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La pista ciclopedonale di Capo Altano (Portoscuso) probabilmente è stata realizzata con autorizzazione paesaggistica scaduta.

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Portoscuso, Capo Altano, pista ciclopedonale

E’ pervenuta la risposta (nota prot. n. 2051 dell’8 febbraio 2022) da parte del Comune di Portoscuso (SU) all’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti (14 gennaio 2022) per verificare la sussistenza o meno delle necessarie autorizzazioni amministrative per l’avvenuta realizzazione di una rossa pista ciclo-pedonale su una preesistente viabilità a Capo Altano.

Si tratta di uno degli interventi previsti dal Progetto operativo di messa in sicurezza permanente delle strade Waelz, munito delle varie autorizzazioni da parte della Provincia di Carbonia Iglesias, dell’A.R.P.A.S., del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, del Parco geo-minerario emanate fra il 2011 e il 2014, nonchè autorizzazione definitiva da parte del Ministero dell’ambiente del 5 novembre 2014 (qui lotto I, qui lotto II).

Munito anche della necessaria autorizzazione paesaggistica (art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) con determinazione Servizio tutela paesaggistica di Cagliari della Regione autonoma della Sardegna prot. n. 1300 dell’8 maggio 2014, previo parere Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari prot. n. 5900 del 17 aprile 2014.

Portoscuso, Capo Altano, viabilità prima della pista ciclopedonale

L’art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. testualmente afferma che “l’autorizzazione e’  efficace per  un periodo di cinque anni, scaduto il quale l’esecuzione dei  progettati lavori deve  essere  sottoposta  a  nuova  autorizzazione.  I lavori iniziati nel corso del quinquennio di efficacia dell’autorizzazione possono essere conclusi entro e non oltre l’anno successivo la scadenza del  quinquennio medesimo.   Il termine di efficacia dell’autorizzazione decorre dal giorno in cui acquista efficacia il titolo edilizio eventualmente necessario per la realizzazione dell’intervento, a meno che il ritardo in ordine al rilascio e alla conseguente efficacia di quest’ultimo non sia dipeso da circostanze imputabili all’interessato” (comma 4°).

L’autorizzazione definitiva del Ministero dell’ambiente è del novembre 2014, pertanto l’autorizzazione paesaggistica del maggio 2014 ha perso definitivamente efficacia nel novembre 2020, mentre i lavori apparivano in corso di completamento nel dicembre 2021.  

Non è stata comunicata alcuna proroga di efficacia e, se così fosse, i lavori risulterebbero privi di autorizzazione paesaggistica.  E si tratta di un’area tutelata con vincolo di conservazione integrale (art. 10 bis della legge n. 45/1989 e s.m.i.; piano paesaggistico regionale – P.P.R.).

Falco della Regina (Falco eleonorae)

Una nuova valutazione dell’impatto paesaggistico avrebbe – forse – portato a evitare quello che appare un vero e proprio scempio ambientale nell’unico tratto di territorio comunale ancora scampato in quella terra di pesante inquinamento industriale, devastanti effetti sulla salute, subdoli ricatti occupazionali e apatìe sociali.

Purtroppo il GrIG è intervenuto millanta volte nel corso degli anni contro il devastante inquinamento ambientale, sanitario e sociale a Portoscuso. E l’Amministrazione comunale spesso e volentieri ha fatto orecchie da mercante, a iniziare con il tentativo – reiterato quanto disperato – del GrIG di far aprire gli occhi sull’alternativa del ciclo dell’alluminio riciclato al posto della riattivazione pura e semplice della produzione di alluminio primario con tanto di ampliamento del bacino dei fanghi rossi, pesante inquinamento, devastanti problemi sanitari.

Cagliari, Via della Pineta, pista ciclabile. La stessa tipologia non s’inserisce in area ambientalmente sensibile.

Finalmente è stata fatta la bonifica di quella sciagurata messa in posa delle scorie Waelz sulla viabilità ad opera sempre del Comune di Portoscuso alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, ma buon senso avrebbe voluto quantomeno una mitigazione dell’impatto cromatico e paesaggistico, oggi visibile anche a grande distanza.

La pista ciclopedonale è senza dubbio molto ecologica, green, politicamente e socialmente corretta.

Quello che sfugge ad alcuni è che non è obbligatorio sanare uno scempio ambientale con un altro (pur diverso) scempio ambientale: non è obbligatorio realizzare quella pista ciclopedonale con quelle tipologie cromatiche dal pesante impatto paesaggistico in uno dei pochi lembi del territorio comunale che sono riusciti in qualche modo a conservarsi nonostante l’indefessa opera umana degli ultimi sessant’anni.

Una pista con caratteristiche da ambito urbano non s’inserisce paesaggisticamente in ambito costiero, non è difficile da capire.

Ma non ce la possiamo fare.

E quella pista ciclopedonale ce lo conferma.

Basti pensare che cosa significherebbe in termini di impatto paesaggistico/ambientale una striscia rossastra larga tre metri lungo tutti i litorali sardi: altro che incentivazione al cicloturismo responsabile, altro che paesaggi incantevoli da pedalare, sarebbe uno scempio folle, che non piacerebbe nemmeno ai cicloturisti.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

aggiornamento (12 febbraio 2022)

Il sindaco di Portoscuso dichiara a mezzo stampa che il Comune si è giovato della proroga dell’autorizzazione paesaggistica di un anno per effetto della normativa emergenziale relativa al coronavirus Covid-19.

In proposito il Comune non ci ha comunicato nulla, ma dovrebbe trattarsi dell’art. 103, comma 2°, del decreto-legge n. 18/2020, convertito con modificazioni nella legge n. 27/2020, che riguarda “tutti  i   certificati,   attestati,   permessi,   concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi  comunque  denominati,  compresi  i termini di inizio e di ultimazione dei lavori di cui all’articolo  15 del testo unico di cui al decreto del Presidente della  Repubblica  6 giugno 2001, n. 380, in scadenza tra il 31 gennaio  2020  e  la  data della  dichiarazione  di  cessazione   dello   stato   di   emergenza epidemiologica da  COVID-19”.

In realtà, il termine di efficacia dell’autorizzazione paesaggistica è scaduto nel novembre 2019 (cinque anni dal provvedimento ministeriale che ha autorizzato definitivamente i lavori), con un anno di proroga solo per l’ultimazione degli stessi. Prima, quindi, del 31 gennaio 2020.

In ogni caso non è questo il punto.

La sostanza del discorso non cambia, purtroppo.

Portoscuso, Capo Altano

(foto Iosto Doneddu, da mailing list sociale, S.D., archivio GrIG)


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