la visita”;
* lo sbarco nell’Isola è libero e gratuito, ma limitato a 250 persone al giorno, mentre per l’accesso al Faro è consentito solo per una visita guidata a pagamento;
* non esiste alcun regolamento per l’accesso all’Isola e al Faro.
La Soprintendenza conclude per la “improcrastinabile … redazione di un Regolamento per disciplinare le modalità di accesso, sosta e fruizione dell’Isola e del Faro” mediante il coinvolgimento formale di tutte le amministrazioni pubbliche competenti.
Appare davvero assurdo che si sia consentito lo svolgimento di una festa privata nei locali pubblici del Faro privi delle minime condizioni di sicurezza e l’utilizzo di un quad senza controllo.
A che titolo?
E, nel malaugurato caso di incidente, chi ne avrebbe assunto le responsabilità?
L’Isola dei Cavoli, nel mare sud-orientale della Sardegna, è un piccolo gioiello naturalistico del Mediterraneo.
Granitica, è sede di nidificazione dell’avifauna marina ed è ricca di endemismi botanici, fra cui la Brassica insularis, il Verbascum conocarpum, il Limonium retirameum, la Bryonia marmorata, l’Helicodiceros muscivorus.
Per il suo eccezionale valore naturalistico, l’Isola dei Cavoli, oltre a esser tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), fa parte del sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis e Campulongu” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali) e della zona di protezione speciale (Z.P.S.) “Isola dei Cavoli” (direttiva n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica). Rientra anche nell’area marina protetta “Capo Carbonara” (leggi nn. 979/1982 e s.m.i. e 394/1991 e s.m.i.), istituita con D.M. 15 settembre 1998 e s.m.i.
Sull’Isola sorge il Faro, ottocentesco e realizzato su una preesistente torre costiera cinquecentesca. E’ bene culturale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), individuato con decreto Segretariato BCA Sardegna n. 71 del 3 novembre 2009.
Basta poco per perdere eccezionali valori naturalistici, qualsiasi fruizione turistica va controllata con grande attenzione.
Sarebbe davvero ora disciplinare le modalità di fruizione turistica di questo vero e proprio gioiello naturalistico super-tutelato del Mediterraneo, sottraendole a una discrezionalità fin troppo distratta.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)