
Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio, erosione (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)
Ecco la realtà dei noti tagli boschivi in parte realizzati e in gran parte previsti nella Foresta demaniale del Marganai (Iglesias, Domusnovas, Fluminimaggiore).
Le motoseghe ecologicamente sostenibili, secondo il monitoraggio degli esperti dell’A.T.I. D.R.E.AM. Italia – R.D.M. Progetti, hanno prodotto danni al bosco (loc. Su Caraviu) e la gravità del danno è “elevata”.
L’abbiamo detto in mille occasioni e in mille modi: all’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – così come a tantissimi sardi (e non), esperti o semplici cittadini – non interessa fare polemiche.
Interessa fare completa chiarezza e trasparenza sulla gestione presente e, soprattutto, futura delle nostre foreste demaniali.
Speriamo che giunga, prima o poi. Foss’anche dalla magistratura.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da Sardinia Post, 2 dicembre 2015
Cartoline dal cielo del Marganai 2/2. “Dopo le motoseghe, bosco addio”. (Pablo Sole)
Dopo S’isteri e Sa folara de su carbonau (guarda), due delle zone del Marganai (Sulcis) dove l’Ente foreste ha permesso di radere al suolo ettari ed ettari di lecceta per ricavare legnatico e materia prima per pellet, abbiamo fatto un salto con l’occhio elettronico del drone nei quindici ettari di Su caraviu, tagliati tra il 2011 e il 2012. È la zona dove, secondo gli esperti ingaggiati dall’Ente foreste, l’attività di ceduazione ha causato “danni di gravità elevata” e il rinnovamento del bosco è assente.
La lettiera scomparsa e il suolo bruciato dal sole.
Nella zona di Su caraviu, l’impatto dei tagli, anche solo dal punto di vista paesaggistico, è evidente: all’orizzonte una distesa di lecceta intonsa, in basso l’area ceduata e spoglia. “Come si può notare, con il taglio a raso il suolo è rimasto scoperto, senza la protezione della fitta vegetazione formata dalla lecceta”, dice Francesco Aru, in rappresentanza del team che sta costantemente monitorando l’area per l’aggiornamento del Piano di gestione del Monte Linas – Marganai. Del gruppo di professionisti fanno parte anche il padre della geopedologia in Sardegna, Angelo Aru e il geologo Daniele Tomasi. “Il terreno viene bruscamente esposto ai raggi solari e durante il giorno si raggiungono alte temperature che possono superare anche i 70 gradi centigradi. L’humus di colorazione scura, viene immediatamente bruciato dalla forte radiazione solare e infatti possiamo notare che nel suolo è completamente assente la lettiera humica. Questo non accade nelle aree non tagliate – dice Aru – perché la fitta copertura delle chiome degli alberi, compenetrate tra loro, impedisce l’ingresso dei raggi solari, mantenendo l’ambiente più fresco e limitando i fenomeni di evaporazione dell’acqua”.
La ricrescita del bosco pari a zero. In tre anni.
“Quando il taglio a raso viene effettuati su suoli altamente sensibili all’erosione e con elevate pendenze, come a Su caraviu, si hanno conseguenze devastanti”, dice senza mezzi termini Francesco Aru. “C’è la totale scomparsa delle lettiere organiche e sul nudo suolo minerale, si vedono chiaramente i segni delle profonde ferite causate dell’erosione idrica, mentre tutto attorno affiorano pietre e roccia”. Queste considerazioni sono state ribadite anche nel Piano di gestione dell’area SiC Monte Linas – Marganai, firmato proprio dal team composto da Angelo Aru, Francesco Aru e Daniele Tomasi. Per tutta risposta, i tre professionisti sono stati fortemente criticati dal sindaco di Domusnovas Angelo Deidda – che è arrivato a chiederne la cacciata – ma anche dai vertici dell’Ente foreste. Eppure questi ultimi sapevano benissimo che il problema era (ed è) reale: erano stati informati dai professionisti ingaggiati proprio da viale Merello. Che, oltretutto, avevano segnalato che a Su caraviu la ricrescita era pari a zero. E infatti, “le ceppaie di leccio risultano in parte morenti, con i ricacci completamente brucati ed oppressi dall’intenso pascolo dei cervi – conferma Aru -. Resiste solo il corbezzolo: è troppo amaro e i cervi non apprezzano”.
La lecceta trasformata in un banchetto a cielo aperto per gli animali.
“Mancando la protezione del fitto bosco, i pochi agrifogli rimasti in piedi vengono facilmente raggiunti dai cervi e scortecciati completamente sino a circa 170 cm di altezza. Con lo scortecciamento si ha la distruzione dei vasi linfatici – spiega Aru – che hanno il compito di trasportare e distribuire a tutto l’albero la linfa elaborata. Senza corteccia non circola la linfa e la pianta muore”.
Radici d’argilla.
Le norme di salvaguardia ambientale parlano chiaro: l’agrifoglio è intoccabile. Eppure in tutte le aree ceduate del Marganai, molti esemplari giacciono sul terreno. “La causa principale – dice Aru – è legata all’alterazione del microclima locale. Infatti, mancando la protezione del bosco, l’azione del vento non viene attenuata e questo ha determinato numerosi schianti. Le piante crollano sul terreno e muoiono”.

Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)
da Sardinia Post, 22 novembre 2015
Cartoline dal cielo del Marganai – Il trailer. (Pablo Sole)
da Sardinia Post, 26 novembre 2015
Cartoline dal cielo del Marganai 1/2. Il buco con la foresta intorno. (Pablo Sole)
da Sardinia Post, 30 novembre 2015
Il documento riservato dell’Ente foreste: “Nel Marganai danni gravi”. (Pablo Sole)
(foto F.A., S.D., archivio GrIG)
